Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mons. Guido Marini
Vescovo

Giubileo dei settimanali cattolici

Anche “Il Popolo” a Roma dal Papa per il 50° della Fisc
L’invasione dei berretti rossi

CITTA’ DEL VATICANO - Il 2016 per il nostro settimanale è sicuramente un anno da ricordare. La nostra testata compie 120 anni e la Federazione dei Settimanali Cattolici (Fisc) di cui fa parte celebra il suo 50°: questi due importanti traguardi cadono durante il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco.
Per festeggiare 50 anni di vita al servizio dell’informazione e dell’annuncio della “Buona Novella”, la Fisc, che raccoglie 192 giornali diocesani, ha partecipato all’udienza giubilare del 9 aprile, in piazza San Pietro, con il Pontefice.

Anche “Il Popolo” è giunto a Roma per condividere questa esperienza di comunione e di gioia.
La redazione al completo, guidata dal direttore mons. Pier Giorgio Pruzzi, insieme ad alcuni collaboratori e ai loro familiari è partita alla volta di Roma nel pomeriggio di venerdì 8 aprile.
Il viaggio in pullman è stato il primo momento per ritrovarsi insieme e passare alcune ore in amicizia.

Dopo la cena e la sistemazione in hotel con vista sulla grandiosa basilica di San Paolo fuori le mura, la serata è proseguita con un tour notturno nel centro della “città eterna” e tappa in piazza di Spagna, alla meravigliosa fontana di Trevi, al Pantheon e alla scoperta di angoli nascosti della capitale.

Sabato 9 aprile la giornata è iniziata al mattino presto quando il gruppo ha raggiunto piazza San Pietro.
In fila in attesa di oltrepassare i varchi di sicurezza c’erano tanti cappellini rossi oltre a quelli del “Popolo”.
Quello era il segno distintivo scelto dalla FISC per farsi riconoscere in mezzo alla folla presente all’udienza.

In poco tempo la piazza è stata invasa da oltre cinquemila “berretti rossi” giunti da tantissime diocesi italiane e da vescovi, giornalisti, collaboratori, amministratori, lettori e sostenitori, ovvero da coloro che permettono ogni settimana l’uscita e la diffusione del giornale.

All’udienza partecipavano anche una rappresentanza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli”, guidata dal rettore Franco Anelli e dall’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori, molte diocesi tra cui Torino e Genova, la Caritas di Casale Monferrato, numerose parrocchie e gruppo laicali, tra cui il Rotary Club Valle Staffora e la parrocchia di San Pietro di Voghera.

Nel primo corridoio centrale tra le transenne, davanti al palco, faceva la sua bella presenza lo striscione bianco e amaranto che è il simbolo della Federazione Fisc.

Durante l’attesa si sono incrociati sguardi, storie e impressioni fino a quando un grande applauso ha salutato l’arrivo del Pontefice che ha percorso due volte tutta la piazza a bordo della sua macchina.

Il suo sorriso e la mano alzata benedicente hanno riempito il cuore di ognuno. L’emozione è esplosa con grande intensità e centinaia di cappelli rossi hanno iniziato ad agitarsi in segno di saluto in mezzo alle quarantamila persone presenti.

Poi Papa Francesco ha preso la parola e ha iniziato il suo intervento sottolineando l’importanza del “fare elemosina” in questo anno della Misericordia perché questa parola, che deriva dal greco, significa proprio “misericordia”. “Come la misericordia ha mille strade, mille modalità, così l’elemosina si esprime in tanto modi, per alleviare il disagio di quanti sono nel bisogno” – ha proseguito il Papa che ha spiegato che “il dovere dell’elemosina è antico quanto la Bibbia ed esige la capacità di rispondere alle esigenze dei destinatari”.
Esprimendosi a braccio ha ricordato che “offrire misericordia non può essere un peso o una noia da cui liberarsi in fretta, come da un ubriaco a cui non si dà l’obolo perché forse andrà a comprare vino per ubriacarsi”.
Non bisogna fare l’elemosina “per essere lodati e ammirati dagli uomini per la nostra generosità” ha aggiunto ancora perché “non è l’apparenza che conta, ma la capacità di fermarsi per guardare in faccia la persona che chiede aiuto”.
Di qui l’interrogativo rivolto alla folla in piazza: “Sono capace di fermarmi e guardare in faccia, guardare negli occhi, la persona che mi sta chiedendo aiuto?”.

Il Papa ha concluso affermando che “Misericordia è coinvolgersi con il povero” e per spiegare il concetto ha raccontato un episodio che ha visto protagonista una mamma argentina che per insegnare ai suoi tre figli come condividere ciò che si ha con i poveri ha chiesto loro di dare metà della propria cotoletta impanata al povero che aveva bussato alla porta chiedendo del cibo.
Al termine ha salutato tutti i gruppi presenti e quando ha citato la Fisc è partito un lungo applauso e tantissime mani hanno alzato verso l’alto il loro cappello rosso.

