Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Il Vescovo ha aperto il nuovo Anno Pastorale Sabato 10 settembre al Centro 'Mater Dei'

”Ripartiamo dall’incontro con Lui”

1/DSC_6564.JPGTORTONA - Settembre è il mese in cui si riprendono le attività dopo la pausa estiva e per la Diocesi inizia il nuovo Anno Pastorale.
Un momento importante e significativo per la Chiesa di Tortona che sabato scorso ha risposto all’invito del suo Pastore e si è data appuntamento nell’auditorium del Mater Dei per conoscere i contenuti della Lettera Pastorale 2016-2017.

L’incontro si è aperto con la proclamazione del passo del Vangelo di Giovanni (21,15-19) in cui il Signore Risorto sul lago di Tiberiade rivolge per tre volte a Simone figlio di Giovanni la domanda: “Mi vuoi bene?” e dopo aver ricevuto per tre volte risposta affermativa, conclude

invitando l’apostolo a “pascere” le sue pecore.

Terminata la lettura, sullo schermo presente sul palco è apparsa l’immagine di un famoso dipinto raffigurante il volto di Cristo quasi a sottolineare la centralità della sua Parola per la vita della Chiesa. Mons. Viola, rivolgendosi ai presenti, ha subito voluto precisare di aver scelto questo passo per aprire la sua Lettera perché “è continuazione di quella dello scorso anno” e perché in questa parola “c’è il senso di tutte le cose”.

La domanda ripetuta di Gesù è “come un fendente nel cuore di Pietro” che “ha perso la spavalderia dell’ultima cena e ha fatto esperienza della sua fragilità” e per questo decide di fidarsi di Lui e di mettersi nelle sue mani.
La misura dell’amore di Gesù nei suoi confronti è racchiusa nel verbo “pascere”. Il Signore chiede a Pietro di “dare da mangiare” al gregge perché, se davvero c’è amore, c’è anche la preoccupazione di nutrire il destinatario dell’amore.

Proseguendo nella disamina di questo brano il Vescovo ha individuato l’aspetto più importante per l’assemblea diocesana. Ovvero la risposta alla sua domanda: “Mi ami tu?”. Tutto nella vita della Chiesa parte dal rapporto personale e dalla relazione con Lui.

Nel cammino diocesano si deve ripartire dall’amore di Gesù: questo è il fondamento essenziale di ogni azione. Il Vescovo ha ribadito la necessità di non deprimersi, ma di andare oltre le valutazioni umane.
Occorre dunque ricominciare dal suo amore. L’ascolto della sua Parola e stare a tu per tu con Lui permette di vivere veramente l’essere Chiesa e di rinnovare la decisione coraggiosa compiuta da ciascuno attraverso il ministero sacerdotale, il matrimonio e la chiamata alla propria vocazione.

Il Vescovo, facendo una pausa nella sua esposizione, ha chiesto ai presenti di ascoltare con attenzione un brano del discorso di Papa Francesco pronunciato durante il Convegno Ecclesiale di Firenze del novembre 2015. Alla domanda del Papa su cosa deve fare la Chiesa oggi, la risposta della Chiesa tortonese è chiara e decisa e sta nel “desiderio di annunciare il Vangelo” al mondo.
Si deve “sentire l’impulso di andare incontro all’uomo e fare in modo che le nostre strutture siano messe a servizio di questo e non della conservazione dell’esistente”. Il richiamo al Sinodo diocesano del 1993, alla sua intelligenza e attualità, è stato motivo per insistere sull’importanza della crescita diocesana nell’unità dell’azione pastorale.
La Chiesa, come vuole il Papa, deve avere un volto missionario e la volontà di lavorare insieme. Tutti devono sognare la stessa Chiesa e questa Chiesa deve essere capace di “conversione pastorale” che tradotta nella quotidianità significa essere pronti a rivedere orari, strutture, atteggiamenti nelle singole comunità. Dopo aver mosso i primi passi lo scorso anno, ora bisogna proseguire convinti e senza tentennamenti verso l’unità di azione pastorale in tutto il territorio diocesano. “Per andare avanti su questa strada – ha proseguito il Vescovo – si deve crescere insieme e per farlo serve la Comunione”.
Ecco perché il titolo della Lettera pastorale è “Comunione”.
Questa parola è “fondamento e condizione necessaria dell’annuncio che ci aiuta a vivere la fede”. Al popolo di Dio poi resta il compito di stabilire le forme e i modi di questa unità pastorale.
La visione deve essere positiva e aperta alla sfida del nostro tempo e nella Lettera c’è la proposta di fare una riflessione su come intendere le unità pastorali guardando alla situazione dei nostri giorni, senza farsi prendere dallo scoraggiamento e dalla nostalgia del passato.
La Chiesa di Tortona è chiamata a fare scelte pastorali che hanno una certa urgenza e deve proseguire nella direzione intrapresa ed “essere strumento dell’amore di Dio e superare per sempre le chiusure campanilistiche fuori dal tempo e poco evangeliche”.

