Giovedì, 18 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

III Domenica di Quaresima: Video riflessione del Vescovo

TESTI DELLE LETTURE DELLA SANTA MESSA

PRIMA LETTURA (Es 20,1-17)
La legge fu data per mezzo di Mosè.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)

Rit: Signore, tu hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,22-25)
Annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per gli uomini, ma, per coloro che sono chiamati, sapienza di Dio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

VANGELO (Gv 2,13-25)

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

IL SANTO

1/sgiovanni olgive.JPGLa Chiesa il 10 marzo fa memoria di San Giovanni Ogilvie gesuita martire scozzese che fu beatificato nel 1929 e canonizzato da Paolo VI nel 1976.
Nacque a Drum, vicino alla città di Keith in Scozia, nel 1580.
Il padre era un ricco barone e la madre era una fervente cattolica. Lo zio Giorgio aderì alla Compagnia di Gesù.
Giovanni, che perse a soli due anni la madre, crebbe in una di quelle numerose che a quell’epoca erano divisi tra cattolici e presbiteriani.
Suo padre aderì alla Riforma ed educò il figlio nella fede calvinista. Nel 1592 Giovanni fu mandato dal padre in Europa per completare la sua formazione: visitò l’Italia, la Francia e la Germania.
Frequentò il collegio scozzese di Lovanio e chiese di essere accettato nella Chiesa cattolica: fu istruito nella dottrina cristiana dal gesuita Cornelio.
Nel 1598 trascorse sei mesi nel monastero benedettino di S. Giacomo a Regensburg, che poi lasciò per entrare nel collegio gesuita a Olmutz.

Nel novembre 1599 iniziò il suo noviziato a Brunn, in Boemia, rimanendo in Austria fino al 1610. Fu ordinato prete a Parigi nel 1610.
Nello stesso anno, l’anglicano Giacomo VI principe di Scozia era divenuto re Giacomo I d’Inghilterra, e aveva insediato la Chiesa episcopale in Scozia, approvando l’investitura dei vescovi scozzesi e intensificando le persecuzioni contro i cattolici.
Gli ultimi due gesuiti che ancora operavano in Scozia furono obbligati ad andarsene nel 1611. Dopo più di due anni di richieste, rivolte anche al generale gesuita, il santo fu esaudito e nell’autunno del 1613 poté partire e sbarcare a Leith, un sobborgo di Edimburgo, per svolgere nella sua terra un ministero che durò solo nove mesi.
Si recò al nord, nella sua regione d’origine, sperando di riaccendere la fede nella classe nobiliare. Prese ad operare nell’apostolato missionario ad Edimburgo, ospite di Guglielmo Sinclair, avvocato al Parlamento e fervente cattolico, celebrava clandestinamente le Messe; si spinse travestito, anche nelle carceri a confortare i molti cattolici prigionieri. 

Si recò anche a Londra e Glasgow e in questa città fu arrestato il 4 ottobre 1614, su denuncia di Adam Boyd, fatta all’arcivescovo protestante. 

Subì per quattro mesi dolorosissime torture e finì davanti ai giudici scozzesi per cinque volte, dal 1614 al 1615. Non perse mai la simpatia e il buon umore fino a convertire i cuori più induriti e ostinati.

Nell’ultima lettera al generale della Compagnia il santo scrisse semplicemente: “Sono sottoposto a punizioni terribili e ad amari tormenti. Nel tuo amore paterno prega per me che possa morire con coraggio generoso per Gesù che ha trionfato su tutto per noi”.

Il re fissò la data del processo, a cui sarebbe seguita l’esecuzione se egli non avesse rinnegato le sue affermazioni.
Il 10 marzo 1615, il sacerdote fu dichiarato reo di lesa maestà dal tribunale di Glasgow e condannato a morte mediante impiccagione; la sentenza venne eseguita nel pomeriggio dello stesso giorno, sulla forca innalzata al centro della città, nel crocevia detto “Glasgow Cross”. 

Contrariamente agli altri condannati, gli fu risparmiato lo scempio dello squartamento dopo morto. Fino all’ultimo momento gli furono offerte ricche ricompense se avesse negato la supremazia del papa.
Il suo corpo non fu fatto a pezzi, ma fu seppellito fuori della città. Pare che più tardi sia stato riesumato dai fedeli cattolici.

Data: 04/03/2015



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