Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Seconda catechesi pasquale in cattedrale

«Il dono dello Spirito è il frutto di Pasqua»

TORTONA - Secondo appuntamento mercoledì 14 aprile, alle ore 20.45, con la catechesi pasquale del vescovo in cattedrale e in streaming sui siti della Diocesi, di Radio Pnr e del settimanale “Il Popolo”.
Al centro della riflessione il brano finale del capitolo 20 del vangelo di Giovanni (20,19-31) della seconda domenica di Pasqua, una «pagina bellissima e ricchissima» che ci porta all’interno del cenacolo, dove ci sono i discepoli «chiusi per timore dei giudei».

«Sono uomini e donne ancora prigionieri della paura, che quando il Signore si mostra loro con un saluto di pace restano sorpresi».

Una volta riconosciuto, però, gioiscono.
Avviene così il primo passaggio fondamentale verso la gioia. «Il Signore torna – ha affermato Mons. Viola – per ricordare ai suoi le promesse fatte, presenti in diversi passi evangelici e mantenerle».
Il saluto del risorto – «Pace (Shalom in ebraico) a voi» – è lo stesso che il vescovo rivolge all’assemblea riunita, perché «lui è la nostra pace». Gesù appare ai suoi mostrando i segni della passione perché «la morte in croce non è un incidente da dimenticare» e le ferite «ci dicono una cosa importante: il risorto non è un fantasma ma un corpo.
Noi, infatti, crediamo nella risurrezione della carne». Il Figlio con la sua passione, morte e risurrezione, ha realizzato il progetto del Padre e per raggiungere gli uomini di tutti i tempi e di ogni luogo, ha bisogno di testimoni disposti a dare la vita per diffondere il vangelo.

Perciò si presenta ai discepoli, li istruisce, dona loro lo Spirito Santo e li manda nel mondo. Per questo esiste la Chiesa.

«La missione affidata ai suoi – ha sottolineato il vescovo – è conseguenza del dono dello Spirito reso evidente attraverso il gesto di soffiare su di loro il suo alito di vita.

Soffiando li abilita alla missione dell’annuncio della fede.

Il dono dello Spirito è il frutto della Pasqua».

«La Chiesa vive dentro l’ultimo respiro di Gesù, cioè dentro il soffio dello Spirito. Noi siamo dentro l’ultimo respiro sulla croce che è il primo nel cenacolo e siamo vivi in virtù di quello. Per questo motivo i suoi annunciano che lui è vivo».

Quando Gesù appare è assente Tommaso, «uomo molto pratico e concreto, con molto buon senso, che non si lascia andare a folli imprese» il quale vuole vedere da vicino “i segni” della passione.
«Le parole di Tommaso sono ascoltate come una preghiera. Otto giorni dopo il Signore appare di nuovo per dargli la possibilità di fare la stessa esperienza che hanno fatto gli altri. Lui in quel momento fa un’altissima professione di fede».

«La nostra fede, infatti, è un’accoglienza di quella testimonianza che ci dà la possibilità di vivere la beatitudine promessa da Gesù».

«A noi – ha spiegato Mons. Viola – non viene tolto nulla di quell’esperienza grazie al dono dello Spirito. Nella fede siamo immersi nella Pasqua di Gesù, attraverso i sacramenti dell’iniziazione. Siamo discepoli del Risorto che vive dentro di noi con il suo Spirito».

È importante, dunque, non perdere mai la gioia dell’annuncio e interrogarsi sulla strada da prendere per essere testimoni autentici.

Daniela Catalano

Data: 23/04/2021



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