Martedì, 19 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO: Riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Is 8,23b-9,3)
Nella Galilea delle genti, il popolo vide una grande luce.

Dal libro del profeta Isaìa

In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti.
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 26)

Rit: Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,10-13.17)
Siate tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire.
Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo».
È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?
Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.

VANGELO (Mt 4,12-23 (forma breve: 4,12-17))

Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

LA SANTA

1/Maria Cristina.jpgSanta Maria Cristina Brando

La santa di questa settimana è una religiosa salita recentemente agli onori degli altari.

Santa Maria Cristina Brando, infatti, è stata canonizzata il 17 maggio 2015 e la Chiesa la commemora il 20 gennaio. Nacque a Napoli il 1° maggio 1856 in una famiglia agiata e fu battezzata con il nome di Adelaide dai genitori Giovanni Giuseppe e Maria Concetta Marrazzo, morta pochi giorni dopo la sua nascita.

Di indole mite e docile, ebbe una buona educazione religiosa e ben presto mostrò segni di inclinazione alla preghiera e alla meditazione.

Attratta dalle cose di Dio, rifuggiva dalle vanità mondane, amava la solitudine, si accostava spesso al sacramento della penitenza e quotidianamente faceva la comunione. Era solita ripetere: “Debbo farmi santa, voglio farmi santa”. A dodici anni emise, davanti all’immagine di Gesù Bambino, il voto di castità perpetua.

Quando avvertì la vocazione alla vita consacrata espresse il desiderio di entrare tra le Sacramentine di Napoli, ma le fu impedito dal padre.

Ottenne però il consenso di essere ricevuta come candidata dalle Clarisse del Monastero delle Fiorentine. A causa di una malattia fu costretta due volte a fare ritorno in famiglia per curarsi.
Guarita, ebbe il consenso di entrare nel monastero delle Sacramentine. Nel 1876 vestì l’abito religioso e prese il nome di Suor Maria Cristina dell’Immacolata Concezione. Si ammalò di nuovo e fu costretta a lasciare la strada che aveva intrapresa.

Nel 1877 si ritirò come pensionante nel Conservatorio delle Teresiane a Torre del Greco; quando si fu ripresa dalla malattia, ritornò a Napoli. Insieme ad alcune compagne, andò ad abitare in un appartamento in salita Ventaglieri e poi in vicolo Montemiletto. Anche sua sorella Maria Pia entrata in convento come lei dovette uscire per malattia.

Maria Cristina capì in quel periodo che era arrivato il momento di dare vita a un suo istituto. Nel 1878 gettò le fondamenta della nuova famiglia religiosa, che prese il nome di Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, che crebbe rapidamente nonostante le ristrettezze economiche, le opposizioni e la salute precaria della fondatrice.
Dopo aver migrato per varie sedi, la comunità, dietro i consigli del Servo di Dio Michelangelo da Marigliano e di Ludovico da Casoria (canonizzato nel 2014), prese domicilio a Casoria, vicino Napoli.
Il nuovo Istituto incontrò non poche difficoltà, ma fece in molti modi esperienza della divina Provvidenza e poté confidare nell’aiuto di molti benefattori ed ecclesiastici, tra cui il sacerdote Domenico Maglione. L’Istituto crebbe, aprì nuove case, diffondendo la devozione verso l’Eucaristia e impegnandosi nell’educazione di ragazzi e ragazzi. Nel 1897 Maria Cristina emise i voti temporanei.

Il 20 luglio 1903 la Congregazione ottenne l’approvazione canonica dalla Santa Sede e il 2 novembre dello stesso anno la fondatrice, con altre suore, emise la professione perpetua. Visse con generosità la sua consacrazione, con perseveranza e gioia spirituale, e ricoprì l’ufficio di superiora generale con umiltà, prudenza e amabilità, dando alle consorelle continui esempi di fedeltà a Dio. Si ammalò gravemente il 14 gennaio 1906.

Ricevuti i sacramenti, morì sei giorni dopo, il 20 gennaio a 49 anni, con un sorriso sul volto.

L’Istituto da lei fondato si allargò in Italia e all’estero.

Fu beatificata nel 2003 da Giovanni Paolo II.

Daniela Catalano

Data: 21/01/2017



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