114 profughi dall’Etiopia ospitati in Italia per 1 anno. L’obiettivo è l’integrazione
Due mamme con i due figli accolte in Diocesi
Martedì 27 febbraio è atterrato a Roma Fiumicino l’aereo con 114 profughi provenienti dai campi dell’Etiopia.
Famiglie di profughi del secondo contingente del Corridoio Umanitario promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana insieme a Caritas Italiana e alla Comunità di Sant’Egidio.
Di fronte alla drammatica situazione che spinge migliaia di persone a cercare “salvezza” attraversando prima il deserto e poi il Mar Mediterraneo in condizioni di grave rischio per sé e le proprie famiglie, la Chiesa italiana ha fortemente voluto i “Corridoi”.
Un segnale alternativo per dare inizio ad una stagione nuova di soluzioni concrete: passare dal recuperare vite umane nei mari all’accoglienza diretta in famiglie e comunità locali.
Anche la Diocesi di Tortona, grazie alla determinata volontà del Vescovo Mons. Vittorio Viola e dell’ufficio pastorale di Caritas Diocesana, ha accolto nella serata di martedì presso l’antica parrocchia di Mondondone, in Oltrepò, due mamme, Sara e Nebiat con i lori bimbi, rispettivamente Adonay di 5 anni e Kisanet, una bimba di meno di 2 anni.
Sono donne e minori, raccontano gli operatori e mediatori Caritas, che hanno ascoltato direttamente le loro storie di vita, che hanno “sperimentato” in Eritrea (loro paese d’origine), molte disavventure.
L’obiettivo del progetto di accoglienza, che durerà 365 giorni, è quello di favorire l’integrazione delle due famiglie nel territorio locale e nella comunità, attraverso l’orientamento e l’accompagnamento nell’inserimento sociale, abitativo e lavorativo.
Ad assistere e accompagnare le due famiglie, oltre agli operatori di Caritas Tortona e ad un buon e generoso gruppo di parrocchiani primariamente di Mondondone e delle comunità di Codevilla-Retorbido-Murisasco, è una famiglia tutor italiana che si occuperà di accompagnare il percorso di integrazione sociale e lavorativa delle ospiti sul territorio locale garantendo servizi, corsi di lingua italiana.
Una famiglia che desidera condividere con loro il tetto, i pasti, la scuola dell’infanzia… insomma: la vita quotidiana.
Moreno Baggini
Data: 28/02/2018
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