Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Ritiro spirituale per seminaristi

Sui passi di S. Paolo

VALMADONNA - Venerdì 21 e sabato 22 ottobre i seminaristi del Seminario Interdiocesano “Maria Vergine del Cenacolo” di Valmadonna insieme ad alcuni amici in ricerca hanno sospeso ogni attività per ristorarsi alle sorgenti dello Spirito.
Il ritiro spirituale è stato predicato da don Luciano Lombardi, sacerdote del presbiterio alessandrino, subentrato recentemente a padre Lino Tagliani I.M.C., ed ha visto un programma scandito da due meditazioni, la celebrazione eucaristica, l’adorazione missionaria, nonché da spazi dilatati di “deserto” per offrire, nel silenzio, la propria vita al Signore Gesù.

“Antonio, bada a te stesso!”, esortava un padre eremita, invitando ad evitare le forze di dispersioni del mondo. Il ritiro spirituale, lungi dall’essere avulso dalla vita, va inteso come apertura al Signore attraverso la custodia del ricordo del suo intervento: un incontro che non può che riempire il cuore di gioia, pur nelle lotte e nelle fatiche.

Nella prima meditazione ci si è soffermati sul passo degli Atti degli Apostoli relativo alla conversione di Saulo (poi Paolo) sulla via di Damasco (At 9,1-9).

Il Signore chiama e si fa incontrare nella vita concreta, non in situazioni ideali: il sogno è la più grande realtà!

In quel determinato contesto esistenziale, anche di peccato e tribolazione, Gesù dona la sua luce che è sempre in funzione dell’ascolto di Lui e della Sua Parola: l’uomo biblico, come l’ebreo Saulo, infatti “vede con le orecchie”.

Nell’ambito di questa stupenda chiamata, sempre personale, Gesù domanda a Saulo le ragioni profonde per cui egli si sta comportando così (Saulo aveva ottenuto autorizzazioni per soffocare nel sangue le comunità cristiane di Damasco).
Guardarsi alla luce della fede, accecante per Saulo, porta a cercare Gesù direttamente, per conoscerlo: dalla colpa, che schiaccia a terra, il Signore rialza e conduce nella Chiesa (il “noi” è la verità dell’“io” e non il contrario), per inviarci in una missione sostenuta dalla forza dolce dello Spirito Santo.

La seconda meditazione ha visto al centro il passo della seconda lettera di San Paolo a Timoteo che può, a buon diritto, essere considerato il testamento spirituale dell’apostolo (2Tm 4,6-8.16-18).

San Paolo, oramai anziano, ha versato in offerta gradita al Signore tutta la sua vita.

In questa tensione dinamica, che spesso assume le forme della lotta drammatica e gioiosa, la fede è l’esito maggiore del cammino cristiano e non un minimo.
La vita in battaglia di Paolo (e di ognuno di noi) non è un momento di lontananza da Dio, bensì di grazia, in cui si giunge ad una maggiore maturità di vita, nella gioia, nella serenità e nell’apertura del cuore. Il cammino di fede, quindi, consiste in un affidamento sempre maggiore della propria vita al Signore Gesù.

Liberi da ogni opera (non solo da quelle malvage) ci ritroviamo salvati nella fede.
Eliminando il giudizio, sempre troppo rapido ed impietoso, ci apriamo al mistero della presenza di Cristo: la salvezza quindi si apre ai nostri cuori solo se, compiendo le opere, siamo in grado di vivere immersi nella fede.

Stefano Giuliano

Data: 26/10/2016



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