Venerdì, 19 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Is 66,10-14)
Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.

Dal libro del profeta Isaìa

Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 65)
Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!».

«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

SECONDA LETTURA (Gal 6,14-18)
Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

VANGELO (Lc 10,1-12.17-20)
La vostra pace scenderà su di lui.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

LA BEATA

Beata Eugénie Joubert

1/eugenie.JPGQuesta settimana conosciamo la Beata Eugénie Joubert, suora della Congregazione della Sacra Famiglia del Cuore di Gesù, che la Chiesa ricorda il 2 luglio. Nacque l’11 febbraio 1876 a Yssingeaux presso Le Puy-en-Velay, nell’Alta Loira, in Francia, quarta di otto figli in una famiglia di viticoltori.

Fino al 1887 studiò dalle Orsoline di Monistral, dove ricevette la Prima Comunione e la Cresima. Per un anno fu allieva delle suore di San Giuseppe a Yssingeaux, poi passò al Collegio di Santa Maria a Le Puy; nel frattempo la sorella maggiore entrò tra le Suore della Santa Famiglia del Sacro Cuore, una congregazione fondata dal gesuita Louis-Étienne Rabussier e da madre Maria Ignazia Melin.
E lei, nell’ottobre del 1893, decise di trascorrere qualche giorno con la sorella a La Darne, dove le Suore della Santa Famiglia avevano una casa di campagna. In quell’occasione capì quale era la sua strada.
Dopo aver vinto le resistenze paterne, il 6 ottobre 1895 entrò come postulante e la madre salutandola le disse: «Non guardare più al passato, ma diventa una santa!». Il 13 agosto 1896, ricevette l’abito e iniziò il noviziato e l’8 settembre 1897 fece la professione.

Fu inviata ad Aubervilliers, un paese dove gli abitanti erano in maggioranza degli operai, con il compito di fare catechismo ai bambini. Nel 1898 fu destinata a Le Puy, poi a La Darne.

Tre anni dopo passò a Liegi, per svolgere sempre la mansione di catechista e anche di sacrestana.

A giugno del 1902, la sera della festa del Sacro Cuore, si mise a letto perché aveva contratto la tubercolosi. Costretta all’isolamento e bloccata si assunse un importante impegno che annotò sul suo diario: «Essere fedele nelle sofferenze. È Gesù che viene. Posso così far molto per le anime, per la Santa Famiglia del Sacro Cuore».

Trascorse qualche giorno a Saint-Gilles, vicino a Liegi, dove sua sorella era superiora.

Nel frattempo le consorelle per ottenere la grazia della sua guarigione, fecero voto di andare con lei in pellegrinaggio a Roma e a Loreto. Appena diede segni di miglioramento, la portarono al santuario della Santa Casa di Loreto e poi a Roma.
Il 6 maggio 1904, in compagnia di un’altra suora, lasciò Roma per tornare a Liegi.
Dal 18 giugno non si alzò più. Il 2 luglio, guardando il “suo” Bambinello, suor Eugenia pronunciò per tre volte il nome di Gesù e poi spirò a soli 28 anni.
Giovanni Paolo II l’ha beatificata a Roma il 20 novembre 1994. I suoi resti mortali riposano nella cappella delle suore della Santa Famiglia del Sacro Cuore a Dinant.

Daniela Catalano

 

 

 

Data: 03/07/2022



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