Venerdì, 29 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

Da cristiani credenti a cristiani credibili

BRUSSON - Quando una tradizione mantiene il proprio senso è bene rinnovarla: così, sull’onda di questa convinzione, anche il 2013 è iniziato con un momento residenziale di formazione e confronto promosso dal Settore Adulti di Azione Cattolica dal 4 al 6 gennaio.

Eravamo una trentina di adulti ad abitare La Montanara a Vollon di Brusson, una convivenza resa ancor più felice dalla presenza di alcuni giovani e ragazzi che hanno animato il tempo libero dei bambini.

Ma andiamo con ordine, nella consapevolezza che qui non potrà che esserci un po’ di cronaca, perché i momenti di riflessione sono stati molti, a partire dalla sera di venerdì 4 gennaio: il Presidente dell’AC diocesana, Piero Ponte introduce il campo, specificandone temi, finalità ed obiettivi per lasciare, poi, la parola a Paolo Paoletti che si è occupato di un excursus storico dal Concilio Vaticano II ai giorni nostri, mettendo al centro il documento CEI “La Chiesa italiana e le prospettive del Paese” che è uscito nel 1981, ma mantiene tuttora una freschezza ed un’attualità incredibili e può essere definito un documento determinante del dopo Concilio.

Perché questa scelta?
Semplice: se si vuole ragionare insieme sul contributo dei cattolici italiani all’attuale scena politica è obbligatorio anche fare i conti con la storia ed analizzare come si è evoluto in questi cinquant’anni il rapporto tra credenti e politica, per evidenziare quegli aspetti che possono servire a capire meglio l’oggi ed a progettare realisticamente il domani.

Il giorno centrale del campo è stato sabato 5 gennaio, quando in Casa Alpina ci hanno raggiunto tre amici che hanno condiviso con noi l’intera giornata: accompagnato da Mons. Lino Piccinini, Assistente parrocchiale dell’AC di Arquata Scrivia, è arrivato S. E. Mons. Vescovo, mentre da Acqui Terme è giunto Vittorio Rapetti, che oggi è Presidente parrocchiale di AC nella sua città, ma ricopre anche incarichi a livello nazionale.

Quella di sabato è stata, pertanto, una giornata intensa: nella mattinata la ricca conferenza di Vittorio Rapetti ci ha consentito di ragionare sul tema dal punto di vista dei laici di AC, considerando sia le indicazioni offerte dai Pontefici e dai Vescovi, sia le esperienze maturate in questi anni, per tentare un esercizio di discernimento comunitario e trovare prospettive di apertura all’oggi ed al futuro del Paese.

Allora rileggere trent’anni dopo “La Chiesa italiana e le prospettive del Paese” non è un esercizio vuoto di significato, ma serve per individuare a quali valori vogliamo ispirare il nostro futuro e per comprendere che, come credenti, saremo credibili e ci potremo collocare nel modo gusto nell’attuale realtà se sapremo “imparare a vivere nella crisi, con lucidità e con coraggio”, consapevoli che costerà fatica e che “questa prevedibile fatica ha bisogno di forte vigore morale (…) Si tratta oggi di andare con decisione controcorrente e di porre sui valori morali le premesse di un’organica cultura di vita” (n.11).

Tre elementi, allora, da cui ripartire per essere cristiani a servizio del Paese: il primato della vita spirituale, la comunione ecclesiale ed una nuova presenza di Chiesa che “deve tradursi in un’efficace presenza di cristiani consapevoli delle responsabilità che a ciascuno derivano dalla propria vocazione” (n.20).

Ed oggi l’Italia ha “una particolare esigenza della presenza più diretta e specifica di laici cristiani” abilitati “con un itinerario pedagogico che li renda capaci di impegnare la fede nella realtà temporale” (n.21).

Dovere della Chiesa, allora, è principalmente formare: “la pedagogia della Chiesa deve assumersi maggiormente questo impegno formativo di laici che siano soggetti attivi e responsabili di una storia da fare alla luce del Vangelo (n.23); tocca, infatti, ai laici “agire direttamente nelle strutture pubbliche in coerenza con la fede e la morale cristiana” (n.34) e, nel pluralismo delle presenze, “è necessario che sempre i cristiani sappiano maturare le loro scelte nel quadro di una grande chiarezza di idee, di un consapevole realismo, di un serio confronto ecclesiale, di una concorde volontà di servizio” (n.37).
Su questo e molto altro l’assemblea ha svolto un primo confronto che è poi proseguito come lavoro di gruppo su alcune piste offerte dal relatore.

Al centro della giornata di sabato 5 abbiamo vissuto la Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo, mentre la sera, dopo un giornata di studio e preghiera, ha visto protagonisti i bambini incuriositi dall’arrivo in Casa Alpina di una “befana” dispettosa e di tre “magi” ricchi di (dolci) doni.

E poi è domenica 6 gennaio e nel programma del mattino ci sono ancora due momenti importanti: “Quel che c’è e quel cha manca” è il titolo dell’intervento a due voci di Gianfranco Agosti e di Paolo Santinoli che, il primo per il livello nazionale ed il secondo per il livello diocesano, hanno presentato l’esistente per raccogliere anche suggerimenti e prospettive.

Le prime conclusioni del campo toccano, infine, ai vicepresidenti diocesani del Settore Adulti, Maria Virginia Ghiglione e Raffaele Bonaventura che evidenziano come l’AC voglia essere sempre più attenta al territorio, alla formazione ed alla collaborazione con altre realtà ecclesiali e civili… ma tutto ciò che abbiamo ascoltato e detto insieme lo abbiamo messo in valigia e portato nelle nostre realtà quotidiane e da qui ora si riparte!

Patrizia Govi  

Data: 07/01/2013



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