Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO: Riflessione di Mons. Vescovo

LE LETTURE DELLA DOMENICA  

PRIMA LETTURA (2Sam 12,7-10.13)
Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai.

Dal secondo libro di Samuèle

In quei giorni, Natan disse a Davide: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro.
Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Urìa l’Ittìta, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammonìti.
Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittìta».
Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 31)
Rit: Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

SECONDA LETTURA (Gal 2,16.19-21)
Non vivo più io, ma Cristo vive in me.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno.
In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.

VANGELO (Lc 7,36-8,3)
Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

LA SANTA DELLA SETTIMANA

1/santa cunera.jpgSanta Cunera martire

La santa di questa settimana, santa Cunera, secondo la tradizione, era una vergine olandese vissuta intorno al IV secolo ed è venerata dalla Chiesa il 12 giugno.

Di lei si racconta che fosse una principessa della regione di York, e una delle vergini che accompagnarono sant’Orsola nel suo pellegrinaggio a Roma.
Quando Orsola e le sue compagne giunsero a Colonia, dove subirono il martirio, nel 451, Cunera venne salvata da re Radbod di Frisia a motivo della sua bellezza, il quale la portò a Rhenen dove abitava.
Cunera per le sue virtù fu molto apprezzata dal re che le diede le chiavi della città, preferendola anche ai suoi stessi famigliari.
La regina Aldegonda però si ingelosì e cominciò a sparlare di lei al re.
Non ottenendo alcun risultato, mentre il re era a caccia, la fece strangolare con una sciarpa e seppellire nelle stalle.
Al suo ritorno il re chiese dove fosse Cunera e la regina mentì dicendo che erano giunti i suoi genitori a prenderla.

Nel frattempo, il cavallo del re si rifiutò di farsi condurre nelle stalle.
Durante la notte il re fu svegliato dal suo stalliere che, entrato nella stalla dove era stata nascosta Cunera, aveva visto delle candele ardenti disposte a croce e si era spaventato.
Il re andò nella stalla e trovò il corpo di Cunera, con ancora la sciarpa attorno al collo.
Radbod dopo questo fatto si convertì al cristianesimo mentre la regina impazzì e si uccise. Nella stalla fu costruita una cappella e poi le reliquie sarebbero state trasferite nella chiesa di Rhenen.
Questa è la leggenda che risulta però inverosimile per il fatto che un re dei frisoni, al tempo tenacemente pagani, fosse interessato al salvataggio di una giovane e devota vergine cristiana e perché non esistono prove per affermare che Cunera fosse una cristiana.
Inoltre non risulta esistito alcun re con questo nome nel IV secolo.
Cunera probabilmente doveva essere una schiava cristiana di qualche principe frisone convertito al cristianesimo da san Willibrordo, uccisa dalla padrona per gelosia e poi, a causa dei prodigi avvenuti sul suo sepolcro, onorata come santa con l’approvazione dello stesso Willibrordo o di un suo successore che provvidero a trasferirne il corpo nella chiesa di Rhenen.
Il suo culto si è localizzato in diversi luoghi attorno a Utrecht, dove vi sono ancora tracce storiche.

La vicenda, esportata in Scozia, diede poi origine al culto di santa Kennera.

Daniela Catalano

Data: 12/06/2016



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