“Dimostrando disponibilità a crescere in questa dimensione – ha detto Viola – si dovrebbe arrivare a ridisegnare il nostro territorio, le nostre comunità, lasciando tutte le chiese aperte, ma non perdendo di vista la visione missionaria”. L’annuncio del Vangelo passa attraverso le cinque vie individuate nel Convegno Ecclesiale che sono state riproposte all’assemblea in un video in cui si spiegavano i cinque verbi che le designano: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare.
Proseguendo nell’analisi della Lettera Pastorale il Vescovo si è soffermato su un altro importante aspetto: la celebrazione dell’Eucaristia è il fatto fondamentale per capire il significato della morte in croce di Gesù. Nell’ultima cena, infatti, è stata anticipata l’offerta del Figlio al Padre.

Tutta la Chiesa è nata dall’atto di spezzare il pane e dal comando di Cristo: “Fate questo in memoria di me”.
Ricordando l’esempio dei Martiri di Abitene che si fecero uccidere pur di non rinunciare alla celebrazione della domenica, giorno dell’Eucaristia, Mons. Viola ha insistito sul fatto che non dobbiamo mai transigere sul valore dell’Eucaristia e non considerare mai la Messa un rituale.
Si è poi commosso ricordando i numerosi martiri cristiani che ogni giorno muoiono per “poter spezzare il pane”.
Non si può pensare in nessun modo di sostituire la Messa domenicale e per questi motivi non si può pensare che la celebrazione della Parola sia come la Messa e neppure continuare a moltiplicare le celebrazioni che finiscono per frantumare la comunione.
“Dobbiamo tornare a far diventare l’Eucaristia il fondamento della nostra comunione, perché senza celebrazione eucaristica non possiamo vivere”: questa l’indicazione chiara del Pastore diocesano, questa l’unica direttiva da seguire e da fare propria nelle comunità.

La comunione si realizza soprattutto nello spezzare insieme il pane, superando distanze fisiche e mentali e tornando a scoprire la motivazione profonda di appartenere alla Chiesa.

Prima di concludere ha esortato a seguire con partecipazione il Congresso eucaristico imminente che si terrà a Genova e che avrà alcuni momenti di preghiera in Diocesi e il Giubileo della Misericordia: entrambi occasioni per vivere la grazia comunitaria. Ha poi annunciato di voler iniziare presto le visite pastorali che saranno giorni di incontro tra il gregge e il suo Pastore.

Al termine tutti insieme ci si è recati nel vicino Santuario della Madonna della Guardia per affidare alla Vergine e all’intercessione di San Luigi Orione il percorso dell’Anno Pastorale e invocare la sua benedizione. Sette rappresentanti degli organismi diocesani hanno offerto un cero ai piedi della Madonna e il Vescovo ha affidato a Lei la Chiesa tortonese affinché possa vivere il nuovo anno in piena e autentica Comunione.

Daniela Catalano

Data: 15/09/2016



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