Mercoledì, 24 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (Is 53,10-11)
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.

Dal libro del profeta Isaìa

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA (Eb 4,14-16)
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

VANGELO (Mc 10,35-45)
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/giovanni capesanto.JPGSan Giovanni da Capestrano

Il 23 ottobre la Chiesa ricorda San Giovanni da Capestrano che nacque a Capestrano, un piccolo paese vicino a L’Aquila, il 24 giugno 1386 da un barone tedesco e da una donna abruzzese.
Studente a Perugia, si laureò e divenne un ottimo giurista, tanto che Ladislao di Durazzo lo fece governatore di quella città. Dovendo guadagnarsi da vivere, nel 1413, ottenne la carica di giudice in uno dei rioni di Perugia.
Una notte San Francesco gli apparve in sogno e gli chiese di entrare nel suo Ordine, cosa che lui fece divenendo a 30 anni francescano.
Conobbe molto bene San Bernardino e lo difese quando, a causa della devozione del Nome di Gesù, fu accusato d’eresia.
Prese anche lui come emblema il monogramma bernardiniano di Cristo Re e lo portò nelle sue battaglie.
Fu nominato inquisitore e inviato contro gli eretici, che nel suo caso erano i cosiddetti Fraticelli. Il Papa lo inviò in Austria, in Baviera e in Polonia, per combattere gli Ussiti.

In Terra Santa promosse l’unione degli Armeni con Roma.
A settant’anni, nel 1456, si trovò a Belgrado quando fu attaccata dai Turchi, che dopo aver preso Costantinopoli nel 1453, cercavano di risalire in Europa attraverso l’Ungheria.
Furono Niccolò V e il successore Callisto III che organizzarono una crociata in difesa della fede cristiana minacciata dal pericolo ottomano-islamico.

Giovanni percorse tutta l’Europa per mettere in piedi un esercito e si preparò alla guerra. Dal 14 al 22 luglio 1456 cristiani e turchi si batterono a Belgrado, che era stata chiusa in una tenaglia dalle truppe di Maometto II e dalla flotta turca.
Fu il comandante ungherese a rompere l’assedio navale con un attacco che riportò pieno successo il 14 luglio 1456.
Una settimana dopo arrivò anche la vittoria terrestre, che vide come protagonista assoluto il santo, che guidò l’attacco.
Per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo.
L’esercito turco fu messo in fuga e lo stesso sultano Maometto II fu ferito.
Il Papa Callisto III istituì, in memoria, la festa della Trasfigurazione (6 agosto).
Questa azione gli meritò l’appellativo di “Apostolo dell’Europa Unita”. Contrasse la peste e morì tre mesi dopo, il 23 ottobre 1456, in Croazia.

Si festeggia come patrono dei cappellani militari.

Daniela Catalano

Data: 18/10/2018



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