Festa della Madonna di Lourdes
In preghiera per i malati
TORTONA - Domenica 11 febbraio in tante parrocchie è stata celebrata la festa della Madonna di Lourdes.
A livello diocesano le celebrazioni liturgiche officiate dal Vescovo sono state due: a Novi Ligure, nella cappella dell’ospedale, alle ore 16 e a Tortona, sempre nella cappella del nosocomio, alle ore 18.
L’Oftal, guidata dal presidente Michele Rossetti, ha partecipato alla S. Messa nella parrocchia di San Nicolò a Novi Ligure alle ore 11, a quella celebrata da mons. Marco Daniele, delegato vescovile dell’Oftal, alle ore 15.30 nella parrocchia di San Matteo, a Tortona e alla S. Messa a Voghera, nel Santuario della Madonna delle Grazie, alle ore 17.30, officiata dai frati francescani.
A Novi Ligure la chiesa dell’ospedale “San Giacomo” era gremita di fedeli e la celebrazione è stata particolarmente sentita.
Erano presenti anche numerose associazioni di volontariato tra cui dame e barellieri dell’Oftal.
Durante la Messa è stato amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi.
Mons. Vittorio Viola, che era in visita Pastorale presso la parrocchia di Sant’Antonio nell’omelia commentando il passo del Vangelo di Marco, ha sottolineato come Gesù, entrando in contatto con il lebbroso, infranga la prescrizione per cui vi era il divieto di toccare un impuro; l’uomo, guarito, non più isolato, viene ammonito a non riferire l’accaduto ma tanta è la sua gioia che diviene “annunciatore di ciò che ha vissuto”. “L’esperienza della malattia – ha continuato il Vescovo – ci fa scoprire quanto siamo limitati e fragili e quanto c’è bisogno della guarigione, ma c’è anche bisogno di un senso, di un significato che solo Gesù sa dare”. Il miracolo che si vive a Lourdes è proprio quello della pace interiore anche dentro la condizione d’infermità, che permette di “poter essere più vicini all’offerta di Gesù”.
Alle ore 18 il Vescovo è stato accolto nella cappella dell’ospedale civile tortonese, dove ha concelebrato insieme al cappellano, padre Vittorio Dal Dosso, frate cappuccino e alla presenza di alcuni novizi cappuccini.
Ad animare la preghiera è stata la Corale parrocchiale di Viguzzolo con i suoi canti.
Nell’omelia il pastore diocesano, commentando il brano del vangelo di Marco, ha sottolineato il fatto che “la malattia è il luogo dove il Signore è più vicino a noi, anche se a volte si pensa il contrario” e ha esortato a chiedere “la fede e la fiducia dell’uomo lebbroso che sa che dal Signore può ricevere la salvezza”. Prima della benedizione finale ha ringraziato il cappellano, le associazioni di volontariato e il personale medico e infermieristico per l’attenzione e la disponibilità verso tutti i malati, in ogni momento della giornata.
Cristina Bertin
Data: 14/02/2018