TORTONA - Giovedì 6 ottobre si è tenuto nel salone della Caritas diocesana il Consiglio Presbiterale.
Mons. Vescovo, innanzitutto, ha ribadito il primato della fede e della Grazia rispetto al nostro fare.
È il Signore che opera portenti. Noi siamo chiamati ad aprire spazi alla sua azione. Perché questo avvenga, occorre stare davanti al Signore.
La divisione non viene dallo Spirito Santo, è per questo è importante restare uniti. La Lettera del vescovo per l’anno pastorale 2022-2023 è l’omelia che egli stesso ha tenuto sabato 1° ottobre nella Messa celebrata in cattedrale.
Il percorso, invece, rimane l’attuazione di un punto tracciato dal predecessore Mons. Vittorio Viola (cf. Pescatori di uomini. Lettera pastorale 2020-2021), e cioè la realizzazione delle Comunità pastorali.
Concretamente, occorre ultimare una panoramica precisa della celebrazione delle Messe e del sacramento della Penitenza (luoghi, orari); occorre saper indicare i vari referenti di comunità, cioè chi realmente opera nelle varie realtà e le rappresenta, tenendo conto delle diverse forme di collaborazione e di corresponsabilità; costituire, laddove non sia ancora stato fatto, i consigli pastorali vicariali, pur tenendo conto della situazione specifica di ogni zona; è necessaria una verifica esatta degli immobili e delle canoniche e poi proseguire nella verifica delle chiese che non sono parrocchie e di quelle parrocchie nelle quali di fatto non esiste più una vita parrocchiale vera e propria e va certamente considerata l’eventualità anche dell’accorpamento di parrocchie.
L’attuazione delle Comunità Pastorali andrà di pari passo con il Cammino Sinodale.
I sacerdoti presenti sono intervenuti sottolineando che è preferibile che i referenti di comunità siano due, siano effettivamente corresponsabili e formati pastoralmente.
Si è richiamata la necessità della corresponsabilità anche fra sacerdoti. Ci si è interrogati circa l’opportunità di un consiglio pastorale diocesano, distinto da una consulta delle associazioni laicali, e sulle sue finalità.
Si è sottolineata l’importanza della cura pastorale dei malati, e quindi anche la necessità di una panoramica precisa delle realtà assistenziali presenti nel territorio.
Si è raccomandato di prestare attenzione, nelle scelte e nelle decisioni, anche alla salute fisica, psichica e spirituale del sacerdote e di averne cura.
Infine il vescovo ha precisato che non è stato aperto un seminario, ma si è data l’opportunità ad alcuni giovani di fare un anno residenziale per compiere un discernimento vocazionale.
Dopo la recita dell’Angelus, a mezzogiorno, il consiglio presbiterale è terminato.
Don Francesco Favaretto
Data: 14/10/2022
Archivio Notizie: Comunità pastorali: obiettivo da realizzare