Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO:

PRIMA LETTURA (Lv 13,1-2.45-46)
Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.

Dal libro del Levìtico

Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
«Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 31)
Rit: Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

SECONDA LETTURA (1Cor 10,31-11,1)
Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

VANGELO (Mc 1,40-45)
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

LE SANTE DELLA SETTIMANA

1/fosca e maura1.jpgSante Fosca e Maura

Il 13 febbraio la Chiesa commemora santa Fosca e santa Maura, due martiri del III secolo di cui si hanno poche notizie tratte soprattutto da una Passio del XII secolo.
La Passio e i martirologi di epoca medievale narrano che Fosca era nata da una famiglia pagana e viveva a Ravenna.
A circa quindici anni sentì parlare del cristianesimo, che ai tempi era considerata una nuova religione, si avvicinò ad esso e ne rimase affascinata.
Decise di voler ricevere il battesimo.

La fanciulla si confidò con la sua affezionata nutrice, chiamata Maura, cioè Mora, forse perché d’origine africana.
Maura incoraggiò i propositi della fanciulla e insieme si recarono dal prete Ermolao che le battezzò.
Quando però il padre di Fosca venne a sapere questo fatto, andò su tutte le furie.
Nessuna delle sue minacce però servì a far desistere la figlia dal suo intento di aderire alla nuova fede.
Fosca e Maura furono denunciate al prefetto Quinziano, ma i soldati inviati ad arrestarle le trovarono intenta a parlare con un angelo e non riuscirono nel loro intento.
Pur potendo mettersi in salvo e sfuggire al martirio, Fosca capì che se voleva davvero dimostrare di essersi convertita doveva essere pronta ad affrontare il peggio.

In questo grave momento Santa Maura fu con lei.

Le due donne, coraggiosamente, si presentarono al prefetto.
Furono processate, crudelmente torturate e infine decapitate il 13 febbraio.
I loro corpi furono gettati in mare e si narra che furono poi rapiti da alcuni marinai e trasportati in Tripolitania, l’attuale Libia, dove ebbero sepoltura nelle grotte presso Sabratha.
Molti anni più tardi, con l’arrivo degli Arabi, un cristiano di nome Vitale riportò le reliquie in Italia, nell’isola di Torcello, nella laguna veneta, dove fu eretta una chiesa in onore delle due martiri, ancora esistente.
Gli agiografi ritengono che il martirio sia avvenuto durante la persecuzione deciana, supponendo che il prefetto Quinziano sia lo stesso “consularis provinciae Siciliae” da cui fu martirizzata Sant’Agata.
Santa Maura è considerata il modello delle nutrici cristiane ed è venerata come patrona delle balie.
Le sue spoglie si trovano nella chiesa di S. Maria di Lourdes in Milano.
La venerazione delle due sante è molto sentita a Torcello, ma anche a Selva di Cadore, nella frazione che è dedicata a Santa Fosca.

Daniela Catalano

Data: 09/02/2018



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