Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (Dn 12,1-3)
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.

Dal libro del profeta Daniele

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

SECONDA LETTURA (Eb 10,11-14.18)
Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

VANGELO (Mc 13,24-32)

Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

LA SANTA DELLA SETTIMANA

1/SantaElisabettaDUngheria.jpgSanta Elisabetta di Ungheria. 

Il 17 novembre la Chiesa ricorda Santa Elisabetta di Ungheria.

Elisabetta, nata nel 1207, era figlia di Andrea II, re d’Ungheria e dalla regina Gertrude di Merania.
Secondo la consuetudine del tempo, ancora bambina, fu promessa sposa al giovanissimo Ludovico IV, duca di Turingia.
Il matrimonio fu celebrato nel 1221 e la coppia si stabilì nel castello di Wartburg. L’unione era stata davvero felice: gli sposi si amavano intensamente e si esortavano reciprocamente a lodare e servire Dio.

Diceva Elisabetta: “Se io amo tanto una creatura mortale, quanto dovrei amare di più il Signore, immortale e padrone di tutti!”. La sua grande devozione a Dio la sollecitò a vivere una vita ascetica e caritatevole.
Le gentildonne di Turingia, frivole e presuntuose, quasi la disprezzavano, perché Elisabetta vestiva molto semplicemente e viveva modestamente, tanto che nel castello di Wartburg quasi non si distingueva dal personale di servizio: era sempre affaccendata e non dedicava alcun momento ai divertimenti.
Del resto di tempo da dedicare ai divertimenti ne aveva ben poco, perché a quindici anni era arrivato il primo figlio, Ermanno, a diciassette, Sofia e poi Gertrude, che nacque dopo che il padre era morto in Italia venti giorni prima.
Il matrimonio, tenero e affettuoso, non fu mai turbato da incomprensioni o contrasti.

Il marito Ludovico era stupito che la moglie si facesse svegliare di notte, a sua insaputa, per pregare a lungo, inginocchiata ai piedi del letto.

La fedele domestica Isentrude scrisse che “anche quando il marito viveva, ella era come una religiosa: umile e caritatevole, tutta dedita alla preghiera.
Compiva tutte le opere di carità nella più grande gioia dell’anima”.
Nel 1227, Andrea II d’Ungheria e Giovanni di Brienne prepararono la quinta Crociata. Ludovico partecipò ai preparativi e venne in Italia, affidando al famoso predicatore Corrado di Marburgo l’assistenza spirituale della moglie.
Arrivò ad Otranto e in questa città morì.

Rimasta vedova, i cognati infierirono contro Elisabetta per appropriarsi dei suoi beni.
La scacciarono dal castello di Wartburg, le tolsero i figli.

La santa, divenuta povera, si dedicò ai più poveri di lei: curò gli ammalati, assistette i lebbrosi occupandosi di essi con assoluta dedizione.

Gli ultimi quattro anni della sua vita furono pieni di fatica, di penitenza, di carità, di grande disponibilità ad accorrere,  di giorno e di notte, al letto di chi aveva bisogno di lei.
Morì il 17 novembre 1231, a soli 24 anni. La sua fama ed il suo culto si espansero rapidamente anche per i numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione.
La sua tomba divenne ben presto meta di pellegrinaggi e di guarigioni.
Corrado di Marburgo ne propagò la fama, esaltando in lei, principessa, che era vissuta nella povertà e nella carità l’esempio di nuova spiritualità che poteva essere seguita da altre nobildonne.
Il processo di canonizzazione promosso principalmente da Corrado andò avanti speditamente. I miracoli attribuiti a lei non mancavano.
L’insieme dei documenti agiografici su di lei è, a detta degli studiosi, uno dei più ricchi dell’Europa medievale.

Papa Gregorio IX la canonizzò il 1° giugno 1235 a Perugia. Il culto della neo santa si estese rapidamente. La sua tomba continuò ad essere meta di pellegrinaggi.

Numerose poi furono le congregazioni religiose femminili specialmente Terziarie Francescane.
Nel secolo scorso in Germania in varie città sorsero le cosiddette “Conferenze di Santa Elisabetta”. Le donne che si consacravano alla cura dei malati venivano chiamate “Elisabettine”.
È patrona dei panettieri perché, secondo la tradizione, aveva trasformato in rose i pani che aveva nascosto per i poveri e gli ammalati e del Terzo Ordine Regolare di San Francesco e dell’Ordine Francescano Secolare.

Daniela Catalano

 

Data: 15/11/2018



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