Giovedì, 28 Marzo 2024
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Mons. Guido Marini
Vescovo

Il convegno diocesano adulti di AC

Ernesto Preziosi è intervenuto sul caso Moro: la figura di un “credente integrale”

1/ac adulti 2.jpgTORTONA - Da molti anni il settore adulti dell’Azione Cattolica di Tortona organizza nel mese di maggio l’annuale convegno diocesano di studio su temi di interesse per la vita della Chiesa e del Paese.
Quest’anno abbiamo scelto di riflettere sulla figura di Aldo Moro rischiando di aggiungere un’iniziativa apparentemente scontata nell’inflazionato panorama dei memoriali a 40 anni dalla sua morte.
Così non è stato o almeno così ci è sembrato scambiando le impressioni e le emozioni di un pomeriggio ricco e profondo, per tutti momento di formazione.

In un contesto nel quale l’attenzione è prevalentemente attirata dal “caso Moro”, Ernesto Preziosi, già vice presidente nazionale dell’AC e membro della commissione bicamerale di inchiesta sul sequestro e sulla morte di Aldo Moro, ci ha accompagnati in una ricca e completa riflessione sulla figura di un “credente integrale” che ha basato la sua vita e le sue scelte in risposta alla chiamata della fede e della storia.
Così scrive nel memoriale ritrovato in via Montenevoso a Milano: “Io sono entrato, come tanti altri, nella DC con la spontaneità e l’entusiasmo di una scelta, più che politica, religiosa, dal fervido ambiente associativo dell’Azione Cattolica, ed in specie della FUCI, e delle ACLI, di cui fui tra i fondatori. Si era nell’ambito di quella che si chiamava la dottrina sociale della Chiesa, fondata sulla proprietà (tra altri diritti naturali) con una precisa funzione sociale però, il tutto aggiornato dal Codice Sociale di Malines e da quello di Camaldoli.

In quel fervore iniziale c’era più fede che arte politica e tale stato d’animo restò per molti a lungo, tanto che si può parlare di quella come una DC religiosa di contro a quella laica che sopravvenne poi”.
Sono trascorsi 40 anni dai tragici eventi del sequestro e il successivo omicidio da parte delle brigate rosse e ancora ai giovani di oggi non siamo in grado di dire tutta la verità su una delle pagine più buie della nostra repubblica; eppure essi stessi ci hanno detto che non sanno e vorrebbero sapere, non capiscono e vorrebbero capire.

Colpisce il luogo dove Aldo Moro fu rapito e la sua scorta trucidata: via Mario Fani.
Luogo e spazio dove si è consumato un dramma umano e istituzionale senza precedenti.

Moro fu rapito proprio nella strada che porta il nome del fondatore dell’Azione Cattolica, associazione di cui Moro aveva fatto parte in anni giovanili, prima con l’impegno nella Federazione degli universitari cattolici (Fuci) e poi all’interno del Movimento laureati, realtà di intellettuali che aveva contribuito in maniera decisiva all’elaborazione e alla stesura della Carta costituzionale.

Moro, da cattolico fervente, non ha rifuggito il proprio tempo, ma si è confrontato seriamente con le questioni e le problematiche sociali, avendo sempre presente il rispetto dei valori fondamentali della dignità della persona e della convivenza civile, cercando di promuovere la libertà e la dignità dell’essere umano.
L’uomo e la sua dignità, il “valore incommensurabile della persona” costituiscono motivi sempre importanti e presenti in tutti i suoi scritti.
Non poteva non essere altrimenti per un giovane maturato nella Fuci di Montini, all’interno della quale le idee di Maritain e del personalismo francese avevano larga circolazione e contribuirono alla formazione di “una coscienza religiosa e insieme civile”.
Il suo rapimento, la prigionia e l’assassinio provocano il nostro presente e restano un monito costante per il futuro.
L’amico Ernesto Preziosi ci ha fatto l’ennesimo regalo conducendoci per mano in sentieri erti e condividendo, come siamo abituati a fare in associazione, la fatica del pensiero e la ricerca di un vero discernimento.
Così ci saluta sui social tornando a casa: “Oggi a Tortona a fare memoria di Aldo Moro, della sua umanità, della sua spiritualità, del suo pensiero politico: perché il caso Moro non faccia velo alla conoscenza di questa personalità che dalla formazione avuta in AC, in Fuci, in università, ha saputo offrire un fondamentale contributo politico alla Costituente e negli anni in cui l’Italia muoveva i suoi primi passi nella democrazia.
Un contributo capace di tessere un robusto disegno politico dal centro sinistra alla solidarietà nazionale per guidare il Paese in anni di profonde trasformazioni sociali.
Anche per questo la verità sulla sua morte, specie la verità politica deve essere cercata. Ancora oggi”.

Equipe adulti diocesana di AC

Data: 23/05/2018



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