Il ricordo della festa di San Marziano
TORTONA - Sono da poco passate le 18,00. La piazza del Duomo ? attraversata da una lunga fila di sacerdoti rivestiti di preziosi paramenti dal vivace colore rosso. Inizia la solenne liturgia Pontificale nella solennit? di San Marziano presieduta da Mons. Sergio Pagano, Prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, Vescovo di recente nomina. Con lui Mons. Martino Canessa, il Vicario Generale Mons. Pruzzi i parroci della citt?, i vicari della Diocesi, i nostri seminaristi; molti i fedeli presenti fra i quali si distinguono le numerose autorit? civili e militari tanti semplici tortonesi, ultimo anello della lunga catena di devozione del popolo tortonesi a San Marziano. La liturgia si svolge secondo i canoni della sobria solennit?; i canti eseguiti dalla corale del maestro Don Luigi Bernini e i santi segni della liturgia sono ben curati: favoriscono preghiera e raccoglimento. Dopo la proclamazione del Vangelo l'omelia del Celebrante assume il carattere di un discorso franco ed aperto. Il periodare di Mons. Pagano tradisce una propriet? linguistica notevole e un'ampia cultura letteraria dalla quale attinge stimoli e riflessioni. Il popolo ascolta ed apprezza. Dopo una profonda ed onesta ricostruzione storica della vicenda di Marziano illustra il vero significato della sua storia e a quale livello dobbiamo ricercarne il fondamento storico. Se ? vero che non si possiedono documenti diretti, possiamo tuttavia vedere ci? che grazie a Marziano ? sorto fra noi: "L'albero buono produce frutti buoni?" cos? dal martirio di Marziano, dalla sua testimonianza cristiana originale e originante nell'antica Dertona ? nata la pianta buona della fede cristiana nella nostra terra: noi oggi siamo ancora i destinatari di quella fede come frutti preziosi di un albero che affonda le sue radici nei secoli. Ecco la prova pi? autentica dell'esistenza di Marziano ? il dono della fede che ci ha fatto, come spiegava il Sommo Poeta riferendosi alle opere degli apostoli: "La prova che 'l ver mi dischiude, son l'opere seguite, a che natura non scalda ferro mai n? batte incude" (Paradiso, Canto XXIV). I presenti sono invitati a riflettere: "Che ne ? rimasta della nostra identit? cristiana? Che ne ? della fede che Marziano ci ha trasmesso e che intere generazioni di tortonesi hanno conservato e trasmesso?" Stimolo ed impegno per tutti.
Fin dal mattino per? i sacerdoti della Diocesi avevano potuto incontrare il Presule e prendere atto dalla sua elevata preparazione. Infatti come ? tradizione consolidata nella mattinata del 6 Marzo i preti si stringono attorno al Vescovo per onorare san Marziano. Cos? anche quest'anno. Alle 10 in Cattedrale vengono cantate le Lodi Mattutine. ? come un ritorno alle origini?. "Si dir? di Sion? l'un e l'altro ? nato in essa [?] Sono in te tutte le mie sorgenti". Cos? si esprimeva il credente biblico durante le ascensioni al Tempio di Gerusalemme... cos? noi davanti all'urna del Nostro primo Evangelizzatore. Il messaggero lungo le strade della nostra terra che ci ha fatto il Dono pi? grande? Cristo. E se Lui non ? Cosa Buona. "Benediciamo il Signore a Lui onore e gloria nei secoli". Il cantico risuona pi? e pi? volte? Benedizione e ringraziamento dunque per la mirabile del Vangelo che Marziano ha portato ai nostri Padri. Mons. Martino Canessa, durante la breve omelia richiama alcune idee fondamentali: "Oggi ? festa! La festa della memoria riconoscente. Ricordiamo tutti coloro che hanno depositato in noi il germe della fede?. i nostri genitori, le persone che abbiamo incontrato? tutti i confratelli che ci hanno preceduto". Continua il Vescovo: "Ora siamo di turno noi" e ribadisce l'importanza di vivificare in noi la fede e rimettere l'entusiasmo della prima volta in tutto quello che facciamo. Il canto del "Te Deum" vede formarsi la processione all'urna del Santo? ? la nostra ascensione al "cuore della diocesi" per ringraziare e per benedire. In Seminario non avviene la consueta conferenza. Mons. Pagano si rende disponibile a rispondere ad alcune domande costruendo cos? un dialogo fraterno ed incisivo. Dopo una breve introduzione segnata da un ampio respiro sulla vita della Chiesa apre alcune piste di riflessione che vanno dalla vita liturgica alla formazione del clero, agli attacchi a cui i cristiani sono esposti in questi ultimi tempi ribadendo la necessit? di una seria formazione e preparazione. Seguono le domande. Viene chiesto in che cosa consista la carit? intellettuale e come declinarla nelle nostre situazioni pastorali. Ci si ferma su alcuni problemi di carattere liturgico; ci si informa sulla vita della Chiesa e sui problemi dell'integrazione fra le culture e si chiede come esprimere oggi la fede e la devozione verso il Santo Padre. Alcuni portano l'attenzione sul valore della conservazione del nostro patrimonio di arte e di fede, della nostra memoria che non pu? essere dispersa, dei nostri archivi "segno del passaggio di Cristo nella storia degli uomini". C'? il tempo ancora per alcune notizie sull'opera di Mons. Pagano presso la santa Sede, quale custode dell'Archivio segreto. Il relatore s'infervora e con un crescendo di partecipazione e di coinvolgimento risponde alle provocazioni incoraggiando tutti a riscoprire il tesoro posto nelle nostre mani. Piace. Interessa. Colpisce la sua parola chiara. La sua parres?a.Tra le espressioni una particolarmente efficace merita di essere ricordata: "Possediamo dell'ottima merce in vetrine scadenti": l'impegno ? forte e grande e Mons. Sergio Pagano ce lo ricorda come san Bernardino parlando "chiarozzo chiarozzo, pur di toccare il cuore degli uomini". Il pranzo offerto in Seminario trasforma in fraternit? vissuta l'incontro del mattino, coronando San Marziano 2008 come una festa davvero riuscita.
Don Claudio Baldi
Data: 12/03/2008