Lunedì, 09 Dicembre 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

In cattedrale il 23 marzo la terza Lectio Divina quaresimale

La samaritana al pozzo scopre il vero amore

TORTONA - Mercoledì 23 marzo la terza Lectio Divina quaresimale, tenuta dal vescovo, in cattedrale, alle ore 19 e trasmessa in streaming dai media diocesani, ha preso in esame il passo del vangelo di Giovanni in cui si narra l’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo.

Dopo la recita dell’atto di pentimento e l’invocazione allo Spirito Santo, con il canto del Veni creator, don Claudio Baldi ha letto il brano evangelico (Gv 4,1-30) che è uno dei testi fondamentali del cammino quaresimale, proprio dell’anno liturgico C (Il 2022 è A).
Nella Lectio Mons. Marini ha spiegato di voler incrociare meditazione e contemplazione, i due momenti che seguono la lectio e precedono l’oratio.
Prima, però, di entrare nel vivo del racconto, ha citato le parole di San Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa, che dice della Sacra Scrittura: «La parola di Dio cresce con chi la legge».

Nella misura in cui si diventa “familiari” con essa, infatti, «lei diventa grande, allarga i suoi orizzonti e si fa scoprire in tutta la sua bellezza e la sua ricchezza».

La Lectio Divina è proprio lettura, ascolto orante e cammino verso una confidenza con la Parola, che si fa esperienza della sua profondità inesauribile.

Nel passo giovanneo, il vescovo Guido ha individuato 8 dettagli su cui meditare e da mettere in relazione con la vita concreta.

Il primo è stato il pozzo: luogo biblico di incontro fecondo tra un uomo e una donna, luogo di amore nuziale.

«Il cammino della nostra esistenza – ha detto – è un alternarsi di appuntamenti ai quali siamo arrivati e altri, più numerosi, ai quali non siamo arrivati. Riflettere sull’incontro ci porta a interrogarci su come siamo attenti al passaggio di Dio nella nostra vita e su come ci accorgiamo della sua presenza».

Il secondo dettaglio presentato è l’apparente casualità dell’incontro: sembra che Gesù e la donna si vedano per caso, in realtà c’è il verbo “doveva” che indica chiaramente il «piano provvidenziale di salvezza e di amore che Dio ha pensato per noi e per la nostra storia. Quello che accade, dunque, fa parte di un progetto del Signore per quella donna».
Così nulla è casuale neppure nella nostra vita e San Paolo afferma che «tutto concorre al bene per coloro che amano Dio».
Come la donna samaritana anche noi spesso capiamo dopo che Gesù è passato accanto a noi perché «a volte viviamo come i pagani, cioè con uno sguardo privo di fede autentico che non osserva la propria vita dentro l’amore di Dio che non ci abbandona mai».

Il terzo dettaglio scelto è l’identificazione di Gesù con la sorgente di vita nuova, l’unica che disseta perché «Lui è la risposta vera e definitiva a quell’arsura del cuore che spesso cerchiamo di superare usando mezzi e strumenti inadeguati».

Nel quarto dettaglio l’elemento preso in esame è l’ora calda in cui la donna va al pozzo per evitare sguardi indiscreti perché sa di vivere in modo disordinato. «Se nella vita della donna – ha affermato Mons. Marini – c’è il tentativo di sopravvivere in una situazione moralmente non buona anche noi spesso viviamo una sorta di convivenza interiore con il male, cerchiamo il compromesso e tratteniamo qualcosa di ciò che è peccato.
Noi, però, non dobbiamo farlo e dobbiamo chiedere perdono».

Nel quinto dettaglio emerge la stranezza del fatto che al pozzo Gesù parla per primo a una donna, pure samaritana, popolo considerato infedele.
Da questo si intuisce che «è Lui che viene per primo a cercarci anche se siamo peccatori. Lui fa sempre il primo passo dal primo istante della vita, perché come afferma San Bernardo: “ama sempre prima. Dio ama di più sempre” e noi siamo dentro a un amore che ci precede sempre».

Il sesto è la donna che si allontana dal pozzo quando il dialogo si fa più intenso: il suo atteggiamento ricorda come anche «noi prendiamo le distanze quando ci sembra che la fede ci coinvolga troppo, come se in questo modo Dio volesse toglierci qualcosa».

Il settimo dettaglio vede la donna che si riavvicina Dio  perché si sente attratta da Gesù il quale la invita a chiamare un marito che lei non ha, obbligandola a rivelare il numero dei suoi uomini.

Solo a quel punto Gesù svela di essere il Messia e diventa così il settimo uomo della vita della samaritana. «Il suo disordine – ha aggiunto il vescovo – era la ricerca di un amore che non trovava.

Quell’incontro doveva esserci perché era il tempo della salvezza per questa donna sbandata che finalmente incontra l’amore che cercava».
A questo punto lei dimentica la sete e anche il timore del giudizio degli altri e va ad annunciare di aver incontrato il Messia, l’amore della sua vita.

Questo è l’ottavo dettaglio: la chiamata di ogni cristiano che, come la samaritana, deve fare esperienza di fede. «Deve lasciarsi incontrare dal Signore e scoprire che Lui è l’amore che cambia l’esistenza».

Attraverso questi otto dettagli la Parola del Signore è diventata «parola che orienta, guida, trasforma e illumina la quotidianità».
La recita del Salmo 41 si è levata come preghiera al termine della meditazione insieme al Padre Nostro, concludendo la Lectio, salutata dal canto dell’Ave Regina coelorum.

Daniela Catalano

Data: 01/04/2022



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