Giovedì, 18 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DI AVVENTO

II DOMENICA DI AVVENTO

IL COMMENTO DI DON DOGLIO 

PRIMA LETTURA (Is 40,1-5.9-11)
Preparate la via al Signore.

Dal libro del profeta Isaìa

«Consolate, consolate il mio popolo
– dice il vostro Dio –.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 84)

Rit: Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

SECONDA LETTURA (2Pt 3,8-14)
Aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova.

Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo

Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta.
Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia.
Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.

VANGELO (Mc 1,1-8)

Raddrizzate le vie del Signore.

+ Dal Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

IL SANTO

La Chiesa Cattolica e le Chiese ortodosse il 10 dicembre fanno memoria di San Gregorio III che fu papa dal 18 marzo 731 al 28 novembre del 741, quando morì.
Questo pontefice era nato in Siria e fu l’ultimo proveniente da un paese fuori dal continente europeo fino all’arrivo dell’attuale Papa Francesco che proviene dall’America Latina.

Apparteneva a una di quelle famiglie giunte a Roma dall’Oriente a seguito dell’occupazione araba nelle province dell’Impero bizantino.

Non si hanno molte notizie sulla sua vita e si presume che sia nato intorno al 690. La biografia evidenzia il fatto che egli conosceva la lingua greca e quella latina, sapeva a memoria tutti i salmi, era molto preparato nelle celebrazioni liturgiche, parlava con grande eloquenza e aveva una grande capacità di persuasione.
A Roma fu ordinato presbitero e poi cardinale di S. Crisogono, chiesa che ebbe molto a cuore nel suo pontificato. La sua elezione pare che fosse avvenuta per iniziativa della nobiltà e del popolo romano, subito dopo la morte di Gregorio II. Quando fu eletto erano in pieno corso il conflitto con l’imperatore bizantino Leone III per la questione del culto delle immagini e la conversione della Germania.

Per prima cosa Gregorio III mandò un legato a Costantinopoli con lettere all’imperatore Leone III, l’Isaurico, sollecitandolo a revocare l’editto contro le sacre immagini.

L’imperatore respinse l’intervento del papa, fece arrestare il legato e lo mandò in esilio. Il Papa allora decise di convocare un sinodo e condannare la nuova eresia.
Il sinodo ebbe luogo il 1° novembre del 731; oltre al clero romano, vi presero parte il patriarca di Grado e l’arcivescovo di Ravenna, cioè i più alti prelati delle province bizantine in Italia, con altri 93 vescovi.
Il concilio sanzionò, per la prima volta in modo canonico, l’ortodossia e l’antichità del culto delle immagini di Cristo, della Vergine e di tutti gli apostoli e i santi, decretando la scomunica e l’espulsione dalla Chiesa per chiunque avesse distrutto, profanato o insultato le sacre immagini.
Le costituzioni sinodali furono inviate dal papa a Costantinopoli, ma ancora una volta il messaggero fu arrestato in Sicilia e i documenti sequestrati. Il Papa intanto nel 732 fece costruire all’interno della basilica di S. Pietro un oratorio in onore del Salvatore, della Madre di Dio, e vi fece riunire le reliquie degli apostoli, martiri e confessori, onorati in tutto il mondo.
L’imperatore, sdegnato, spedì una flotta, ma una tempesta la disperse nell’Adriatico.

Ordinò poi la confisca dei patrimoni della Chiesa romana in Calabria e in Sicilia, e sottomise queste province e tutto l’Illirico al patriarca di Costantinopoli. Nel frattempo Gregorio promosse la Chiesa nell’Europa settentrionale,
Durante il suo regno conferì il pallio a san Bonifacio, l’Apostolo dei Germani, e a Beda in Inghilterra per la loro importante opera missionaria.
Inoltre, cercò di dissuadere la popolazione dal paganesimo, spostando la festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1º novembre allo scopo di sovrapporla alla festa celtica di Samhain (Halloween).
Appoggiò il monachesimo. Vietò la consumazione di carne di cavallo: in una lettera scritta a Bonifacio, nel 732, disse che mangiarla era “immundum et execrabile” e che chi l’avesse mangiata avrebbe dovuto fare penitenza dato che la consumazione di carne di cavallo aveva connotazione legate con il paganesimo.
Gregorio durante il suo pontificato portò avanti numerose attività di restauri e abbellimenti in molte chiese di Roma.

Si preoccupò di aiutare le diaconie, monasteri che praticavano l’assistenza dei poveri. Inoltre realizzò il restauro delle mura di Roma.

A lui fu riconosciuta dagli stessi funzionari bizantini residenti in Italia, un’autorità civica in Roma, come dimostrano le monete romane recanti il suo nome. Quando i duchi di Spoleto e di Benevento si ribellarono contro Liutprando, re dei Longobardi, trovarono rifugio e protezione presso Gregorio che per difendersi chiese aiuto a Carlo Martello, protettore delle missioni cattoliche in Germania e liberatore della nazione dei Franchi dagli Arabi.

Costui, pur non intervenendo direttamente convinse i Longobardi, con una mossa diplomatica, a ritirarsi da Roma.

Data: 06/12/2014



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