Sabato, 05 Ottobre 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO : RIFLESSIONE DEL VESCOVO

 XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO : RIFLESSIONE DEL VESCOVO

Le letture della domenica  

PRIMA LETTURA (Ez 17,22-24)
Io innalzo l’albero basso.

Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio:
«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 91)

Rit: È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.

SECONDA LETTURA (2Cor 5,6-10)
Sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

VANGELO (Mc 4,26-34)

È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

LA SANTA

1/Santa_Lutgarda_1.jpgSanta Ludgarda

La Chiesa il 16 giugno fa memoria di Santa Lutgarda nata a Tongres, tra Bruxelles e Maastricht, nel 1182.
A 12 anni entrò nel convento delle benedettine a SaintTroud, non per vocazione, ma perché suo padre aveva perduto, in una speculazione commerciale, il capitale della sua dote matrimoniale.
Nei primi anni si dimostrò molto infantile e poco propensa alla vita religiosa, ma all’improvviso subì un radicale cambiamento.
Un giorno mentre era da sola in parlatorio ed era assorta nei suoi pensieri, ebbe una visita speciale, quella di Gesù, con il volto trasfigurato dalla passione e con il suo corpo segnato dalle terribili sofferenze che aveva passato.
Cristo si rivolse a lei con grande dolcezza spiegando la serietà della fede e il suo bisogno di trovare conforto nelle preghiere delle spose terrene.
In quel momento Ludgarda si promise a Cristo come sposa fedele.
Dopo qualche anno di studio fu nominata priora.
Poiché la sua aspirazione era servire il Signore nell’ombra, con umiltà e devozione decise di partire, e passando per altri conventi del Belgio, giunse nella comunità cistercense di lingua francese di Aywières.
Devota al Sacro Cuore, ne fu ricompensata con i doni mistici. Ebbe diverse apparizioni, e operò guarigioni e conversioni.

Nel 1216 le apparve Papa Innocenzo III subito dopo la sua morte, tutto avvolto dalle fiamme: il pontefice le spiegò che era in Purgatorio e vi sarebbe stato fino alla fine del mondo, per le sue colpe.
Perse la vista nel 1235 e passò gli ultimi undici anni della sua vita parlando per pregare o praticare conversioni.
Morì il 16 giugno 1246 e fu sepolta ad Aywières, vicino Liegi.
Nel 1796 la comunità, per sfuggire alle conseguenze della Rivoluzione francese, si rifugiò a Ittre con le reliquie della santa.
Nel 1870 le spoglie divennero proprietà della chiesa parrocchiale per passare, sette anni dopo, a BasIttre dove sono custodite.
È patrona dei fiamminghi che la considerano simbolo del nazionalismo fiammingo per la sua irriducibilità all’uso del francese.
Il domenicano Tommaso di Cantimpré, ne scrisse la vita dopo la sua morte, tra il 1246 e il 1248.

Lutgarda non fu mai canonizzata ufficialmente.

Data: 13/06/2015



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