Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

I DOMENICA DI QUARESIMA: la riflessione del Vescovo

PRIMA LETTURA (Gen 9,8-15)
L’alleanza fra Dio e Noè liberato dalle acque del diluvio.

Dal libro della Gènesi

Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».
Dio disse:
«Questo è il segno dell’alleanza,
che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi,
per tutte le generazioni future.
Pongo il mio arco sulle nubi,
perché sia il segno dell’alleanza
tra me e la terra.
Quando ammasserò le nubi sulla terra
e apparirà l’arco sulle nubi,
ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e ogni essere che vive in ogni carne,
e non ci saranno più le acque per il diluvio,
per distruggere ogni carne».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 24)

Rit: Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

SECONDA LETTURA (1Pt 3,18-22)
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.
Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.

VANGELO (Mc 1,12-15)

Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

LA SANTA DELLA SETTIMANA

1/giacinta.jpgSanta Giacinta Marto

Il 20 febbraio ricorre la memoria di Santa Giacinta Marto, una dei tre veggenti di Fatima, che san Giovanni Paolo II ha beatificato insieme al fratello Francesco il 13 maggio 2000 e che Papa Francesco ha canonizzato il 13 maggio 2017. Giacinta, era nata l’11 marzo 1910 ad Aljustrel, frazione di Fatima, in Portogallo. Era una bambina a cui piaceva giocare, un po’ permalosa e amante della musica e del ballo.
Il 13 maggio 1917, si trovava a Cova da Iria, vicino a Fatima, insieme al fratello maggiore Francisco e alla cugina Lucia dos Santos, per badare al gregge. Secondo quanto riferito dai pastorelli, improvvisamente videro apparire una “signora”, che identificarono con la Madonna, che aveva rivelato loro tre segreti.

Le apparizioni furono sei proseguirono fino al 13 ottobre 1917, quando si verificò il fenomeno noto come il “miracolo del sole”.

Dopo l’incontro con la Madonna, Lucia raccontò che la vita e le abitudini di Giacinta cambiarono.

Smise di amare il ballo e cominciò a pregare molto, meditava a lungo sull’eternità dell’inferno e cominciò a prendere “sul serio i sacrifici per la conversione dei peccatori”, si privava anche della merenda per soccorrere i bambini di due famiglie bisognose, si innamorò del Papa che avrebbe voluto tanto incontrare a tu per tu e spesso la trovavano raccolta in preghiera con uno slancio di amore sicuramente superiore alla sua età.
La breve vita di Giacinta trascorse in maniera parallela a quella del fratello, legata da un’identica serenità spirituale.
Il 23 dicembre 1918, fu colpita, con il fratello, dal terribile virus dell’influenza “spagnola”. Francisco morì a Fatima il 4 aprile 1919.
Giacinta, invece, ebbe una malattia più lunga e dolorosa.
Sopraggiunse una pleurite purulenta, da lei sopportata e offerta “per la conversione dei peccatori e per riparare gli oltraggi che si fanno al cuore immacolato di Maria”.
Le fu chiesto anche un ultimo grande sacrificio ovvero staccarsi dai suoi e soprattutto dalla cugina Lucia, per un ricovero nell’ospedale di Lisbona.

Fu tentato di tutto, anche un intervento chirurgico senza anestesia per tentare di strapparla dalla morte.
Mentre era ricoverata sua madre le chiese che cosa desiderasse e la piccola chiese la presenza dell’amata Lucia.
La visita fu tutto un parlare delle sofferenze offerte per i peccatori al fine di allontanarli dall’inferno, che la Madonna aveva mostrato loro.
Disse a Lucia: “Tu rimani qua per dire che Dio vuole istituire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Quando ce ne sarà l’occasione, non ti nascondere. Di’ a tutti che Dio ci concede le grazie per mezzo del Cuore Immacolato di Maria; che le domandino a Lei, che il Cuore di Gesù vuole che vicino a Lui, sia venerato il Cuore Immacolato di Maria. Chiediamo la pace al Cuore Immacolato di Maria; Dio la mise nelle mani di Lei. Se io potessi mettere nel cuore di tutti, il fuoco che mi brucia qui nel petto e mi fa amare tanto il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria!”.
Morì in ospedale a Lisbona il 20 febbraio 1920.

Il 12 settembre 1935 le sue spoglie di Giacinta furono trasportate da Vila Nova de Ourém nella basilica di Nostra Signora del Rosario a Fatima.

Quando la bara fu aperta si attestò che il volto della piccola veggente era incorrotto.
Venne scattata una fotografia e il Vescovo di Leiria ne inviò una copia a suor Lucia che, nei ringraziamenti, accennò alle virtù della cugina.
Tale fatto indusse il prelato a ordinare alla monaca di scrivere tutto ciò che sapeva della vita di Giacinta, così nacque la prima memoria, che l’autrice terminò nel Natale dello stesso 1935.

Per la canonizzazione di Giacinta, la Chiesa ha ritenuto miracolosa la guarigione del bambino brasiliano Lucas Maeda de Oliveira, caduto accidentalmente da un’altezza di sei metri e mezzo il 3 marzo 2013, mentre giocava.

Daniela Catalano

 

Data: 15/02/2018



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