Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mons. Guido Marini
Vescovo

Persone nuove in Cristo Gesù

Persone nuove in Cristo Gesù

Assemblea diocesana di Azione Cattolica

Domenica 16 febbraio: il tempo atmosferico è quanto mai uggioso, ma nei locali dell’oratorio parrocchiale di San Matteo in Tortona si respira aria di primavera. È l’assemblea diocesana di AC, dove si pensa insieme al nuovo triennio 2014-2017. Il tutto inizia con la preghiera delle Lodi, poi, di fronte ad un salone bello pieno di gente, la parola passa al Presidente uscente Piero Ponte.

Corresponsabili della gioia di vivere: oggi guardiamo avanti, dice Ponte, senza tralasciare la gratitudine per il percorso che abbiamo compiuto in questi anni, in cui ci siamo aiutati a vivere una fede che dà forma alla vita e abbiamo intessuto legami di vita buona. Il nostro punto di riferimento resta il Concilio Vaticano II che ci chiama a vivere la laicità nel territorio, uscendo verso le periferie esistenziali per portare a tutti la bella notizia del Vangelo. Riflettiamo, dunque, sui luoghi del nostro vivere quotidiano, famiglia, parrocchia e città, dove ci sentiamo chiamati insieme ad essere corresponsabili della gioia. Consapevole delle grandi sfide che interpellano oggi la famiglia, l’AC vuole impegnarsi a renderla protagonista del rinnovamento delle comunità ecclesiali e civili che compongono il territorio diocesano. In parrocchia, Chiesa tra le case, l’AC vuole offrire il proprio contributo intensificando la formazione degli aderenti e nelle città l’AC vuole collaborare a promuovere il bene comune. Accanto alla formazione, l’AC vuole rafforzare il proprio impegno nella cura di interiorità e spiritualità per vivere, ad ogni età, l’incontro con il Signore. L’AC, pertanto, si radica sul territorio e si pone a servizio della Chiesa locale, riunita intorno al suo Vescovo, come associazione di laici che si mettono anche a servizio delle comunità parrocchiali, dove si impegnano a condividere il cammino con i sacerdoti: per questo non smettiamo di rilanciare la proposta associativa che è seria e bella per ogni età della vita. Dopo il suo ricco ed appassionato intervento, Ponte è a lungo applaudito, ma, intanto, è giunta l’ora della Celebrazione Eucaristica che condividiamo con la comunità parrocchiale di don Romeo Gardella.

Io amo l’AC dice don Romeo verso la fine dell’omelia ed ecco i suoi auguri: vivere con serenità e serietà il dono del Battesimo, vivere il legame profondo tra fede e vita, vivere in modo autentico ed originale l’esperienza della fede nel mondo. Dopo la Santa Messa, eccoci ancora nei locali dell’oratorio, questa volta divisi per settori (ACR, Giovani, Adulti e Presidenti), per iniziare la risonanza concreta delle parole di Ponte ed esprimere disponibilità ad essere eletti nel nuovo Consiglio diocesano. Alle 13 un meraviglioso pranzo con tante cose buone preparate da alcune signore di San Matteo a cui va il nostro sincero e goloso grazie e nel primo pomeriggio si ricomincia: ora sono con noi S. E. Mons. Vescovo, Martino Canessa e Fabio Dovis, Presidente uscente dell’AC di Torino.

Grazie per quello che siete, ma... il nostro Vescovo esorta i laici di AC ad un di più di spiritualità, poiché un rapporto più assiduo con la Parola di Dio aiuta a rendere ragione della propria fede e a testimoniarla tra gli uomini. Sarebbe, inoltre, da intensificare il rapporto con le altre realtà diocesane, poiché la diversità dei carismi è ricchezza solo se c’è confronto, collegamento, collaborazione.

Fare bene l’AC è l’augurio dell’amico torinese Fabio Dovis per il quale occorre ripartire dal Concilio che, in molti aspetti, resta da attualizzare: la Chiesa come popolo di Dio è un’immagine poco realizzata; i laici sono ancora poco presenti nelle diverse realtà ecclesiali; molte parrocchie oggi sono poco vive… ecco perché è necessaria un’Azione Cattolica fatta bene per vivere sul serio le grandi intuizioni conciliari, per dare valore alla vocazione laicale, per rivitalizzare la parrocchia. Occorre fare bene l’AC perché l’esperienza associativa aiuta a crescere come laici maturi nella fede, perché l’associazione è scuola di relazioni e di dialogo e perché vi si impegna nella formazione permanente. La parola d’ordine, allora, è popolarità che è essere vicini alla vita reale delle persone ed essere radicati nel territorio e la consegna è di tornare seriamente a riflettere sul senso e sul valore dell’adesione, completando l’AC in tutte le fasce d’età, curando le relazioni tra giovani ed adulti e tra sacerdoti e laici, per proseguire insieme, con pazienza, il cammino. E così si è fatta sera: vengono proclamati i componenti del Consiglio diocesano di AC per il triennio 2014-2017, si ringrazia insieme il Signore per questa bella giornata con la preghiera dei Vespri e, dopo i saluti, si torna a casa, certi di essere molto più ricchi di quando siamo arrivati.

Patrizia Govi

Data: 18/02/2014



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