Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO: Riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Is 49,14-15)
Io non ti dimenticherò mai. 

Dal libro del profeta Isaìa

Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 61)
Rit: Solo in Dio riposa l’anima mia. 

Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: mai potrò vacillare.

Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore. 

SECONDA LETTURA (1Cor 4,1-5)
Il Signore manifesterà le intenzioni dei cuori. 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.

VANGELO (Mt 6,24-34)
Non preoccupatevi del domani. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

LA SANTA

1/santa anna line.jpgSant’Anna Line

La Chiesa il 27 febbraio fa memoria di Sant’Anna Line, martire inglese che fu canonizzata da Paolo VI il 25 ottobre 1970, insieme ad altri 39 martiri inglesi e gallesi.
Lei fa parte della schiera di migliaia di cattolici inglesi appartenenti a ogni ramo sociale, uccisi in Inghilterra durante i 150 anni di persecuzioni che si scatenarono dal 1535, anno in cui il re Enrico VIII, provocò lo scisma d’Inghilterra con il distacco della Chiesa Anglicana da Roma, fino al 1681.

Anna nacque poco dopo il 1560 a Dunmow, nella contea di Essex, figlia di Guglielmo Heigham e di Anna Alien.
In giovane età, probabilmente poco il 1580, si convertì al cattolicesimo insieme al fratello William e a Roger Line, l’uomo sposò nel febbraio 1583. Da convertita prese il nome di Anna.
Quando si convertì al cattolicesimo fu diseredata e scacciata di casa dal padre, fiero calvinista, che inutilmente aveva tentato di farla apostatare.
Rimase presto sola e senza risorse dopo il matrimonio perché il marito, insieme al fratello, fu arrestato mentre partecipava alla S. Messa.
Mentre il fratello fu poi rilasciato, il marito Roger fu esiliato e andò nelle Fiandre, dove morì nel 1594.
In quello stesso periodo, padre John Gerard aprì una casa di rifugio per nascondere preti cattolici e affidò la direzione alla giovane vedova, che godeva di una salute precaria.
Per circa tre anni Anna continuò a guidare il rifugio mentre padre John Gerard era in prigione. Svolse questo compito giorno per giorno con l’affetto di una madre, fino a quando suscitò il sospetto dei persecutori, soprattutto dopo la fuga di padre Gerard dalle prigioni della Torre nel 1597.
Il giorno della festa di Candelora, il 2 febbraio 1601, durante la messa, fu arrestata, insieme alla gentildonna di nome Margaret Gage.
Quest’ultima fu rilasciata su cauzione e poi graziata, mentre Anna fu mandata nella prigione di Newgate.
Il processo ebbe luogo il 26 febbraio. Anna era così debole per la febbre che fu portata in aula su una sedia a rotelle.
Alla corte dichiarò che, anziché rimpiangere di aver nascosto un prete cattolico, le dispiaceva solo “di non averne potuto ricevere altri mille”.
Il giudice la condannò a morte per il reato di assistere un prete seminarista.

Fu giustiziata al Tyburn il 27 febbraio 1601, insieme con il suo confessore e con un monaco benedettino.

Daniela Catalano

Data: 26/02/2017



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