Martedì, 16 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Ap 11,19; 12,1-6.10)
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 44)
Rit: Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

SECONDA LETTURA (1Cor 15,20-26)
Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

VANGELO (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

IL SANTO

1/Giovanni Berchmans.jpgSan Giovanni Berchmans

Giovanni (Jan) Berchmans, il santo di questa settimana, che la Chiesa ricorda il 13 agosto, è il patrono della gioventù studentesca, insieme a Luigi Gonzaga e a Stanislao Kostka.

Nacque il 12 marzo 1599 a Diest nelle Fiandre, primogenito di cinque figli. Nel 1609, a causa di una malattia della madre, fu affidato al pensionato retto dal parroco. Avviato alla vita ecclesiastica, iniziò gli studi nella “Scuola Grande” di Diest. Nel 1612 il padre, a causa della sua situazione economica, chiese al giovane di imparare un mestiere. Nello stesso anno, però, Giovanni fu accolto nella casa di un canonico, a Malines, come cameriere e come istitutore di alcuni giovani della nobiltà e continuò a studiare. Nel 1615 i Gesuiti aprirono un collegio a Malines e lì proseguì gli studi di retorica, divenendo membro della Congregazione Mariana. Leggendo una biografia di san Luigi Gonzaga, capì che Dio lo chiamava nella Compagnia di Gesù. Dopo un solo anno di noviziato, gli fu permesso fare i voti e fu nominato prefetto dei novizi. Alla fine del noviziato, il 24 settembre 1618, fu prescelto per essere inviato a Roma per gli studi filosofici al Collegio Romano, nei quali si distinse per la sua intelligenza e per la profondità delle sue conoscenze. Il 7 agosto 1621 fu assalito da violente febbri, accompagnate da infiammazione polmonare e morì il 13 agosto 1621 a soli 22 anni. Educato dall’infanzia secondo i principi dell’antica scuola ascetico-mistica dei Paesi Bassi, si aprì completamente agli insegnamenti ignaziani e maturò oltre a una profonda pietà e un’ardente devozione verso l’Eucaristia e la Vergine Maria, un sano realismo spirituale. Riuscì a eseguire le cose ordinarie in modo straordinario e a diventare il santo della vita comune, attraverso una spiritualità fatta di gioia e serenità nel Signore, di amore operoso, di seria castità e di esperienza mistica. La profonda unione amorosa a Dio e la sua sorridente attuazione operosa nella vita concreta esercitarono un fascino straordinario su quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e spiegano la sorprendente fama di santità di cui godette quando morì. Il suo processo di beatificazione iniziò subito dopo la morte ma fu interrotto a causa della soppressione dell’Ordine nel 1773 e riprese dopo il 1814, quando fu restaurata la Compagnia di Gesù.

Fu canonizzato da papa Leone XIII il 15 gennaio 1888. Il suo corpo riposa nella chiesa di S. Ignazio a Roma, mentre il suo cuore è venerato nella chiesa dei padri gesuiti a Lovanio.

Daniela Catalano

Data: 15/08/2021



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