Martedì, 08 Ottobre 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Monastero Invisibile, il testo della preghiera mensile per le vocazioni

Febbraio 2022

GEREMIA

Ti ho amato di amore eterno!

 

La storia di Geremia è una storia tutta particolare, costruita sulla testimonianza sincera di un uomo che si è trovato costantemente a combattere con un Dio sempre inedito e imprevedibile, duro e sconcertante, e pure dall’immenso potere seduttivo nei confronti del profeta regolarmente perdente con lui.  La chiamata di Geremia parte da una dichiarazione d’amore che ha dell’incredibile per un essere umano, e che può venire solo da Dio, anzi, dall’Eterno: “ti ho amato da sempre, da quando tu ancora non eri, prima di formarti nel grembo materno… Da sempre ti ho conosciuto, consacrato, stabilito…”. La chiamata è la più alta proclamazione della dignità dell’uomo, il quale in qualche modo esiste da sempre se Dio da sempre lo ha pensato.

 

I.         Preghiere di Lode e di adorazione

1. Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue ferite nascondimi.
Non permettere che io
mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell'ora della mia morte chiamami.
Comandami di venire a te,
perché con i tuoi Santi io ti lodi.
nei secoli dei secoli. Amen.

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2. Adoriamo, o Cristo, il tuo corpo glorioso,
nato dalla Vergine Maria;
per noi hai voluto soffrire,
per noi ti sei offerto vittima sulla croce
e dal tuo fianco squarciato
hai versato l'acqua e il sangue del nostro riscatto.
Sii nostro conforto nell'ultimo passaggio
e accoglici benigno nella casa del Padre:
o Gesù dolce, o Gesù pio,
o Gesù, figlio di Maria.

 

 

Restiamo alcuni istanti in silenzio e concludiamo con la seguente orazione

 

Vieni Santo Spirito

facci gustare la dolcezza della Parola di Dio,

la tenerezza del suo Amore,

l’infinita pace che ci viene dal rispondere alla chiamata

che Dio ha scritto nei nostri cuori.

Donaci di saper guardare con verità

il nostro cuore per scoprirvi la presenza di Dio;

 sii tu il Maestro interiore che ci guida alla Verità

e ci fa comprendere il progetto d’amore di Dio per ciascuno di noi.

Vieni Santo Spirito

rendici capaci di conoscere, amare e

seguire Cristo nel cammino della vita;

orienta le nostre scelte secondo la mentalità del Vangelo;

donaci il coraggio che ci fa essere sempre

e dovunque autentici testimoni del Tuo nome. Amen.

 

II.        In ascolto della Parola

 

1.  Dal libro del profeta Geremia                                                                                                                                            1,4-10; 20,7-9

 

Mi fu rivolta la parola del Signore: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”. Risposi: “Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane”. Ma il Signore mi disse: “Non dire: Sono giovane, ma va da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò. Non temerli, perché io sono con te per proteggerti”. Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi disse: “Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca. Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare”.

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!». Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.                                                                  

Silenzio di adorazione

 

III. Prima riflessione

 

La storia di Geremia è una storia tutta particolare, costruita sulla testimonianza sincera di un uomo che si è trovato costantemente a combattere con un Dio sempre inedito e imprevedibile, duro e sconcertante, e pure dall’immenso potere seduttivo nei confronti del profeta regolarmente perdente con lui. Pe la Biblia de Oraciòn Geremia è “un poeta che sa cantare sul balcone della storia la canzone d’amore di Dio per il suo popolo”. Ma non è stato certo facile per il figlio di Chelkia imparare questo canto e sentirlo prima di tutto rivolto a sé, come canto dalle sonorità contrapposte e spesso pure stridenti. Se è vero che una delle tentazioni più forti è quella di “giocare a fare i profeti senza esserlo” (Papa Francesco), Geremia non ha per niente “giocato a fare il profeta”. Lo è stato e l’ha vissuto, semmai, come un dramma. La chiamata di Geremia parte da una dichiarazione d’amore che ha dell’incredibile per un essere umano, e che può venire solo da Dio, anzi, dall’Eterno: “ti ho amato da sempre, da quando tu ancora non eri, prima di formarti nel grembo materno… Da sempre ti ho conosciuto, consacrato, stabilito…”. La chiamata è la più alta proclamazione della dignità dell’uomo, il quale in qualche modo esiste da sempre se Dio da sempre lo ha pensato. Troppo bello per essere vero! Infatti il chiamato non ci crede e oppone resistenza: “ma io non so parlare…” (1,6). La solita contraddizione di chi da un lato è sempre alla ricerca di una immagine stabilmente positiva di sé, e dall’altro gli vengono le vertigini, teme di pensarsi troppo in grande dinanzi alla proposta dell’Eterno, che insiste: “Non aver paura… io metto le mie parole sulla tua bocca”. E Geremia si fida, si getta in un’avventura impossibile, solo scommettendo su Dio.

            Silenzio di adorazione

                                  

IV. Restiamo alcuni istanti in silenzio e rispondiamo alla Parola con la preghiera di contemplazione recitata a cori alterni                                                                                                                                                                                        (Ger 31,3.9.10-14)

 

Da lontano gli è apparso il Signore:
«Ti ho amato di amore eterno,
per questo ti conservo ancora pietà.

Essi erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni;
li condurrò a fiumi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno;
perché io sono un padre per Israele.

 

Ascoltate la parola del Signore,
popoli, annunziatela alle isole lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come fa un pastore con il gregge»

perché il Signore ha redento Giacobbe,
lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui.

