Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (2Re 4,42-44)
Ne mangeranno e ne faranno avanzare.

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.



SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)

Rit: Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

 

SECONDA LETTURA (Ef 4,1-6)
Un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.


VANGELO (Gv 6,1-15)

Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.


LA SANTA DELLA SETTIMANA

1/santa marta 1.jpgSanta Marta

Il 29 luglio è la festa di Santa Marta, la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, nella cui casa Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea.

In occasione di una di queste visite compare per la prima volta Marta.

Il Vangelo la presenta come la donna di casa, sollecita e indaffarata per accogliere degnamente l’ospite, mentre la sorella Maria preferisce ascoltare le parole del Maestro. Marta, il cui nome significa “Signora”, ricompare nel Vangelo nel drammatico episodio della risurrezione di Lazzaro, dove implicitamente domanda il miracolo con una semplice e stupenda professione di fede nella divinità di Cristo e durante un banchetto al quale partecipa lo stesso Lazzaro, da poco risuscitato, e anche questa volta si presenta in veste di donna tuttofare.
Il culto di Marta si diffuse in Europa a partire dal secolo XII grazie ai francescani, che nel 1262 fissarono la festa al 29 luglio, cioè otto giorni dopo la festa di S. Maria Maddalena, impropriamente identificata come sua sorella.

In Provenza il culto di Marta fu diffuso dai merovingi.
A Tarascona furono trovati i suoi presunti resti e collocati in un sarcofago del III secolo. Attualmente sono conservati nella collegiata reale della città.

Secondo la tradizione provenzale, intorno all’anno 48 dopo Cristo, Marta con la sorella Maria Maddalena, il fratello Lazzaro e la serva Marcella approdò nel sud della Francia sulle rive del Golfo del Leone in Camargue in compagnia di San Massimino e delle Sante Marie del Mare ovvero Maria di Cleofa, sorella di S. Giuseppe e madre dell’apostolo Giacomo minore e Maria Salomé, madre degli apostoli Giovanni e Giacomo maggiore, accompagnata dalla serva Sara, molto onorata dagli zingari.

Secondo la leggenda, una volta approdati, si separarono e Maria Maddalena, seguendo la propria ispirazione contemplativa, si rifugiò in una grotta, la Sainte-Baume, a est di Marsiglia.

Marta, lasciata la sorella, si indirizzò a nord tra paludi e foreste. Presso un guado sul Rodano si trovava un orrendo mostro, la Tarasca, che spaventava la popolazione e la santa riuscì ad avvicinarlo e a domarlo.

La Tarasca divenne poi il simbolo del paganesimo vinto dalla religione di Cristo, annunciata da Marta in quel lembo di Provenza ed entrò nella rappresentazione popolare della santa.

Daniela Catalano

Data: 26/07/2018



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