Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DI QUARESIMA

II DOMENICA DI QUARESIMA

PRIMA LETTURA (Gen 12,1-4)
Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA (2Tm 1,8b-10)
Dio ci chiama e ci illumina.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.

VANGELO (Mt 17,1-9)
Il suo volto brillò come il sole

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

IL BEATO DELLA SETTIMANA

1/olallo-valdes.jpgBeato José Olallo Valdés

Il 7 marzo la Chiesa ricorda il Beato José Olallo Valdés, religioso cubano appartenente all’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli). Nacque nell’Isola di Cuba, all’Avana, il 12 febbraio del 1820. Figlio di genitori sconosciuti, fu affidato all’Orfanotrofio di San Giuseppe e fu educato presso la Casa di Cuna e la Casa di Beneficenza, diventando un ragazzo serio e responsabile. Da adolescente entrò nell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, a L’Avana, nella comunità dell’ospedale dei santi Filippo e Giacomo. Dopo la professione come religioso ospedaliero, nel 1835 fu trasferito nella città di Puerto Príncipe (oggi Camagüey), nell’ospedale San Giovanni di Dio, dove si dedicò per il resto della sua vita al servizio degli infermi.

In 54 anni si assentò dall’ospedale soltanto una notte per cause indipendenti dalla sua volontà. Nel 1856 fu nominato superiore della comunità. Visse la sua vita consacrata e ospedaliera anche durante il periodo di soppressione degli Ordini religiosi da parte dei governi liberali spagnoli. Dal 1876 al 1889, si adoperò da solo nel servizio degli ammalati.

Nel periodo della guerra dei 10 anni (1868-1878) riuscì a intercedere presso le autorità militari in favore della popolazione di Camagüey e, non lasciandosi intimorire dalle minacce,  evitò un massacro civile.

Si distinse sempre per la sua infinita bontà e fu ricordato con l’appellativo di “apostolo della carità” e “padre dei poveri”.

Modesto e pacato, si impegnò come autodidatta anche come medico-chirurgo, lasciando poi il sacerdozio per fare il medico.

Mantenne sempre fedeltà piena alla sua consacrazione di religioso nella pratica dei voti di castità, obbedienza, povertà e ospitalità. Visse lontano dal clamore, rifuggendo dagli onori per poter fissare il suo sguardo soltanto su Gesù, che ritrovava nel volto dei sofferenti. Morì il 7 marzo 1889 e fu sepolto in un mausoleo, tuttora visitabile. Rimase vivo nel cuore della gente che continuò a chiamarlo “Padre Olallo”.

Seppe essere un fedele imitatore del suo fondatore. Dio occupò sempre il primo posto nelle sue intenzioni e nelle sue opere. Pur essendo di spirito tenace, fu sempre sottomesso al Signore per sostenere le dure fatiche imposte dal lavoro ospedaliero e dalle situazioni difficili e delicate, cercando di ottenere il bene dei suoi ammalati. Il processo della sua causa di beatificazione fu aperto nel 1990 nella diocesi di Camagüey e il 16 dicembre 2006 fu riconosciuta l’eroicità delle sue virtù. È stato beatificato durante la cerimonia che si è svolta a Camagüey, il 29 novembre 2008, presieduta dal Cardinale Saraiva Martins. Era presente anche Raúl Castro, succeduto al fratello Fidel alla guida del governo cubano.

Daniela Catalano

 

Data: 07/03/2020



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