Venerdì, 19 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Sap 1,13-15; 2,23-24)
Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo.

Dal libro della Sapienza

Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 29)
Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

SECONDA LETTURA (2Cor 8,7.9.13-15)
La vostra abbondanza supplisca all’indigenza dei fratelli poveri.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».

VANGELO (Mc 5,21-43)
Fanciulla, io ti dico: Àlzati!

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

IL SANTO

San José Maria Robles Hurtado

1/Iose.jpgI primi anni del XX secolo furono molto difficili per la Chiesa messicana. Nel 1917, infatti, il presidente approvò una nuova Costituzione ispirata a principi anticlericali.
Il clima peggiorò fino a quando il 31 luglio 1926, per la prima volta dopo 400 anni, fu sospeso il culto pubblico in tutte le chiese del Paese e il clero cattolico iniziò a essere perseguitato.
Tra i preti martiri c’è José María Robles Hurtado, beatificato nel 1992 e proclamato santo nel 2000, che la Chiesa venera il 26 giugno.

Nacque il 3 maggio 1888 a Mascota, nella Sierra Madre, in una famiglia profondamente cristiana. Compì i suoi studi primari in parte nelle scuole statali e in parte in quella parrocchiale.
Nel 1900 entrò nel Seminario Minore della diocesi di Guadalajara. Quattro anni dopo, però, fu sul punto di lasciare perché era afflitto da diversi malanni.
In seguito a un corso di esercizi spirituali, decise di continuare la formazione.
Fu ordinato sacerdote nel 1913, all’età di 25 anni. Alcuni anni dopo fondò la congregazione delle suore Vittime del Cuore Eucaristico di Gesù (dette suore del Cuore di Gesù Sacramentato). Scrisse numerosi testi per la diffusione della fede cattolica.

Divenne parroco a Tecolotlán, dove promosse una maggiore devozione al S. Cuore di Gesù per la quale fu soprannominato “il pazzo del Sacro Cuore”.

Curò i malati nella sua parrocchia e trascorreva molto tempo a confessare. Si adoperò anche per promuovere la devozione alla Madonna di Guadalupe.

Nel 1917 il santo propose di costruire un’enorme croce da disporre nel centro geografico del Messico per simboleggiare che il Paese aveva riconosciuto Cristo come suo re e organizzò una cerimonia pubblica per la posa della prima pietra, violando la costituzione messicana.

Dopo questo gesto di sfida, il governo cercò di fare in modo che non prendesse più simili iniziative e fu invitato a lasciare il Messico, ma lui rimase continuando ad assistere le famiglie dei cattolici perseguitati e uccisi.
Fu arrestato nel giugno 1927 per aver celebrato Messa nella casa di una famiglia, che lo stava nascondendo.

All’alba del 26 giugno fu portato vicino a un albero per essere impiccato.
Prese il cappio da solo dicendo ai suoi aguzzini: “Non vi farò sporcare le mani” e pregando per loro se lo mise al collo. Il giorno seguente il corpo fu portato nella sua parrocchia, dove fu sepolto. Oggi i resti mortali del santo sono venerati nella cappella della casa generalizia delle suore a Guadalajara.

Daniela Catalano

 

Data: 26/06/2021



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