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“Serve un’Europa più solidale e unita”
TORTONA - “Occorre un’Europa più: più funzionale, efficace, concreta, coesa, solida, leggera, convinta, unita, aperta, simpatica.
Un’Europa che si faccia volere bene, in cui diventa evidente che condividere moltiplica, dove la solidarietà è un’arma vincente se e quando assegna a ciascuno ciò di cui ha realmente e non egoisticamente bisogno e quando ognuno fa la sua parte!”.
Con questo spunto Gianni Borsa, giornalista del SIR corrispondente da Bruxelles, si è avviato alla conclusione del partecipato incontro di venerdì 26 aprile organizzato da gruppo di sigle fortemente rappresentanti il mondo cattolico tortonese e diocesano (Azione Cattolica, MEIC, MLO, Argomenti 2000).
È stata una prima occasione per riflettere, a poche settimane dall’appuntamento elettorale che ci vedrà coinvolti come Paese a non vanificare il “sogno” dei Padri fondatori, sulla necessità di promuovere una conoscenza più approfondita dell’Unione europea anche attraverso un processo di riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni e delle istituzioni stesse nei confronti dei popoli che rappresentano.
Gianni Borsa ha guidato i presenti in un interessante viaggio alla riscoperta della storia delle origini del progetto europeo arrivando, attraverso la conoscenza più approfondita degli organismi che guidano l’Unione, alle questioni oggi ancora aperte e che chiedono a tutti di prendere posizione per progettare e sostenere un futuro comune.
L’Italia, come l’intera Europa, si trova in una situazione di passaggio epocale a metà strada tra la grande potenzialità di sviluppo che deriva dal proprio patrimonio culturale, tecnologico e scientifico e il rischio, sempre più pressante, di diventare residuale e marginale in un mondo globalizzato e dominato da potenze economiche e militari come gli Stati Uniti d’America, la Russia, la Cina e l’India.
La capacità di restare uniti e di ridefinire gli interessi comuni dell’intera area europea abitata da oltre 500 milioni di persone è stata la condizione iniziale del progetto di Comunità economica europea e resta oggi la sfida da accogliere per affrontare le crisi che derivano principalmente dalla situazione economica e finanziaria, dal fenomeno delle grandi migrazioni e dalle minacce quotidiane provenienti dai conflitti scatenati appena al di là dei nostri confini.
Il dibattito scaturito è stato ricco e pieno di stimoli e ha convinto i presenti che dobbiamo fare ancora molta strada perché la pace, il benessere, la libertà e la democrazia che da oltre settant’anni abitano i nostri Paesi non si possono svendere in nome dell’individualismo e degli interessi particolari che i diversi populismi e sovranismi di turno sventolano come bandiera: non c’è futuro per nessuno se abbandoniamo la casa comune per ritornare ai conflitti di centenaria memoria che hanno reso l’Europa un permanente campo di battaglia.
Questo primo incontro ha inaugurato un progetto ambizioso che gli organizzatori hanno promosso a partire dal prossimo autunno: “Col Cuore nella Città” è l’idea di incontrarsi periodicamente per approfondire temi di attualità politica e sociale attraverso l’intervento di un esperto e un successivo laboratorio di approfondimento e di concretizzazione per i nostri territori.
Rivolto soprattutto a giovani, persone impegnate nelle parrocchie o nel volontariato e amministratori locali, sarà una bella occasione di laboratorio politico che certamente favorirà una cittadinanza attiva e consapevole.
Roberta Angeleri
Data: 08/05/2019
Archivio Notizie: Gianni Borsa ha parlato delle radici europee