Martedì, 16 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Ne 8,2-4.5-6.8-10)
Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

Dal libro di Neemìa

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.

SECONDA LETTURA (1Cor 12,12-30)
Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

VANGELO (Lc 1,1-4; 4,14-21)
Oggi si è compiuta questa Scrittura.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

LA BEATA

Beata Benedetta Bianchi Porro

1/benedetta 1.jpgBenedetta Bianchi Porro era una giovane laica, provata dalla sofferenza, vissuta con forza e serenità. Nel 2019 è stata beatificata da Papa Francesco.

Nacque l’8 agosto 1936 a Dovadola, in provincia di Forlì, nella diocesi di Forlì-Bertinoro. Era una bambina piena di vita, che crebbe in una famiglia religiosa con quattro fratelli e sorelle.

Appena nata fu colpita da un’emorragia e le fu conferito il battesimo di necessità.

Cinque giorni dopo, il 13 agosto, riacquistata la salute, fu battezzata con il nome di Benedetta Bianca Maria.

A tre mesi si ammalò di poliomielite, che le lasciò la gamba destra più corta dell’altra, costringendola a portare una pesante scarpa ortopedica.

Tra marzo e maggio del 1937 fu colpita da ripetute bronchiti e da un’otite purulenta bilaterale. Gli altri la chiamavano “la zoppetta” per prenderla in giro, ma lei non se ne curava. Nel maggio 1944 ricevette la prima Comunione e 15 giorni dopo la Cresima.
In quello stesso mese iniziò a scrivere il suo “Diario segreto”, per annotare pensieri quotidiani.
Terminate le elementari dalle suore, frequentò le scuole medie a Brescia, dalle suore Orsoline. A 13 anni si accorse di non sentire più come prima. Nessuno, però, capì il perché. Durante l’Anno Santo del 1950 si recò a Roma, Assisi e Loreto.
Nel 1951 si trasferì a Sirmione, sul lago di Garda, dove il padre ingegnere era direttore delle Terme e vi rimase fino alla morte.

Nonostante la precaria situazione di salute, nell’ottobre del 1953, a soli 17 anni, si iscrisse all’Università di Milano. Prima scelse di intraprendere gli studi di Fisica e poi si iscrisse a Medicina.
Fu proprio lei, grazie ai suoi studi, che riuscì a fare la  diagnosi della sua malattia: neurofibromatosi diffusa. In breve tempo perse l’uso delle gambe, diventò cieca e le rimase solo un filo di voce.
Le condizioni si aggravarono ancora e il 30 novembre 1960 inviò al rettore la domanda di “rinuncia agli studi”. Nel gennaio 1961 riprese a scrivere il diario, sospeso durante gli anni universitari e accettò di vivere serenamente la malattia. Nel 1962 fece il primo pellegrinaggio a Lourdes.

L’unico contatto con il mondo esterno passava attraverso il palmo della sua mano. La madre comunicava attraverso dei segni con lei che rispondeva con un impercettibile bisbiglio.

Il 20 gennaio 1964 si confessò e ricevette la comunione e il 23 gennaio morì.
Fu inizialmente padre David Maria Turoldo a curare l’edizione dei suoi scritti. La salma della Beata, di cui 23 gennaio ricorre la memoria liturgica, riposa nella chiesa di Sant’Andrea a Dovadola.

Daniela Catalano

 

Data: 22/01/2022



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