Martedì, 16 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO: Riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Sap 12,13.16-19)
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

Dal libro della Sapienza

Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 85)

Rit: Tu sei buono, Signore, e perdoni.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà.

SECONDA LETTURA (Rm 8,26-27)
Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

VANGELO (Mt 13,24-43 (forma breve: Mt 13,24-30))

Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

IL SANTO

1/leone.jpgSan Leone Ignazio Mangin

Oggi, 20 luglio, la Chiesa ricorda San Leone Ignazio Mangin, sacerdote gesuita e martire canonizzato il 1° ottobre del 2000 insieme a 120 martiri caduti in Cina in odio alla fede cattolica tra il 1648 ed il 1930.

Nacque a Verny, nei pressi di Metz, in Lorena, il 30 luglio 1857, in una famiglia di undici figli. Dopo aver frequentato la scuola primaria presso i Fratelli delle Scuole Cristiane, entrò nel collegio gesuita di Metz e poi di Amiens. Il 5 novembre 1875 iniziò il noviziato nella Compagnia di Gesù. Nel 1881 fu professore a Liège e l’anno seguente gli fu proposto di partire missionario per la Cina. Egli accettò e s’imbarcò il mese di settembre. Nel 1886 ricevette l’ordinazione presbiterale. Il suo luogo di missione fu il piccolo villaggio di Tchoukiaho in cui, a motivo degli attacchi dei Boxers, si rifugiarono molte persone.

Svolse anche ruoli amministrativi, divenendo difensore degli interessi dei ventimila cristiani del suo distretto dinnanzi ai funzionari civili. Ottenne anche l’incarico della cura pastorale del distretto di King Tcheou, nel Sud Hebei.

Prevedendo la venuta di tempi difficili, fortificò il villaggio di Zhujiahe con l’aiuto del capovillaggio Zhu Dianxuan. Dopo che il 19 giugno 1900 due confratelli gesuiti erano stati assassinati dai Boxers lui, con un confratello, si rifugiò allora a Zhujiahe. Il 14 luglio una prima incursione dei Boxers venne repressa e così per i tre giorni seguenti. Questi chiesero allora rinforzi ad un’armata cinese di passaggio e attacorno nuovamente il villaggio.
Il 20 luglio riuscirono ad invaderlo e presero a massacrare tutti coloro che trovavano in strada. I due missionari fecero entrare in chiesa le donne e i bambini e dall’altare cercarono confortare le persone terrorizzate.
I Boxers allora forzarono la porta e urlarono: “Uscite e non sarete uccisi!”. Solo alcune mamme con i loro bambini uscirono. Tutti gli altri rimasero all’interno e continuarono a pregare.
I Boxers uccisero Maria Zhou Wuzhi che cercò di difendere il santo. L’edificio sacro fu incendiato e i due missionari con i vestiti infuocati, furono colpiti mortalmente.

Daniela Catalano

 

Data: 21/07/2017



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