Migranti e corridoi umanitari
Se ne parlerà il 30 novembre a Tortona con Mons. Viola e la Pastora Evangelica
TORTONA - Nei giorni scorsi, mentre le cronache riferivano di situazioni sempre più drammatiche, come la vendita all’asta di giovani migranti in Libia o di nuovi episodi sconcertanti, come il ritrovamento del piccolo Anthony sotto un treno merci a Bressanone, e mentre l’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU denunciava come “disumana” la collaborazione tra Unione europea e Libia per la gestione dei flussi migratori dall’Africa, senza clamori, ma puntando ai fatti più che alle parole, quello che papa Francesco ha definito “l’ecumenismo della carità” si concretizzava in un nuovo progetto per l’ingresso in Italia dei richiedenti asilo mediante i cosiddetti corridoi umanitari.
Si tratta di un protocollo sottoscritto, il 7 novembre scorso, dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dalla Tavola Valdese con i Ministeri dell’Interno e degli Esteri.
Grazie a questi accordi – il primo era stato siglato il 15 dicembre 2015 alla Farnesina – è possibile per i profughi giungere in Italia in sicurezza e legalmente.
Già 1000 profughi, in gran parte famiglie siriane in condizioni di vulnerabilità (cioè con bambini o anziani malati), sono stati accolti con questo progetto, interamente autofinanziato dai promotori e che permette ai migranti non solo di evitare le rischiosissime traversate del Mediterraneo, ma anche di integrarsi più facilmente nel nostro Paese.
Oltre al rinnovo del progetto già sperimentato con il Libano, a gennaio 2017 è stato attivato dalla Conferenza Episcopale Italiana, con il supporto della Comunità di Sant’Egidio, della Caritas e della Fondazione Migrantes, un altro protocollo per l’Etiopia.
Se l’immigrazione è un problema che deve essere affrontato senza pregiudizi e in modo corale, questo modello italiano, ecumenico e civile ha già dato prova di essere efficace, riproducibile e funzionale tanto alle esigenze di sicurezza del paese d’arrivo (perché i controlli sull’identità e sullo status sono fatti dal Governo nei campi profughi dei paesi di provenienza, prima della partenza), quanto alle irrinunciabili esigenze di salvaguardia e dignità della vita umana (perché i trasferimenti sono con voli organizzati).
Di questo tema si parlerà a Tortona (Sala Convegni della Fondazione CRTortona), giovedì 30 novembre, alle ore 20.45, con il Vescovo, Mons. Vittorio Viola e la Pastora della Chiesa Evangelica Metodista di Alessandria, Lucilla Peyrot.
L’occasione servirà anche per dar conto della colletta, realizzata dalla Chiesa di Tortona per iniziativa del MEIC, in occasione della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani 2017.
Con la somma raccolta, infatti, si è contribuito al finanziamento del progetto, attraverso la Comunità di Sant’Egidio di Genova che, con Claudio Bagnasco e Samir Hanna, offrirà una testimonianza diretta di come si realizzano questi corridoi umanitari.
Data: 22/11/2017