Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

III DOMENICA DI AVVENTO - GAUDETE

III DOMENICA DI AVVENTO - GAUDETE

PRIMA LETTURA (Is 35,1-6a.8a.10)
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.

Dal libro del profeta Isaìa

Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Vieni, Signore, a salvarci.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA (Gc 5,7-10)
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

VANGELO (Mt 11,2-11)
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/san venanzio.jpgSan Venanzio Fortunato

Il 14 dicembre la Chiesa ricorda san Venanzio Fortunato vescovo.

Venanzio Onorio Clemenziano Fortunato nacque verso il 530 a Valdobbiadene in provincia di Treviso. Studiò grammatica e retorica nei pressi di Aquileia e diritto a Ravenna.
Quando era studente fu colpito da un’infermità alla vista da cui guarì dopo essersi unto gli occhi con l’olio della lampada che ardeva davanti a un’immagine di san Martino di Tours. Decise di rendergli grazie recandosi sulla sua tomba in Gallia.

Durante il lungo pellegrinaggio verso Tours, fu ospitato da famiglie nobili che conquistò con i suoi versi composti in latino, in particolare a Metz fu ricevuto alla corte di re Sigisberto, dove fu apprezzato per la sua cultura e le sue liriche. Dedicò anche un poema a San Martino.

Da lì raggiunse Poitiers dove conobbe Agnese e Radegonda.

Radegonda, figlia del re di Turingia, era la sposa di Clotario I re di Neustria.
Dopo l’assassinio di suo fratello ad opera del marito lei si ritirò alla vita monastica.
In seguito alla protezione di Radegonda, Venanzio si stabilì a Poitiers. Radegonda fondò un convento non lontano da Poitiers, di cui Radegonda divenne badessa.

Il convento prese il nome di Santa Croce, dopo che una reliquia della Santa Croce fu donata dall’imperatore Giustino II a Radegonda.
Fu in occasione dell’arrivo della reliquia all’interno del monastero che Fortunato scrisse il “Vexilla Regis” e il “Pange Lingua”, che furono poi adottati come testi liturgici.

L’inno “Vexilla regis prodeunt” è ancora oggi è cantato durante la settimana santa, mentre altri suoi inni sono stati inclusi nel Breviario.

Dopo la morte di Radegonda, nel 587, decise di ricevere gli ordini sacri e assunse la direzione spirituale del monastero.

Nel frattempo continuò a scrivere e i nuovi temi della sua poesia furono sempre religiosi: il culto della croce, la pietà mariana, il senso della morte e la guida spirituale dei fedeli.

Nel 595-97 fu consacrato vescovo di Poitiers, in un periodo di lotte intestine tra le famiglie locali.

Negli anni del suo episcopato, Fortunato fu considerato esempio di stabilità e mitezza.

In tutta la sua vita scrisse inni, omelie e poesie dedicate alla vita dei santi, in particolare scrisse la storia dei sette santi della Gallia tra cui san Martino e santa Radegonda.

Fu considerato uno dei primi poeti cristiani a scrivere opere in onore di Maria.

Morì il 14 dicembre del 607 o, secondo alcune fonti, nel 603.

Sulla sua tomba nella cattedrale di Poitiers è incisa l’iscrizione “Santo e beato” voluta nel 785 da Paolo Diacono, storico dei longobardi, che invocò più volte la sua intercessione.

Daniela Catalano

Data: 14/12/2019



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