Giovedì, 28 Marzo 2024
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Mons. Guido Marini
Vescovo

Corridoi umanitari

“I migranti segno che parla alla Chiesa”

1/corridoi.jpgTORTONA - Nella serata di giovedì 30 novembre, nella sala convegni della Fondazione CRT, si è svolta un’interessante conversazione che ha avuto come argomento principale il progetto dei “Corridoi umanitari”.
A organizzare questo incontro per riflettere su un nuovo “modello di accoglienza e integrazione” dei migranti sono stati il Meic, la Caritas diocesana, l’unione delle Chiese metodiste Valdesi e la Comunità di Sant’Egidio.

Questi soggetti, coinvolti in prima persona, hanno voluto approfondire un tema che è di grande attualità.
Sono intervenuti il Vescovo, Mons. Vittorio Viola, la Pastora della Chiesa Evangelica Metodista di Alessandria Lucilla Peyrot, Claudio Bagnasco della Comunità di Sant’Egidio di Genova e Samir Hanna giovane siriano.
Luisa Iotti del Meic di Tortona ha introdotto i relatori e ha salutato il pubblico di cui facevano parte anche il vicesindaco Marcella Graziano e il presidente del Consiglio Comunale Gianni Castagnello.
Ha anche ricordato che la colletta realizzata dal MEIC, in occasione della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani 2017, è stata utilizzata per contribuire al finanziamento del progetto, attraverso la Comunità di Sant’Egidio di Genova.

La prima a prendere la parola è stata la Pastora della Chiesa Valdese Metodista di Alessandria, Lucilla Peyrot che ha raccontato come la Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane e la Tavola Valdese hanno accolto l’invito della Comunità di Sant’Egidio a dare vita a quello che il Papa ha definito “l’Ecumenismo della carità” che si è poi concretizzato nella realizzazione del primo Corridoio umanitario.
I Corridoi sono frutto di un progetto che prevede l’ingresso in Italia dei richiedenti asilo e che ha portato alla firma di un protocollo siglato il 15 dicembre 2015 alla Farnesina dai due soggetti proponenti e dai Ministeri dell’Interno e degli Esteri.

Il secondo protocollo è stato firmato il 7 novembre scorso e prosegue l’intento del primo.
Claudio Bagnasco, della Comunità di Sant’Egidio di Genova, è intervenuto per spiegare nel dettaglio come funzionano i Corridoi e che cosa è stato fatto in questi due anni e ha proiettato un video con le storie di alcune delle persone che sono state accolte.
Il primo progetto ha visto l’accoglienza di 1000 migranti provenienti dai campi profughi del Libano.
Si trattava in gran parte di famiglie siriane in condizioni di vulnerabilità (cioè con bambini o anziani malati) o di giovani che rischiavano la vita come nel caso di Samir Hanna.
Arrivati in Italia i profughi sono accolti e ospitati in diverse case e strutture sul territorio nazionale. Samir ha poi raccontato la sua toccante testimonianza di profugo costretto a fuggire fino al suo arrivo a Genova e al suo percorso di integrazione nella città.
Il Vescovo Mons. Viola ha sottolineato l’aspetto più significativo dei corridoi umanitari ovvero quello di “dare un volto e un nome ai migranti” che non sono solo numeri ma persone con una vita e una storia.
Il suo intervento era centrato sul documento “Migranti, segno di Dio che parla alla Chiesa” realizzato dalla Commissione regionale delle missioni, della Caritas e dei migranti della Regione Ecclesiastica ligure, con l’intento di offrire vari spunti di riflessione sul fenomeno migratorio.
Parlando dei corridoi umanitari Viola ha affermato che “possono essere una risposta al fenomeno, con la possibilità di un maggior controllo”.
Nel documento della C.E.L. c’è una parte finale che mette in evidenza l’approccio dal punto di vista della fede. “Il disegno che Dio ha sul mondo – ha concluso – è quello di creare un’unica famiglia.

I migranti sono un segno dei tempi che parla alla Chiesa per farci capire che tutti gli uomini devono salvarsi e arrivare alla conoscenza della verità”. Al termine è seguito un vivace dibattito.

Daniela Catalano

Data: 06/12/2017



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