Mercoledì, 24 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Ab 1,2-3;2,2-4)
Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 94)
Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA (2Tm 1,6-8.13-14)
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

VANGELO (Lc 17,5-10)
Se aveste fede!

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

IL BEATO

1/Beato-Luigi-Monti.jpgBeato Luigi Maria Monti

Luigi Maria Monti, il Beato di questa settimana, è “un apostolo della carità, che l’ardente amore per la Vergine Immacolata condusse a servire in modo eroico Cristo nei giovani, nei poveri e nei sofferenti”. Così lo definì San Giovanni Paolo II il giorno in cui lo beatificò il 9 novembre 2003 e ne fissò la memoria liturgica al 1° ottobre.

Monti nacque a Bovisio Masciago, nella diocesi di Milano, il 24 luglio 1825, ottavo di undici figli. Rimasto orfano di padre a 12 anni, divenne artigiano del legno per aiutare la madre e i fratelli più piccoli.
In gioventù decise di consacrarsi a Dio, e cominciò a radunare attorno a sé alcuni coetanei realizzando nella sua bottega di falegname un oratorio serale chiamato “La Compagnia dei Frati”.
Luigi lavorò da apprendista falegname a Cesano Maderno dove incontrò don Luigi Dossi, che divenne sua guida per un lungo tempo della sua vita. La Compagnia fu denunciata alle autorità austriache, con calunnie di cospirazione politica e lui con quindici suoi compagni furono incarcerati per 72 giorni a Desio.

Prosciolti per infondatezza dell’accusa, Monti si impegnò ancor di più, come laico consacrato, a dedicare il suo tempo alla gioventù. Nel 1851 entrò nella Congregazione dei Figli di Maria, fondata da Ludovico Pavoni per educare la gioventù bisognosa; si dedicò anche allo studio della piccola chirurgia e della farmacia e nel 1855 si mise a servizio dei malati di colera come infermiere volontario nel lazzaretto di Brescia.

Don Dossi gli prospettò l’idea di dar vita ad una congregazione per il servizio degli infermi a Roma. Luigi Monti accettò e suggerì di chiamarla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione e nel 1857 si recò a Roma, nell’ospedale Santo Spirito, per fondarla e rivolgerla all’assistenza ospedaliera e all’educazione di ragazzi bisognosi.
Questa si diffuse prima in Roma e poi nell’alto Lazio. Nel frattempo lui non smise di studiare e ottenne dall’Università di Roma il titolo accademico di flebotomo, con facoltà di interventi anche in campo odontoiatrico.

Nell’ospedale civile di Orte operò per circa dieci anni lasciando una testimonianza di donazione di sé e di alta professionalità. Nel 1886 tornò a Saronno dove sviluppò la sua vocazione giovanile di educatore.
La Casa di Saronno divenne un laboratorio educativo, nel quale ogni ragazzo poteva crescere e sviluppare le proprie capacità. L’orfano doveva trovare nella comunità dei religiosi la nuova famiglia.
Concepì la comunità come formata da “Fratelli” sacerdoti e non nella parità dei diritti e dei doveri. Morì quasi cieco a 75 anni il 1° ottobre 1900.
San Pio X, nel 1904, diede l’approvazione al nuovo modello di comunità, concedendo il sacerdozio ministeriale come complemento essenziale per svolgere la missione apostolica.

A Saronno sono conservate le sue spoglie mortali, nell’istituto che porta il suo nome.

Daniela Catalano

Data: 01/10/2022



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