È seguita la lettura del messaggio in diverse lingue e per quella in italiano ha letto mons. Giancarlo Dellagiovanna, sacerdote vogherese della nostra Diocesi che lavora nella Segreteria di Stato Vaticana.
La solenne benedizione ha chiuso l’udienza al termine della quale il Papa ha poi salutato i vescovi presenti e i vari rappresentanti dei gruppi.
Per la Fisc c’era una delegazione ristretta guidata dal presidente Francesco Zanotti, di cui facevano parte i membri del consiglio nazionale, che hanno salutato personalmente il Pontefice.
Con loro anche Boris Gentile, redattore di “Penna libera tutti”, l’inserto del settimanale “Il nuovo Amico” di Pesaro realizzato con una redazione di detenuti della casa Circondariale che ha donato al Papa una piccola icona realizzata dai suoi compagni carcerati.
Al Santo Padre la Fisc ha consegnato anche un’offerta per la Carità del Papa.
Il presidente della Fisc ha regalato a Papa Bergoglio un grande libro contenente tutte le prime pagine delle 193 testate che ogni settimana raggiungono quasi un milione di lettori tra carta e online.

Ad accompagnare il libro del “popolo dei settimanali” c’era una lettera nella quale Zanotti ha messo in evidenza come “stretti tra i grandi network e l’invadenza della Rete, i nostri, comunque, rimangono giornali che intendono dare voce a chi non ce l’ha, ma anche e soprattutto a quella parte d’Italia che troppo spesso rimane nascosta e non fa notizia”. “Siamo comunque sempre attenti a leggere la realtà dal punto di vista del Vangelo – assicura Zanotti – impegnati a suscitare domande, più che a fornire risposte, ben piantati per terra, ma desiderosi di fare alzare lo sguardo in alto, fin oltre le stelle.

E come operatori nei mass media, parafrasando la sua nota espressione ‘pastori con l’odore delle pecore’, noi vorremmo essere ‘giornalisti con l’odore dei lettori. Giornalisti che non rimangono nel chiuso delle redazioni, ma consumano le scarpe lungo le strade delle nostre città, capaci di saper scrutare ciò che ci circonda per poi raccontarlo con occhi e cuori attenti alle persone’.
Attenti in particolare alle storie dei ‘santi di tutti i giorni’, come da lei definiti due giorni fa durante la Messa in Santa Marta, di cui sono ricche le nostre comunità locali”.

Zanotti ha anche ricordato nel testo quanto il Papa ha sottoscritto e consegnato ai vescovi italiani durante l’assemblea Cei del maggio 2014, quando aveva fatto distribuire la “Nota dominante” di Paolo VI nella quale al quarto punto, relativo alla stampa cattolica, si legge: “è ancora tanto necessaria, tanto importante per la diffusione dei principi cristiani… tanto opportuna per la formazione di un’opinione pubblica sana e favorevole a ogni buon causa; ma ancora tanto bisognosa di unità, di sostegno, di vigore, di diffusione”.

Mentre il Papa salutava i vertici nazionali della Fisc il gruppo del “Popolo”, seguendo il lungo serpentone che si snodava in piazza, illuminato da un caldo sole, si è portato all’ingresso della Basilica di San Pietro per varcare la Porta Santa e per vivere a pieno lo spirito dei pellegrini giunti a invocare la Misericordia del Padre.
All’interno della Basilica è stata fatta una sosta di preghiera davanti alle tombe dei due Papi recentemente canonizzati, San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII e attraversando le navate, alzando la testa verso la grande cupola, si è avuta la netta sensazione di essere accolti dalla Chiesa come da una grande madre che abbraccia i suoi figli e a loro indica la strada per arrivare a Gesù.

Usciti sul sagrato ognuno ha raccontato le proprie impressioni e ripercorso i momenti vissuti mentre ci si dirigeva verso il luogo scelto per il pranzo.

La foto di gruppo, scattata davanti al cancello di Sant’Anna, da cui si ha l’accesso al Vaticano, è stato il momento finale della mattinata.

I volti sorridenti ben esprimevano la gioia provata durante l’incontro con il Papa.

Nel viaggio di ritorno la stanchezza ha lasciato spazio alla condivisione e alla gratitudine di essere annunciatori del Vangelo attraverso le pagine del giornale, rassicurati dal fatto di non essere soli e di camminare, come pellegrini, nelle nostre comunità facendosi “compagni di viaggio” pronti sempre a “dare ragione della speranza” che ci è stata donata.

Daniela Catalano

Data: 13/04/2016



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