Martedì, 08 Ottobre 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA (Sir 15,16-21)
A nessuno ha comandato di essere empio.

Dal libro del Siràcide

Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Beato chi cammina nella legge del Signore.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

SECONDA LETTURA (1Cor 2,6-10)
Dio ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:
«Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano».
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

VANGELO (Mt 5,17-37)
Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

IL SANTO DELLA SETTIMANA

1/francesco-regis-clet.jpgFrançois Régis Clet

La Chiesa il 18 febbraio ricorda il martire Francesco Régis Clet, nato a Grenoble, in Francia, il 19 agosto 1748. Era il decimo di quindici figli e apparteneva a una famiglia profondamente religiosa. Poche le notizie sulla sua giovinezza. Pare che frequentò il collegio reale di Grenoble dove compì gli studi classici.

Sentendo la chiamata alla vita religiosa entrò a Lione nel noviziato dei Preti della Missione fondati nel 1625 da san Vincenzo de’ Paoli, chiamati anche Lazzaristi o Vincenziani ed emise i voti il 18 marzo 1771.

Fu ordinato sacerdote il 27 marzo 1773 a Lione.

Iniziò il suo incarico come professore di Teologia al Seminario di Annecy godendo di una grande stima e ammirazione per la sua santità e la sua cultura, tanto da essere chiamato “biblioteca vivente”.

Delegato dai confratelli a partecipare all’assemblea generale della congregazione della Missione tenuta a Parigi nel mese di giugno 1788, fu nominato, dal suo superiore generale, direttore dei novizi a San Lazzaro, casa madre della Congregazione. L’anno dopo scoppiò la rivoluzione. La folla irruppe nella Casa di San Lazzaro e la saccheggiò selvaggiamente.

Obbligato a lasciare la Francia, il santo chiese e ottenne il permesso di partire per le missioni in Cina e nel mese di aprile del 1791 si imbarcò per l’Oriente.

Per trent’anni trascorse una vita da missionario ed evangelizzò tre grandi provincie dell’impero cinese: il Kiang-Si, il Hou-Kouang e l’Ho-Nan.

Nel frattempo mantenne una fitta corrispondenza con la sorella più grande e con uno dei fratelli, un religioso trappista. In queste lettere raccontava le sue avventure, le sue pene e le sue fatiche senza mai lamentarsi. Nel 1819 essendo scoppiata una violenta persecuzione fu obbligato a lasciare la sua casa e a fuggire nei boschi, nascondendosi nelle caverne, ma un giorno fu tradito da un cristiano che svelò il luogo del suo nascondiglio e fu portato davanti ai giudici e gettato in prigione. Più volte fu chiamato a comparire davanti ai governatori di Ho-Nan. Non gli fu risparmiato nessun supplizio. In ginocchio su delle punte di ferro, con delle travi ai piedi e alle mani, dovette sopportare tutte le brutalità dei suoi aguzzini, che manifestarono una rabbia inaudita fino a bastonarlo a sangue. In mezzo alle più atroci sofferenze rimase sempre calmo, paziente e con il viso sorridente sopportava tutto senza lamenti. Fu, infine, condannato a morte per strangolamento, con l’accusa di aver corrotto molta gente.

L’esecuzione avvenne il 18 febbraio 1820 a Wuchang.

Le sue spoglie rimasero in Cina fino al 1858, quando furono traslate Parigi. Fu beatificato nel 1900 e canonizzato, insieme ad altri 119 martiri uccisi in Cina, il 1° ottobre del 2000 da Giovanni Paolo II.

Daniela Catalano

 

Data: 15/02/2020



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