Guida del Santuario di Fumo
Le origini
Corvino San Quirico e un piccolo paese che sorge sulle colline castcggiane
dell’oltrepò, in prossimità della statale Alessandria-Piacenza, la
via Emilia, o, per chi ama la storia, la via Romea. Per un continuo e naturale
sviluppo agricolo e commerciale, grazie anche al passaggio della linea ferroviaria
, il paese si è spostato e continua a crescere nella zona pianeggiante incrementando
sempre più la frazione di Fumo situata tra i comuni di Casteggio
e Santa Giuletta.
Di Corvino È la famiglia Perduca e in locali ta Fumo è un loro campo.
Famiglia e campo si intrecciano con la nostra storia.
Don Perduca, chiamato per antonomasia il “Canonico”, era nato nel maggio 1875.
Entrato in seminario ebbe come compagno di studi Don Orione.
Fu ordinato sacerdote nel 1898 e per sessantadue anni si dedicò al servizio
della diocesi e della Congregazione fondata dall’amico di seminario. Iniziò
la sua attività sacerdotale nel Duomo di Voghera, giovanissimo passa come
padre spirituale nel seminario di Stazzano, è reggente di varie parrocchie, delegato
vescovile, nel 1922 entra a far parte della famiglia orionina.
Sua mamma Ermelinda Tacconi. scendendo a Fumo per lavorare il pro-
prio terreno, osservava le costruzioni aumentare, crescere il numero dei re
sidenti, ma non c'era una chiesa. Nella sua fede semplice sognava e già ve-
deva sorgere in quella proprietà un luogo di culto. E perché non poteva es-
sere una bella cappella dedicata alla Madonna di Caravaggio di cui lei, il ma-
rito Luigi, i figli erano particolarmente devoti?
Il desiderio della madre sarà comando per Don Perduca, tanto più che lo
stesso Don Orione caldeggiava l’iniziativa: “Quanto mi fanno piacere, scri-
veva dall”America, le notizie di vostra madre! .. E non si potrà fare qualche
cosa a Fumo nel nome di San Luigi, a ricordo di vostro padre e delle vostre
sorelle suore? Se si potesse fare intanto che vive vostra madre... è meglio”.
ll Canonico, calcolando i risparmi lasciatigli dalla mamma, si muove con
prudenza, senza illusioni: deve accontentarsi di una modesta cappella. Don
Orione non è d'accordo. Lo incoraggia, lo esorta a fare molto, ma molto di
più, perché cosi vuole la Madonna.
Gli inizi
Il terreno della famiglia Perduca si trovava oltre la strada ferrata Alessan-
dria-Piacenza. Da un punto di vista logistico avrebbe creato non pochi
disagi ai fedeli. Per avere un posto più accessibile fece la permuta con una
proprietà della famiglia Quaglini prospiciente la strada nazionale.
Con il benestare del vescovo di Tortona e dei capi famiglia di Fumo l'i-
niziativa parte con la decisione di dedicare il nuovo Tempio alla Madonna di
Caravaggio a cui la madre era particolarmente devota.
Informato di questa decisione, Don Orione entusiasta scrive dall°America
a Don Sterpi: “Sono tanto contento del santuarietto alla Madonna di
Caravaggio: fateci una Cripta sotto, ma piccola e sia un vero fac-simile di
quella che si trova a Caravaggio. Ma per ora limitate molto le spese... vede~
te piuttosto che vi sia un terreno attorno, terreno, terreno! . ._ il Santuario si
amplierà e farà del bene, molto: io lo sento in Domino. _ _ ”.
Tornato quindi dall'America si reca di persona sul luogo dove sorgerà la
chiesa. Si intrattiene con alcuni popolani di Fumo e promette loro che pre-
sto inizieranno i lavori per il Santuario che sarà “lungo, largo e bello! ”.
Il progetto
Don Orione ha seguito passo passo la costruzione del Santuario e ne
ha scelto personalmente il progetto architettonico, ispirandosi alla
Basilica milanese di San Vincenzo in Prato.
Don Orione seppe della decisione di iniziare i lavori per la costruzione
del Santuario di Fumo, mentre si trovava ancora in America.
Ne era stato informato dallo stesso Canonico Perduca, al quale aveva
espresso piena soddisfazione. Don Sterpi mandò il fedele Michele Bianchi a
pagina in costruzione
Data: 01/02/2014