Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. La riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Is 62,1-5)
Gioirà lo sposo per la sposa.

Dal libro del profeta Isaìa

Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA (1Cor 12,4-11)
L’unico e medesimo Spirito distribuisce a ciascuno come vuole.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.
Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

VANGELO (Gv 2,1-12)
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/san bassiano.jpgSan Bassiano

Il 19 gennaio ricorre la festa di San Bassiano vescovo, patrono principale di Lodi, Bassano del Grappa, Pizzighettone e San Bassano in provincia di Cremona.
Le notizie che abbiamo su questo santo ci arrivano dalla sua iscrizione sepolcrale che recita: “Governò la sua Chiesa per 35 anni e 20 giorni. A 90 anni di età, lasciando alla terra il suo corpo nella gioia salì al cielo quando erano consoli gli augusti Onorio per l’ottava volta e Teodosio per la terza” e dalla “Vita Sancti Bassiani” del vescovo di Lodi Andrea (risalente a un periodo tra il 971 e il 1002).

Secondo questa “Vita”, Bassiano, nacque a Siracusa verso il 320 da Sergio, prefetto della città e fu mandato a Roma per gli studi, dove si convertì alla religione cristiana grazie a un sacerdote di nome Giordano che lo battezzò.
Richiamato in patria dal padre che lo voleva far apostatare, si rifugiò a Ravenna, dove fu ordinato sacerdote.
Dal 374 al 409 fu vescovo di Laus Pompeia (l’attuale Lodi Vecchio) ed è ricordato come primo vescovo di quella città, che registrava già da tempo la presenza di una fiorente comunità cristiana, come dimostra la circostanza che le autorità imperiali, ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano, decisero di decapitare i martiri Felice, Nabore e Vittore, legionari africani, proprio fuori Lodi Vecchio, il 12 luglio 303, allo scopo di terrorizzare la numerosa collettività cristiana.
La scelta di consacrarlo vescovo fu probabilmente frutto della resistenza cattolica ad Aussenzio, vescovo ariano di Milano, condannato come eretico nel secondo Concilio Romano del 372.

Nel 387, il santo fece edificare fuori dalle mura una chiesa dedicata ai Dodici Santi Apostoli, che fu consacrata nel 380 da Sant’Ambrogio e dal suo coadiutore san Felice protovescovo di Como.
L’edificio, che più tardi prese il suo nome, sopravvisse alla distruzione della città ad opera dei milanesi nel 1158 al tempo delle guerre contro il Barbarossa.

Bassiano partecipò nel 381 al concilio di Aquileia e, probabilmente, nel 390 a quello di Milano, nel quale fu condannato Gioviniano.

La sua firma si trova insieme a quella di S. Ambrogio nella lettera inviata al papa Siricio.
Nel 397 assistette alla morte di Sant’Ambrogio, del quale era amico e con il quale si batté strenuamente per difendere i fedeli dall’eresia ariana.
Morì a Lodi l’8 febbraio dell’anno 409.

La leggenda narra che da quando varcò la porta della città di Lodi accaddero numerosi fatti miracolosi.

Guarì istantaneamente tutte le persone affette dalla lebbra, assicurando alla folla che mai nessuno si sarebbe più ammalato. E così accadde.
Nel 1158, quando i milanesi distrussero Lodi, le sue reliquie furono traslate a Milano, dove rimasero fino al 1163.
Fu Barbarossa a riportarle a Lodi che nel frattempo era stata ricostruita.

Le reliquie sono tuttora custodite nella cripta della cattedrale lodigiana.

Daniela Catalano

 

 

 

Data: 16/01/2019



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