Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Mons. Martino Canessa: sacerdote da 50 anni - L'omelia del Vescovo

1/50Vescovo.jpgDurante la Messa Crismale del Giovedì Santo in Cattedrale è stato ricordato l’anniversario giubilare

L'omelia del Vescovo 

Carissimi confratelli e fedeli, a tutti, sacerdoti religiosi e diocesani, diaconi e chierici rivolgo il mio saluto più cordiale e affettuoso e manifesto la mia gioia per la vostra presenza in Cattedrale in questo Giovedì Santo.
Con lo stesso affetto saluto le Religiose, i fedeli laici e i ragazzi presenti al Sacro Rito.
Carissimi sacerdoti, assieme, nel giorno in cui la Chiesa ricorda l’istituzione del sacerdozio, facciamo memoria della chiamata che il Signore, a suo tempo, ci ha rivolto, e del dono che ci ha fatto, costituendoci suoi ministri.
Chiediamo l’intervento dello Spirito per custodire viva la memoria, lo stupore per una scelta che operata totalmente dal Signore, non è stata condizionata dai nostri limiti e dalla nostra debolezza.
“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”.
Così è avvenuto per Abramo, per Mosè, per i profeti, per Maria e Giuseppe, per gli Apostoli, per Paolo, per tutti i sacerdoti del passato.
Così è avvenuto per noi. In questo atteggiamento di contemplazione della propria identità di presbiteri e di gratitudine per i doni ricevuti, dovrebbero trovarsi coloro che in questo anno ricordano traguardi significativi del loro cammino sacerdotale.
Alcuni per la loro veneranda età, meritano un ricordo particolare. Sono Mons. Nonna con i suoi 75 anni di sacerdozio; Mons. Angelo Bassi ordinato sacerdote 73 anni fa e il Can. Luigi Quaglini e Don Benedetto Padrini che hanno raggiunto i 70 anni di ordinazione.
C’è chi comincia a contare i primi dieci anni di ministero: sono Don Flavio Giordano e Don Claudio Baldi e Don Stefano dei Missionari della Fede.
Infine c’è chi ricorda i 50 anni di servizio alla Chiesa: Mons. Pier Giorgio Pruzzi, il nostro Vicario Generale, Don Giuseppe Massone, Don Pietro Montecucco, Mons. Lino Zucchi e il sottoscritto.
Esprimo in questo momento, tutta la mia riconoscenza al Vicario Generale che proprio oggi, Giovedì Santo, ha voluto mettere l’accento sul Cinquantesimo del Vescovo con parole che mi hanno commosso.
Ringrazio tutti per il dono del calice e per il ricordo che spero avrete per me presso il Signore.
In questa occasione, non essendo più molto lontana la conclusione del mio servizio in Diocesi, sento il bisogno di manifestarvi due sentimenti: uno di gratitudine, l’altro di incoraggiamento perché il vostro sacerdozio sia sempre un autentico servizio al Signore.
Nel rito della ordinazione sacerdotale, il Vescovo vi ha definiti “Provvidenziali cooperatori del ministero episcopale”. Lo siete effettivamente e vi ringrazio.
La ricchezza spirituale e la vitalità di fede e carità che la nostra Chiesa locale ancora possiede sono un dono dello Spirito, e insieme un frutto dell’attività generosa, certo di molti fedeli laici, ma in primo luogo di voi sacerdoti che animate e guidate le nostre comunità.
Sono orgoglioso di voi, perché constato che nel vostro ministero, anche avanti negli anni, non badate a orari e fatiche, non vi fermate di fronte alle difficoltà. La vostra attività generosa però, se suscita da una parte la mia gratitudine, mi spinge dall’altra ad invitarvi, anche in vista del futuro, a tenere sempre più lo sguardo fisso su Gesù Cristo.
San Paolo, scrivendo ai cristiani di Colossi, così li esorta; “Fratelli, come avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in Lui camminate, radicati e costruiti su di Lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato”.
Ciò che più conta nella nostra vita di preti è la fede in Cristo. La prima, vera tentazione del prete è la crisi della fede, del riferimento a Gesù Cristo.
I resoconti della Passione ci dicono che gli apostoli, nonostante fossero stati chiamati da Gesù, nonostante avessero trascorso ben tre anni con Lui, alla fine l’hanno abbandonato e sono fuggiti.
Addirittura qualcuno lo ha rinnegato e qualcuno lo tradì. Come gli apostoli, così anche ciascuno di noi può fare i conti con l’abbandono e la fuga. Provo a fare alcuni esempi.
Anche noi dopo anni di fedeltà al Signore, corriamo il rischio di porre al centro del nostro ministero non più il Signore ma il ruolo sacerdotale.
Si può scegliere più il sacerdozio che Gesù Cristo.
Così facendo il nostro cammino prende strade strane.
Si diventa individualisti. Si lascia campo all’orgoglio, per cui la diversità di temperamento, di carattere, di giudizio tra confratelli si trasforma in indifferenza e divisione.
L’orecchio si chiude alla parola di Paolo “comportiamoci in maniera degna della vocazione che abbiamo ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandoci a vicenda, con amore”.
Non si accettano osservazioni, si dialoga sempre meno, e si giudica sempre di più con i confratelli; con i parrocchiani si diventa arroganti, arroccandoci nella convinzione di avere sempre ragione.
Difficilmente ci si mette in discussione ed è ben lontana da noi la parola di Paolo ai cristiani di Corinto: “Non intendiamo fare da padrone sulla vostra fede; vogliamo invece lavorare con voi per la vostra gioia” (1Cor 1,24).
Il Vangelo di questi giorni ci ricorda che uno dei dodici, Giuda, ad un certo punto del suo cammino, è stato conquistato dal desiderio del denaro.
È quanto può capitare allontanandoci da Gesù Cristo, dalla sua Parola e dalle sue indicazioni di vita.
Vi auguro di cuore che queste situazioni non si verifichino mai per voi.
Prima di riprendere la celebrazione dell’Eucarestia ringrazio di cuore i Religiosi e le Religiose che con impegno lavorano accanto a noi nella Diocesi.
Saluto con stima e riconoscenza i nostri diaconi permanenti e i nostri chierici che nel Seminario si preparano al Sacerdozio.
Ricordiamo nelle preghiera i nostri confratelli malati: Don Dante Bailo, Don Giovanni Manfredi, Don Luigi Sala, Don Mario Faravelli, Don Luigi Moglia, Don Carlo Leardi, Don Lino Tamburelli.
Facciamo memoria dei confratelli che dal Giovedì Santo 2011 ad oggi il Signore ha chiamato a sé: Don Sandro Tanzi, Don Mario Grassi, Don Giuliano Sturla, Don Domenico Zampollini, Mons. Pietro Achilli, Don Mario Fara.

Auguro a tutti una buona Pasqua e attraverso voi, desidero che il mio augurio raggiunga anche le vostre comunità cristiane.

Martino Canessa

Data: 13/04/2012



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