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Mons. Guido Marini
Vescovo

Il Messale Romano dalle sue origini storiche alla nuova versione

Il 18 settembre nella parrocchia di Casella, nel Genovesato, la catechesi del vescovo

CASELLA - Venerdì 18 settembre, nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano, il vescovo, Monsignor Viola ha presentato la nuova traduzione italiana del Messale Romano, obbligatorio da Pasqua 2021, alla presenza di sacerdoti e fedeli delle diverse comunità parrocchiali del Vicariato del Genovesato. A dare il benvenuto il parroco don Stefano Calissano, che ha introdotto l’incontro affermando la fondamentale importanza che riveste il Messale Romano, ma strumento in mano alla Chiesa per rispondere fedelmente alla consegna di Cristo che ha detto «Fate questo in memoria di me».

Inoltre ha presentato i due brani che hanno aperto e chiuso il momento di approfondimento, cantati magistralmente dal coro parrocchiale “Santo Stefano” diretto dal maestro Luca Dellacasa (“Locus iste” di Brukner e “Ave Verum” di Perosi).

Dopo l’esecuzione del canto iniziale il vescovo ha articolato la catechesi in diversi momenti, partendo dalla nascita del Messale, dagli inizi della Chiesa ad oggi.

Nel primo momento ha ricordato l’Ultima Cena, durante la quale il Signore si offre a noi sotto forma di pane e vino, anticipazione della sua morte per la nostra salvezza e momento in cui affida il mandato alla Chiesa di fare memoria del dono eucaristico. Con il passare del tempo l’unione delle preghiere con le modalità delle celebrazioni hanno portato alla nascita del Messale, nel quale si ritrova ancor il nucleo delle preghiere dei primi secoli. Il primo messale ha visto la luce nel 1474 e si è affermato con l’edizione post Concilio di Trento voluta da San Pio V.

Nel 1962 arriva quella voluta da Papa Giovanni XXIII e poi dopo il Concilio Vaticano II alla versione latina si affiancano le traduzioni secondo le lingue nazionali.

Alle successive edizioni tipiche in latino del Messale Romano del 1975 e 2002 sono seguite le traduzioni del 1973 e del 1983 e ora questa nuova traduzione.

Dopo aver illustrato i dati storici il vescovo ha sottolineato come nel Messale è custodito il Mistero di Dio pregato dalla Chiesa e nel contempo ne è tradizione viva. La nuova traduzione è più fedele al testo latino. Sono state apportate alcune le modifiche, in particolar modo nel Gloria “pace agli uomini di buona volontà” che diventa “pace agli uomini amati dal Signore” e nel Padre Nostro il già noto “non ci indurre in tentazione” che diventa “non abbandonarci alla tentazione”.

Questi cambiamenti, come ha suggerito Mons. Viola, porteranno fedeli e sacerdoti a una maggiore consapevolezza nel pronunciare le preghiere e nel compiere i gesti, che in questo caso cambiano dopo l’offertorio, quando è richiesto all’assemblea di alzarsi in piedi.

Al termine il presule ha invitato a capire il valore del Messale Romano sotto due aspetti: come norma per evitare personalismi e realizzare celebrazioni vive e come fonte dove attingere per rinvigorire la spiritualità cristiana, cioè la vita che nasce dal celebrare la Pasqua mediante il testo che la conserva.

Davide Parodi

Data: 02/10/2020



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