Venerdì, 19 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

VI DOMENICA DI PASQUA

VI DOMENICA DI PASQUA

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (At 15,1-2.22-29)
È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agl’idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 66)
Rit: Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

SECONDA LETTURA (Ap 21,10-14.22-23)
L’angelo mi mostrò la città santa che scende dal cielo.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.

VANGELO (Gv 14,23-29)
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

IL BEATO

Beato Luigi Talamoni 

1/Beato Luigi Talamoni.jpgIl Beato di questa settimana è un sacerdote lombardo che partecipò attivamente alla vita della società del suo tempo e istituì la Congregazione delle Suore Misericordine di San Gerardo.

Luigi Domenico Filippo Talamoni, che la Chiesa ricorda il 20 maggio (il 3 ottobre nell’Arcidiocesi di Milano e nella congregazione da lui fondata), nacque a Monza, il 3 ottobre 1848, secondo dei sei figli in una modesta famiglia con una fede molto profonda.
Frequentò gli studi elementari e fece la Prima Comunione e la Cresima presso l’Oratorio dei Barnabiti di Monza, detto del Carrobiolo, che, in quegli anni divenne poi il Seminario dei poveri, dove lui rimase per proseguire gli studi.

Nel 1865 passò al Seminario diocesano di Milano. Conclusi gli studi teologici iniziò quelli di lettere e filosofia. Il 4 marzo 1871 fu ordinato sacerdote e alla sera di quello stesso giorno fu colpito da una paresi che lo afflisse per i successivi 15 anni.

Fu poi inviato come insegnante nel Collegio San Carlo di Milano, dove ebbe come alunno anche Achille Ratti, il futuro Pio XI. Si impegnò, inoltre, nell’attività pastorale, soprattutto nella predicazione e nel confessionale del Duomo.

La crescente affermazione del socialismo anticlericale lo indusse all’impegno politico: accettò di essere inserito nelle liste civiche del “Comitato cattolico di Monza” e nel 1893 fu eletto nel Consiglio comunale.
Il suo impegno fu rivolto alla richiesta di scuole e asili, a migliorare lo stato della sicurezza, alla difesa dei poveri e all’attenzione all’ambiente carcerario. Ottenne anche la stima anche degli avversari politici, ma nel 1923, a causa del clima di violenza instaurato dal fascismo, con il consiglio comunale fu costretto a dimettersi.
Il Beato, in quegli anni, nel confessionale del Duomo di Monza, aveva incontrato Maria Biffi Levati, una donna devota, che dopo aver perso un figlio e rimasta vedova, si dedicò, sotto la guida del suo confessore, all’assistenza degli ammalati poveri.
Con lei fondò la congregazione delle Suore Misericordine di San Gerardo, di cui scrisse il primo regolamento. Il 25 marzo 1891 due ragazze, Rosa Gerson e Stella Dell’Orto, accolsero l’invito del sacerdote a dedicarsi agli ammalati, assistendoli nelle loro case, soprattutto di notte.
Il fondatore seguì con affetto e dedizione il nascente istituto, pur rimanendo scrupolosamente fedele ai suoi doveri di insegnante in Seminario, di confessore nel Duomo e di consigliere comunale.
Morì a Milano, nella clinica delle Suore di Maria Bambina, il 31 gennaio 1926 a 77 anni.
Il 21 marzo 2004 è stato proclamato beato e la sua salma è stata traslata al Duomo di Monza.

Daniela Catalano

Data: 21/05/2022



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