Martedì, 19 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

ASCENSIONE DEL SIGNORE

ASCENSIONE DEL SIGNORE

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (At 1,1-11)
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

SECONDA LETTURA (Ef 4,1-13)
Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

VANGELO (Mc 16,15-20)
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

LA BEATA

Beata Antonia Mesina

1/BEATA ANTONIA MESINA.jpgLa beata Antonia Mesina, come santa Maria Goretti, è una “martire della purezza”, perché fu uccisa mentre si opponeva a un tentativo di violenza sessuale. Giovanni Paolo II la beatificò il 4 ottobre 1987 e la Chiesa la ricorda il 17 maggio, giorno della sua morte.
Antonia, seconda dei dieci figli, nacque il 21 giugno 1919 a Orgosolo in provincia di Nuoro, un paese della Barbagia sulle alture a nord dei monti del Gennargentu.
Si formò alla scuola della Gioventù Femminile d’Azione Cattolica, dal 1929 al 1931 ne fece parte come “beniamina” e dal 1934 al 1935 come socia effettiva. Di carattere riservato e deciso, si distinse per la sua modestia, per la generosa dedizione alla famiglia e per la sua semplice e fervorosa carità verso tutti.
Partecipava attivamente alla vita della comunità come testimonia una foto che la ritrae con il ricco costume, tipico delle feste dell’Assunta e di Sant’Anania.
Il 17 maggio 1935, dopo aver partecipato alla S. Messa nella parrocchia di san Pietro, si recò nel bosco circostante per raccogliere legna e mentre si trovava in località “Obadduthal” fu avvicinato da Ignazio Giovanni Catgiu, un giovane compaesano, il quale cercò di avere un rapporto con lei che, invece, si oppose fermamente. Accecato dal rifiuto, il ragazzo l’aggredì con violenza.

La ragazza riuscì inizialmente a fuggire. Inseguita dall’assassino fu raggiunta e colpita più volte con un sasso.

La resistenza di Antonia impedì la violenza sessuale ma scatenò ulteriormente la furia di Ignazio che la massacrò con 74 ferite. Il popolo di Orgosolo partecipò compatto il 19 maggio 1935 ai solenni funerali.

Il fratello Giulio rivelò poi che Antonia aveva letto il libro di S. Maria Goretti che conosceva bene. Tra i testimoni diretti dei fatti legati al martirio, c’era il Procuratore generale della Repubblica a Genova, Francesco Coco. Il giudice, assassinato l’8 giugno 1976 dalle Brigate Rosse a Genova, nel maggio del 1935 era giudice istruttore del tribunale di Nuoro e presenziò all’autopsia della martire.
L’assassino fu condannato a morte il 27 aprile 1937 e fucilato il 4 agosto dello stesso anno. Fu Armida Barelli, il 5 ottobre 1935, a raccontare a papa Pio XI la vicenda di Antonia, “primo fiore reciso della Gioventù Femminile di Azione Cattolica.
Il 22 settembre 1978 la Santa Sede approvò l’inizio del processo di canonizzazione. Dal 1994 Antonia riposa, vestita con l’abito da sposa orgolese, nella cripta sottostante la chiesa parrocchiale di san Salvatore, accanto all’antica casa natale.

Daniela Catalano

Data: 15/05/2021



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