Giovedì, 18 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRIMA LETTURA

Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

SALMO RESPONSORIALE

Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. 
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. 
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

IL VANGELO DELLA DOMENICA

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». 
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

IL COMMENTO

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IL SANTO DELLA SETTIMANA 

Sant’Osvaldo

La Chiesa, il 5 agosto, fa memoria di Sant’Osvaldo re di Northumbria, nel nord della Gran Bretagna.

E’ uno dei santi più venerati della Gran Bretagna. Sulla figura di S. Osvaldo il primo a scrivere fu san Beda, nella “Historia ecclesiastica gentis Anglorum”. Era nato nel 604 ed era figlio del re di Northumbria, Ethelfrith, che per primo aveva unificato i regni di Bernicia e Deira, dando vita alla Northumbria.

Il padre era stato sconfitto e ucciso in battaglia nel 616.

I troni di Bernicia e Deira furono dati ad Edwin, zio di Osvaldo.

Il santo, detronizzato, fuggì al nord con i suoi fratelli e si rifugiò nel monastero sull’isola di Iona, in Scozia, dove nel 617 ricevette il battesimo. Quando Edwin fu sconfitto nel 633, il regno passò al fratello maggiore di Osvaldo. L’anno dopo, questi fu ucciso a tradimento da re Cadwallon. Osvaldo, affrontò e sconfisse quest’ultimo nella battaglia di Heavenfield. San Beda racconta che prima della battaglia il santo eresse una croce di legno, pregando per la vittoria e chiedendo al suo esercito di unirsi a lui. Dopo la battaglia, salì sul trono di Deira e di Bernicia, di nuovo unificati nella Northumbria e il suo dominio si estese su tutta la Britannia. Nel suo regno solo una parte dei suoi uomini era cristiana, ma dopo la vittoria, il re fece venire dall’isola di Iona il vescovo Aidano, poi divenuto santo, che portò a compimento la sua opera di conversione. Osvaldo donò al vescovo l’isola di Lindsfarne per fondarvi un monastero e una sede vescovile, molto vicina alla residenza reale di Bamburgh. In seguito nel suo regno furono costruite chiese e monasteri. Osvaldo sposò Ci-neburga figlia del re del Wessex.

Fu particolarmente amato dal suo popolo, soprattutto per le sue doti di umiltà e generosità. Si racconta che durante un banchetto avesse fatto spezzare un piatto d’argento per donarne i pezzi ai poveri. Il suo regno durò solo otto anni e lui fu sempre un re cristiano esemplare. Fu ucciso nel 642, a soli 38 anni, dal re pagano Penda di Mercia, nella battaglia di Maserfield e l’ultimo suo gesto fu quello di pregare per i soldati che morivano con lui. Il re Penda, fece mutilare il suo corpo e il capo, le braccia e le mani furono infisse su un palo. I resti del santo furono prima sepolti a Lindsey, poi nel 909  furono trasportati a Gloucester.

La testa fu sepolta nel monastero di Lindisfarne, dove in seguito fu tumulato. Le reliquie furono collocate a Durham, dove fu costruita una chiesa. La sua, la pietà, il coraggio e la morte in battaglia per il suo Paese e per la fede cristiana, lo hanno reso particolarmente venerato, soprattutto nell’Europa del nord e nel Nord Est dell’Italia. Il culto di S. Osvaldo si diffuse velocemente, alimentato dalla notizia, riferita da S. Beda, che l’intercessione del santo avrebbe salvato il monastero di Selsey, nel Sussex, da un’epidemia di peste. Nei cronisti successivi la leggenda di Osvaldo si arricchì di aspetti prodigiosi e di particolari, volti ad evidenziarne la nobiltà di stirpe e di carattere. Egli assunse i lineamenti ideali di un cavaliere medioevale, bello e valoroso, pronto a sacrificarsi per la salvezza del suo popolo e per la fede, fino alla morte. Nel XV secolo si diffuse in area tedesca un poema epico-cavalleresco, derivante da fonti duecentesche. Vi si narravano le vicende di Osvaldo, innamorato della figlia di un re pagano che, per sposare la fanciulla, la rapisce, aiutato nell’impresa da un corvo parlante, che porta i suoi messaggi e l’anello di fidanzamento alla donna. Nel poema viene anche esaltata la generosità dell’eroe. Questa versione della leggenda ha contribuito alla definizione dell’iconografia del santo, rappresentato, con la corazza e la spada che ricordano l’eroismo in battaglia, il mantello purpureo, la corona e lo scettro, simboli della regalità e con un corvo recante un anello d’oro nel becco, appoggiato sulla mano sinistra. In Italia c’è un piccolo paese che porta il suo nome. Si tratta di Sant’Osvaldo, nel comune di Castelrotto, in provincia di Bolzano.

E’ patrono anche di Cartigliano (VI), Sauris (UD), Casasola (PN) e Paluzza (UD).

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Data: 03/08/2013



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