Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

III DOMENICA DI PASQUA : Riflessione del Vescovo

Le letture della domenica  

PRIMA LETTURA (At 5,27-32.40-41)
Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 29)

Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

SECONDA LETTURA (Ap 5,11-14)
L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L’Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.

VANGELO (Gv 21,1-19)

Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade.
E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?».
Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.
Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare.
Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora».
Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare».
E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore.
Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.
Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».
Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio.
E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

LA SANTA

1/St.-Julie-Billiart.jpgSanta Maria Rosa Giulia Billiart

Questa settimana scopriamo la vita di una santa francese, Santa Maria Rosa Giulia Billiart, che la Chiesa ricorda l’8 aprile.

Nacque a Cuvilly in Piccardia il 12 luglio 1751, da genitori benestanti. Nel 1767 la famiglia fu ridotta in grande povertà. Per il suo fervore e la sua fede ricevette la prima comunione a soli nove anni e quattordici fece voto di verginità.
Poco più che ventenne, la sua vita cambiò improvvisamente quando, nel 1774, suo padre fu vittima di un attentato.
Giulia ne provò tale spavento che per otto anni camminò con le grucce e per ventidue, a causa di un salasso praticato erroneamente dal medico, rimase paralizzata nelle gambe. Sopportò sempre tutto con pazienza, santità e buon umore.
In seguito soffrì di convulsioni e sembrò più volte sul punto di morire, tanto che le fu impartita l’estrema unzione cinque volte.
Quando scoppiò la Rivoluzione nel 1789, fu accusata di dare rifugio a sacerdoti e, lasciata Cuvily, passò tre anni nascosta. La malattia peggiorò al punto che perse la parola per molti mesi.

In questo periodo ebbe una visione nella quale vide il Calvario circondato da religiose in abiti insoliti e udì una voce che le diceva: “Guarda queste figlie dello spirito che ti dò in un istituto contrassegnato dalla croce”.
Quando cessò il regime del Terrore, Giulia si trasferì ad Amiens, dove conobbe Francesca Blin de Bourdon, destinata a diventare cofondatrice del nuovo istituto e sua prima biografa.
In quel periodo conobbe anche padre Giuseppe Varin. Sotto la sua guida, ad Amiens, fondò nel 1803 la congregazione conosciuta di suore di Nostra Signora, dedicata all’educazione cristiana, all’istruzione dei poveri e alla formazione degli insegnanti.
Le prime sorelle pronunciarono i voti religiosi nel 1804, anno in cui lei guarì anche dalla malattia che la aveva resa invalida.
Dopo la guarigione passò alcuni mesi aiutando i Padri della Fede nella loro opera missionaria. Fino alla morte fu sempre in viaggio e fu responsabile della rapida espansione dell’istituto; aprì scuole in 19 centri di Francia e Belgio. L’educazione dei poveri era la sua principale preoccupazione.
A causa di alcuni contrasti con il vescovo d’Amiens, trasferì la casa madre delle suore a Namur, in Belgio, da cui il nome di Sorelle di Notte Dame di Namur. Si ammalò nel gennaio 1816 e morì l’8 aprile.

Fu canonizzata nel 1969.

 

Data: 10/04/2016



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