Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Don Luca Ghiacci sacerdote

1/dlucaimpmani1.jpgTORTONA - “Ecco io vengo Signore per fare la tua volontà”.
Le parole del ritornello al Salmo responsoriale, sono l’ideale spazio in cui racchiudere l’intera celebrazione di Domenica pomeriggio: il solenne rito di ordinazione del Diacono Don Luca Ghiacci. Siamo a Tortona, in Cattedrale.
La processione iniziale prende l’avvio dal cortile della curia.
Soffia un forte vento che si diverte a scomporre le bianche casule dei numerosi sacerdoti concelebranti, creando un’allegra scenografia, senza tuttavia compromettere la solennità del momento; il vento sa infatti essere eloquente segno dello Spirito Santo.
Davanti i seminaristi e i ministranti, i diaconi tra cui è riconoscibile Don Luca, i sacerdoti e il Vescovo Mons. Martino Canessa, che presiede la celebrazione.
Si entra in Duomo.
Tra tutti i sentimenti che si accavallano, ne emerge chiaramente uno: gioia per questa nuova ordinazione sacerdotale.
I volti sono tesi ma lasciano trasparire una pacata serenità, la gente è commossa.
E felice.
Il vento resta fuori e inizia la preghiera in un clima di grande calore e raccoglimento.
Don Luca prende posto accanto alla mamma e al papà, i parenti più stretti, poi gli amici di Lungavilla e di Castelletto, del Duomo di Voghera e di Tortona.
In posti distinti i sindaci di Lungavilla e di Castelletto in rappresentanza dell’intera comunità mentre il parroco Don Cesare Depaoli si confonde fra i concelebranti.
Siamo davvero in tanti.
L’organo Serassi nelle mani del Maestro Bernini soffia al massimo e accompagna l’intera celebrazione.
La liturgia della VI Domenica di Pasqua incede con i ritmi della solennità che le sono propri. Sobria nel suo svolgersi e ricchissima nei suoi segni.
Un rito antico e denso; intriso di stupore, vissuto e partecipato.
Coinvolgente.
Dopo la lettura del Vangelo Mons. Canessa offre a Don Luca la riflessione: “Il Signore a suo tempo ti ha scelto.
Tu hai risposto con generosità alla sua chiamata; ora ti costituisce suo collaboratore consegnandoti i suoi poteri.
Ti rivolge però con chiarezza l’invito a portare frutto […].
Come assolvere questo compito?
C’è nel brano di Vangelo la risposta – Rimanete nel mio amore, Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”.
Affetto paterno, riconoscenza, commozione e amicizia si fondono invece nelle parole con cui aveva aperto l’omelia: “Stiamo vivendo questa sera, nella nostra Cattedrale un momento particolarmente importante della nostra vita diocesana. Diciamo grazie al Signore perché anche quest’anno ci fa dono di un nuovo sacerdote.
Manifestiamo anche tutta la nostra riconoscenza a coloro che hanno collaborato con il Signore per farci avere questo dono.
In primo luogo la famiglia: al saluto che rivolgo al papà e alla mamma, unisco il grazie della diocesi per avere acconsentito sei anni fa all’ingresso in Seminario di Don Luca.
Grazie soprattutto perché ce lo avete donato con un bagaglio di doti che fa ben sperare per il suo ministero.
Dopo la famiglia la riconoscenza va al Seminario: al Rettore, al Padre Spirituale, al Vice – Rettore e agli insegnanti.
A tutti dico: siate contenti di aver contribuito alla formazione di un sacerdote”. Quindi prosegue rivolgendosi all’ordinando con l’affetto del padre che vuole una vita buona per il figlio: “Tu entri a far parte del nostro presbiterio e dal vescovo ti sarà assegnato un campo di lavoro in mezzo ai fratelli.
Noi ti accogliamo con gioia e con affetto.
Tu tenendo conto delle parole di Gesù inserisciti tra noi con bontà. Tieni molto all’unione con i tuoi confratelli […]. Nei rapporti con i confratelli dobbiamo imparare a deporre gli individualismi, se vogliamo anche educare le nostre comunità parrocchiali e le varie areazioni laicali a muoversi in sintonia fra di loro Non deve preoccuparci la diversità di temperamento, di giudizio, di iniziativa, che legittimamente si manifestano nella Chiesa e ne formano anche la ricchezza. Deve invece preoccuparci l’orgoglio, l’indifferenza che trasformano facilmente le diversità in divisioni.
Mettiamoci onestamente la servizio gli uni degli altri.
Comportiamoci, come dice san Paolo – in maniera degna della vocazioni che abbiamo ricevuto con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandoci a vicenda e con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace – Comportandoti così certamente porterai frutto. Il tuo ministero sarà fecondo”.

1/dluca impmani.jpgTermina l’omelia, don Luca si avvicina al Vescovo e si inginocchia davanti a lui; pone le proprie mani nelle sue e ribadisce la volontà di seguire Cristo nella fedeltà e nell’obbedienza al Pastore della Diocesi.
L’uomo non è più sufficiente.
A testimoni e a intercessori arrivano, invocati dalle Litanie, i cittadini del cielo.
È la prostrazione. Non è questo il rito essenziale ma certamente il più toccante. Segna un dono totale e irrevocabile al Mistero.
L’uomo diventa “pavimento” di Dio… (Cfr. Giovanni Paolo II, Dono e Mistero). Alle 19 circa la preghiera di ordinazione rende efficaci i segni e operante il Mistero: “Rinnova in questo tuo figlio il tuo Spirito… perché adempia fedelmente il ministero…”.
1/dlucadcesare.jpgLo si vede anche esteriormente: riceve da un Don Cesare che a stento trattiene le lacrime, la casula; nuovamente davanti al Vescovo per l’unzione crismale; quindi, dopo lo scambio di pace con i sacerdoti presenti, al suo fianco per concelebrare l’Eucaristia.
Prima della conclusione Don Luca ha il tempo per un breve messaggio di riconoscenza a quanti lo hanno accompagnato e sostenuto nella preparazione e chiede la carità della preghiera per essere segno di Dio fra gli uomini e aiuto a quanti vorranno avvicinarsi a Lui.
Sono quasi le 20 quando si esce dalla Cattedrale.
Il Vescovo nel cortile saluta il nuovo fratello presbitero che inizia il cammino con noi.
Un nuovo compagno di viaggio subito accolto da uno spontaneo applauso.
Che bello! La Chiesa vive.
Nell’antico cortile del Seminario la tensione si scioglie definitivamente e si passa alla condivisione gioiosa.
Don Luca è radioso.
1/dlucagenitori.jpgUna bella istantanea di Paradiso fra volti felici e gioiosi.
“La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore e maraviglia e dolce sguardo facieno esser cagion di pensier santi…” (Dante, Paradiso, Canto XI).
Sì! Tra volti sereni, in una comunione che unisce l’intera comunità cristiana, possiamo davvero fare pensieri santi intorno all’ordinazione di Don Luca Ghiacci dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Lungavilla: chi crede non è solo.
Oggi, domani e mai.
Deo Gratias!

Claudio Baldi  

Data: 15/05/2012



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