 

Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
affluiranno verso i beni del Signore,
verso il grano, il mosto e l'olio,
verso i nati dei greggi e degli armenti.

Essi saranno come un giardino irrigato,
non languiranno più.

Allora si allieterà la vergine della danza;
i giovani e i vecchi gioiranno.
Io cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.

 

Sazierò di delizie l'anima dei sacerdoti
e il mio popolo abbonderà dei miei beni.

 

V. Seconda riflessione

 "Ascoltate, popoli, la parola del Signore, annunziatela alle isole più lontane" (Ger 31,10). Quale notizia sta per essere data con queste solenni parole di Geremia. Si tratta di una notizia consolante, e non a caso i capitoli che la contengono (cfr 30-31), sono qualificati come "Libro della consolazione". L’annuncio riguarda direttamente l’antico Israele, ma fa già in qualche modo intravedere il messaggio evangelico. Ecco il cuore di questo annuncio: "Il Signore ha redento Giacobbe, lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui" (Ger 31,11). Lo sfondo storico di queste parole è costituito da un momento di speranza sperimentato dal popolo di Dio, a circa un secolo da quando il Nord del Paese, nel 722, era stato occupato dalla potenza assira. Ora, al tempo del profeta, la riforma religiosa del re Giosia esprime un ritorno del popolo all’alleanza con Dio e accende la speranza che il tempo del castigo sia finito. Prende corpo la prospettiva che il Nord possa tornare alla libertà e Israele e Giuda si ricompongano in unità. Tutti, anche le "isole più lontane", dovranno essere testimoni di questo evento meraviglioso: Dio, pastore di Israele, sta per intervenire. Lui che ha permesso la dispersione del suo popolo, ora viene a radunarlo. L'invito alla gioia è sviluppato con immagini che coinvolgono profondamente. L’oracolo delinea un futuro in cui gli esiliati "verranno e canteranno", e ritroveranno non soltanto il tempio del Signore, ma anche tutti i beni: il grano, il mosto, l’olio, i nati dei greggi e degli armenti. La Bibbia non conosce un astratto spiritualismo. Il nostro Cantico insiste su questa prospettiva: Dio vuole rendere felice l’uomo intero. Sarà una gioia incontenibile, una letizia di popolo. Sulla roccia salda dell’amore irrevocabile di Dio, l’invito alla gioia del nostro Cantico evoca un futuro di Dio che, pur differito, prima o poi verrà, nonostante tutte le fragilità degli uomini. Leggendo dunque questo oracolo di Geremia, dobbiamo lasciar riecheggiare in noi l’evangelo, la bella notizia promulgata da Cristo, nella sinagoga di Nazareth (cfr Lc 4,16-21). La vita cristiana è chiamata ad essere un vero "giubilo", che solo il nostro peccato può insidiare (Giovanni Paolo II, Catechesi, 10 ottobre 2001).

Silenzio di adorazione

 

VI. Invocazioni

 

Ripetiamo insieme: Ascoltaci, o Signore.

 

  1. 1.           Per il nostro Papa Francesco, perché il Signore lo assista sempre nel suo mandato di pastore della Chiesa universale e doni a noi la docilità di ascoltare i suoi insegnamenti e           di viverli nella nostra quotidianità, preghiamo.
  2. Per il nostro vescovo Guido e i nostri sacerdoti, perché vivendo in intima comunione con         Gesù buon pastore sappiano incoraggiare tutti i fedeli a testimoniare il Vangelo con la       propria vita, preghiamo.
  3. 3.           Per tutti i cristiani, specialmente per quelli perseguitati, perché annuncino sempre con coraggio e     gioia la loro fede, sull’esempio di Gesù che ha dato la vita per tutti noi, preghiamo.
  4. 4.           Per i giovani di tutto il mondo, specialmente per quelli che sono lontani da Dio, i malati, i più   poveri e coloro che sperimentano il dramma della guerra, perché incontrando Gesù       possano trovare pienezza di vita, di verità, di amore e di speranza, preghiamo.

 

Dieci Ave Maria per la perseveranza dei nostri sacerdoti

 

VII.      Preghiera finale

 

Ti chiediamo, Signore: “manda operai nella tua messe”.

Riconosci nella nostra preghiera, l’espressione di un grande bisogno:

mentre diminuiscono i ministri del Vangelo,

aumentano gli spazi dov’è urgente la loro presenza.

Abbiamo bisogno di sacerdoti, Signore!

Dona, perciò, ai nostri giovani, un animo docile

e coraggioso perché accolgano il tuo invito.

Parla al loro cuore e chiamali per nome.

Siano, per tua grazia, sereni, liberi e forti;

soltanto legati a un amore unico, casto e fedele.

Siano apostoli appassionati del tuo Regno,

ribelli alla mediocrità, umili eroi dello Spirito.

Un’altra cosa ti chiediamo, Signore:

fa che non manchino coloro che, in tuo nome, si fanno voce della tua chiamata,

impegnandosi ad invitare, consigliare, accompagnare e guidare.

Siano le nostre parrocchie luoghi accoglienti della vocazione al ministero.

Conforta nel lavoro apostolico coloro che già vivono la tua chiamata,

il nostro Vescovo Guido, i nostri Sacerdoti, i nostri Diaconi:

proteggili nelle ansie, custodiscili nelle solitudini, confermali nella fedeltà.

All’intercessione della tua Santa Madre, affidiamo, o Gesù, la nostra preghiera.

Nascano, Signore, dalle nostre suppliche

le vocazioni di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.

Data: 02/02/2022



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