La devozione a Padre Pio
Intanto la devozione a Padre Pio rischia di essere snaturata
Vecchie polemiche passate per nuove
Un recente libro dello storico Sergio Luzzatto, ripreso in diverse occasioni televisive, ha rialzato antichi sospetti sulle stigmate di Padre Pio, che restano il pi? evidente e conosciuto dei numerosi fenomeni mistici che hanno costellato la vita del frate di Pietrelcina. La questione rilanciata da Luzzatto ? nota e, dal punto di vista storico e documentario, era ritenuta ormai chiusa da anni. A Luzzatto rispondono Saverio Gaeta e Andrea Tornelli, due penne assai note e apprezzate nel mondo cattolico, con un volume che contiene una ricostruzione precisa e dettagliata di tutta la vicenda. Il libro, uscito da pochi giorni, s'intitola "Padre Pio l'ultimo sospetto" ed ? uno di quei testi da non lasciarsi sfuggire. Uno scorrevole linguaggio giornalistico e un'approfondita ricerca documentaria sono uniti insieme per confermare la "leggerezza" storica, se non addirittura un gratuito fine denigratorio, delle insinuazioni di Luzzatto, che non regge al confronto con l'analisi oggettiva dei fatti. Non ? difficile capire come anche questa vicenda sia uno dei tanti tasselli dell'orchestrato attacco alla Chiesa, in atto oggi nella cultura italiana dominata dal laicismo. Va per? detto, con uguale sincerit?, che il "fenomeno Padre Pio" porge bene il fianco ai denigratori del mondo cattolico. L'austera figura del Santo Frate cappuccino, la cui santit? singolare ? indiscussa, resta certamente al di fuori di ogni sospetto. Tuttavia diversi tratti di quel fenomeno devozionale che si ? costruito nei decenni attorno alla figura di Padre Pio suscita non poche preoccupazioni. C'? un misto di "miracolismo", di "profetismo millenarista", di superstizione e di fanatismo che s'insinua nella corretta devozione al Santo di Pietrelcina e cerca in lui una qualche legittimit? improponibile. ? di questi giorni la notizia che il nome del vescovo di Manfredonia, mons. Domenico D'Ambrosio, ? stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Foggia in relazione alla esumazione della salma di Padre Pio. L'associazione "Pro Padre Pio", contraria alla ricognizione canonica delle spoglie del Santo e alla sua eventuale traslazione, ha presentato un'istanza di sequestro preventivo della cripta nella quale ? custodita la tomba e contestualmente una denuncia contro il vescovo di Manfredonia e due frati di San Giovanni Rotondo per i reati di violazione di sepolcro e atti sacrileghi. Basta dare uno sguardo al sito web dell'associazione ed ? facile capire che i confini della fede cristiana sono stati travalicati per dar vita a qualcosa d'altro, a qualcosa di diverso che cerca legittimazione nel nome di Padre Pio, ma che certamente non rende onore alla figura del Santo. Qualcosa di analogo capita anche in parte delle folle che si riversano a San Giovanni Rotondo alla ricerca pi? di miracoli o di segni sensazionali che dell'esempio umile, paziente, penitente del Frate Santo. La santit? di Padre Pio non sta nelle stigmate, nella bilocazione, nell'introspezione o negli altri fenomeni mistici che lo hanno interessato, ma nella preghiera, nell'eucaristia, nel ministero della confessione, nell'obbedienza alla Chiesa, nella penitenza, in altri termini nella vita cristiana vissuta eroicamente in ogni circostanza della sua vita. I suoi veri devoti sono chiamati quindi a seguirne le tracce su questo cammino di conversione interiore. ? certamente qualcosa di molto strano disertare regolarmente la Messa domenicale e dichiararsi al contempo devoti di Padre Pio. Giova inoltre ricordare, nella nostra epoca sempre pi? affamata di segni e di miracoli, quello che Ges? stesso insegna nel Vangelo a proposito della ricerca affannata di "segni dal cielo": l'unico segno dato agli uomini ? il pasquale "segno di Giona", cio? il Cristo crocifisso e risorto. E se altri segni, nella storia della Chiesa, compaiono in uomini santi, essi hanno l'unico scopo di ricordare e ricondurre al "segno di Giona". La sana teologia cristiana, per bocca del sommo teologo Tommaso d'Aquino, da secoli insegna che i carismi e i fenomeni mistici sono "gratiae gratis datae", in nessun modo oggetto o soggetto di merito, che Dio dispone sovranamente per l'edificazione della Chiesa. In termini pi? semplici significa che il solo compiere prodigi e miracoli non ? segno di santit?, n? tali fenomeni straordinari fanno diventare santi. La santit? sta da un'altra parte; sta nella conversione, nell'amore di Dio, nella carit? vissuta! I Santi non hanno mai gradito certi "doni celesti", anzi li hanno guardati sempre col sospetto che "puzzassero di zolfo", li hanno considerati un'autentica croce, hanno chiesto ripetutamente a Dio di liberarli da tali fardelli. E sempre Tommaso sottolinea che tutti i carismi della Chiesa, miracoli e profezie compresi, convergono nella predicazione della Parola di Dio, la sola che, accolta nella libert?, accresce e irrobustisce la fede. Nella vicenda storica di Padre Pio si pu? notare come i fenomeni mistici che hanno accompagnato il suo ministero, nel mirabile disegno della Provvidenza, fossero un segno dell'invisibile e del soprannaturale in una societ? che sempre pi? veleggiava verso il materialismo e una visione inframondana della vita. Ora il rischio ? proprio quello di "materializzare" e "mondanizzare" in modo esagerato questi segni fino a snaturarli; di fare del grande Santo di Pietrelcina non il gigante dell'ascesi o l'araldo dell'eucaristia e del confessionale quale ? stato, ma un magico dispensatore di miracoli e di guarigioni? anche a buon mercato, visto che gli si farebbe chiedere al massimo candele e pellegrinaggi, invece di conversione, preghiera e vita santa. No! Questo non ? l'autentico Padre Pio, ma una sua volgare imitazione, una caricatura grottesca e insopportabile.
don Maurizio Ceriani
Data: 12/03/2008