Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

IV DOMENICA DI AVVENTO: Riflessione del Vescovo

IV DOMENICA DI AVVENTO: Riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Is 7,10-14)
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.

Dal libro del profeta Isaìa

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 23)

Rit: Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

SECONDA LETTURA (Rm 1,1-7)
Gesù Cristo, dal seme di Davide, Figlio di Dio.

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

VANGELO (Mt 1,18-24) 

Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

IL SANTO San Domenico di Silos

1/Santo_Domingo_de_Silos.jpgIl 20 dicembre la Chiesa fa memoria di San Domenico abate.
Nacque verso l’anno Mille, a Canas nella Navarra. Di umile origine, da giovane fece il mestiere di pastore.
Poi entrò nel monastero benedettino di S. Millàn de la Cogolla, di cui divenne abate, per le sue virtù morali e pastorali.

Durante il suo incarico entrò in conflitto con il re, Garcia III di Navarra, che rivendicava la proprietà di alcuni possedimenti del monastero.
Domenico gli rispose, con umiltà ma con risolutezza, che le ricchezze dell’abbazia erano per i poveri e non per i re.
Il sovrano minacciò di strappargli la lingua, ma non ottenne i soldi.
Cacciato dal Regno di Navarra, si trasferì nel Regno di Castiglia, dove Ferdinando il Grande gli assegnò l’antico monastero di Silos, del VII secolo allora in rovina.
Domenico lo restaurò e ne fece un centro di vita spirituale e sociale.
Il monastero si trovava in una zona remota e selvaggia della diocesi di Burgos ed era in uno stato di estrema decadenza, sia materialmente sia spiritualmente. Grazie a lui il declino si arrestò e iniziò una fase di progresso tale da farlo diventare uno dei più famosi di Spagna.

In quel periodo conobbe anche un suo omonimo, tale Domenico de la Calzada, oggi santo, un eremita che si era preoccupato di aiutare i molti pellegrini diretti a San Giacomo di Compostela.
San Domenico di Silos lo incoraggiò nella sua opera e lui stesso si diede da fare per le opere di pubblica utilità.
L’abate si impegnò molto anche per il riscatto dei cristiani, fatti schiavi dagli Arabi, che avevano parzialmente occupato la penisola spagnola.
La popolarità del santo fu talmente vasta che, dopo la sua morte, il suo nome fu scritto accanto a quello del Cid Campeador, come liberatore dagli infedeli. Domenico morì nel suo monastero il 20 dicembre 1073, dove tuttora si trovano le sue spoglie, e che in seguito prese il suo nome.
Quasi un secolo dopo la sua morte la beata Giovanna d’Aza fece un pellegrinaggio alla sua tomba ed ebbe una visione nella quale il santo le diceva che avrebbe avuto un figlio, predizione che si avverò.
Il bambino in segno di ringraziamento fu chiamato Domenico e fu il fondatore dell’ordine dei domenicani.
Era tradizione che quando la regina di Spagna aspettava un figlio l’abate di Silos le portasse il pastorale del santo, che era posto accanto al letto fino al giorno del parto, per propiziare la nascita.

Daniela Catalano

Data: 17/12/2016



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