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Il ricordo di padre Luciano Brambilla missionario barnabita in Brasile

Il ricordo di padre Luciano Brambilla missionario barnabita in Brasile

In comunione spirituale con la Congregazione dei Padri Barnabiti e con la loro missione brasiliana di Belèm, la Diocesi di Tortona partecipa al dolore per la scomparsa di padre Luciano Brambilla.

I funerali si sono svolti il 14 aprile nella basilica santuario di Nostra Signora di Nazarè a Belèm, in Brasile.

Un’icona di autentico missionario, che ha donato tutta la vita alla causa del Vangelo e al servizio dei poveri. 
Originario di Arena Po, Alfonso Luciano Brambilla era nato il 26 luglio 1926, primo di 3 fratelli. 
Avvertita la vocazione alla vita religiosa fin da bambino (a 5 anni recitava il rosario e le litanie in latino), il 18 ottobre 1939 entrava nel Seminario dei Padri Barnabiti a Cremona per compiervi il ciclo di studi teologici. 
Ordinato sacerdote il 24 marzo 1951 a Roma, il 7 dicembre dello stesso anno partiva per il Brasile destinato alla missione di Bragança dove rimase 27 anni. Con la partenza per il Brasile padre Luciano realizzava il suo sogno di diventare missionario.

Così è stato per tutta la vita. 
Ebbe numerosi incarichi tra i quali, dal 1966 al 1971, quello di superiore provinciale, di parroco dal 1978 della parrocchia di Betlemme a Belèm. 
Fu promotore infaticabile di numerose iniziative pastorali e sociali, soprattutto della realizzazione della bellissima basilica santuario di N.S. di Nazarè, centro di devozione del vastissimo territorio brasiliano. 
E inoltre del Centro sociale S. Giuseppe, del Seminario della Divina Provvidenza, dei Club “Madri” per la promozione sociale della donna, dei centri di assistenza sanitaria, dei corsi di formazione professionale, del Centro neocatecumenale di Betlemme.

Alla soglia dei 90 anni e di ben 64 anni di missione in Brasile, padre Luciano ha chiuso la sua lunga giornata terrena ricco di meriti sacerdotali e di opere buone.

Noi del Centro Missionario Diocesano lo ricordiamo molto volentieri. 
Quando faceva rientro in Italia. per i meritati periodi di congedo, per godere degli affetti parentali, non mancava mai di fare vista al vescovo e al Centro Missionario al quale era affezionato, anche a motivo della presenza della cara sorella Camilla, indimenticabile e valida segretaria ed economa per molti anni, come pure dell’amicizia che lo legava al compianto direttore mons. Libero Meriggi. 
Dotato di un buon temperamento, sapeva raccontare sempre dettagliatamente tanti aspetti positivi ed edificanti della sua missione, mettendo in risalto la socialità e la gioiosità del popolo brasiliano.

Pur nella grande distanza geografica dal suo paese natale al quale è rimasto sempre affezionato e dalla nostra diocesi, padre Luciano non ha mai dimenticato questi legami originari. 
Stimato e ben voluto da un’ampia cerchia di amici e benefattori, è stato sostenuto nelle sue opere missionarie con grande generosità, particolarmente, in diocesi, con un bel numero di adozioni a distanza. 
Si rallegrava molto, fino alla commozione, quando con tutti questi segni della Provvidenza poteva aiutare molti bambini (la sua “criança”) e tante famiglie povere.

Nell’archivio del Centro Missionario Diocesano sono conservate numerose lettere davvero edificanti, che documentano le sue autentiche doti di missionario.

Pochi anni fa, quando ha avvertito il declino delle forze fisiche e si è dovuto sottoporre a cure mediche intensive, ha chiesto in tutta umiltà di essere sollevato dagli impegni pastorali, ma il suo cuore, pur affaticato, non ha smesso di battere al ritmo del suo ardente zelo missionario; fino agli ultimi giorni di vita ha sempre avuto il pensiero preferenziale per i suoi poveri.

Nel Santuario di N.S. di Nazarè i suoi funerali hanno visto una folla di gente commossa e riconoscente per questo sacerdote barnabita missionario italiano.

Lascia in tutti quelli che l’hanno conosciuto un grande esempio di vita consacrata al servizio di tanti fratelli in nome e per conto di Gesù Cristo. 
Per i suoi famigliari, per la Congregazione dei Barnabiti e per la nostra diocesi rimane in benedizione e – lo speriamo fortemente – una protezione dal cielo.

Dino Savio

Data: 20/04/2016



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