Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

BATTESIMO DEL SIGNORE

PRIMA LETTURA (Is 40,1-5.9-11)
Si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno.

Dal libro del profeta Isaìa

«Consolate, consolate il mio popolo –
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 103)
Rit: Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

SECONDA LETTURA (Tt 2,11-14;3,4-7)
Il Signore ci ha salvato con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

VANGELO (Lc 3,15-16.21-22)
Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

IL SANTO SELLA SETTIMANA

1/San Tommaso da Cori.jpgSan Tommaso Placidi da Cori

Il primo santo del 2019 è il sacerdote Francesco Antonio Placidi che la Chiesa commemora domani, 11 gennaio.

Nacque a Cori, in provincia di Latina il 4 giugno 1655.

A 14 anni rimase orfano di entrambi i genitori e dovette provvedere da solo la famiglia. A 22 anni, sistemate le due sorelle, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Francescani, nel convento della SS. Trinità a Orvieto il 7 febbraio 1677, cambiando il suo nome di Francesco Antonio in quello di Fra’ Tommaso.

Per cinque anni fu allievo del celebre Lorenzo Cozza e nel 1683 a Velletri fu consacrato sacerdote ricevendo la patente di predicatore.

Esercitò l’apostolato nella Diocesi di Subiaco e in quelle confinanti con tale profitto per quelle popolazioni, da essere classificato come “l’apostolo del Sublacense”.

Grande maestro di santità, esperto direttore spirituale, stava nel confessionale, dalla mattina fino a sera e a digiuno.
Le sue efficaci predicazioni furono raccolte in un volume manoscritto e lui era molto richiesto per l’assistenza spirituale al letto degli infermi.
Aveva il dono di riportare la pace fra persone in contrasto e operò per riformare i pubblici costumi.

Sin da novizio divenne esempio di perfezione cristiana e religiosa e come tale, specchio per i suoi confratelli, compreso quelli più anziani.
Tante erano le sue virtù come viene riportato dal “Sommario dei processi” istruiti per la causa di beatificazione.
Non volle mai accettare offerte per la celebrazione della s. Messa; giunse perfino a farsi calpestare dai confratelli all’ingresso del refettorio; ebbe sempre una grande pazienza nel sopportare continue tentazioni nello spirito e una piaga in una gamba che lo tormentò per quarant’anni.

Pregava così profondamente assorto da sembrare fuori di sé e immobile come una statua. Gesù Bambino gli apparve più volte durante la celebrazione della Messa.

Ebbe il dono dei miracoli, come la moltiplicazione di cibi, guarigioni, frequenti estasi, apparizioni di Gesù, della Vergine e di San Francesco.
Il suo nome è legato soprattutto alla grande opera dei “Ritiri” dell’Ordine francescano.

Seguendo l’esempio del beato Bonaventura da Barcellona, fondò i “Ritiri” di S. Francesco in Civitella (ora Bellegra) e di S. Francesco in Palombara Sabina.

Scrisse le Costituzioni del Ritiro che si conservano ancora autografe a Bellegra, regole rigide di meditazione e vita religiosa; il Capitolo Generale di Murcia del 1756 le estese a tutti i ritiri dell’Ordine Francescano.

Molti venerabili confratelli passarono per il ritiro di Bellegra, che divenne un luogo eletto di aspiranti santi.
Morì a 74 anni, l’11 gennaio 1729. Beatificato da papa Pio VI il 3 settembre 1786 è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II il 21 novembre 1999.

La sua dimora, nel centro storico di Cori, è diventata una chiesa, con all’interno varie e interessanti opere d’arte e all’esterno la statua a lui dedicata.

Daniela Catalano

Data: 11/01/2019



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