Giovedì, 18 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO A)

II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO A)

IL COMMENTO DI DON DOGLIO

 PRIMA LETTURA (At 2,42-47)
Dagli Atti degli Apostoli

[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.
Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 117)
Rit: Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

SECONDA LETTURA (1Pt 1,3-9)

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

SEQUENZA

Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

VANGELO (Gv 20,19-31)
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

LA SANTA

Oggi, 24 aprile, ricorre la memoria liturgica di Santa Maria Eufrasia Pelletier, proclamata santa da Pio XII, nel 1940. Nacque sulla minuscola isola di Noirmoutier, nella regione della Vandea, in Francia, il 31 luglio 1796, ultima degli otto figli del medico Julien e di Anne Mourain, confinati perché ostili alla Rivoluzione francese e al battesimo fu chiamata Rose-Virginie. A undici anni fece la prima comunione. Un anno dopo fu mandata a scuola dalle Orsoline, dove manifestò subito un temperamento esuberante. Nel 1810 fu posta nel collegio che Pulcheria de Chobelet, fondatrice dell’Associazione Cristiana, aveva aperto a Tours per l’educazione della gioventù, traviata dalla rivoluzione. Nella scuola la sua vivacità non fu compresa dalle maestre, tranne che da Madame de Lignac, insegnante di religione che fu il suo angelo custode. Nel recarsi con le compagne alla cattedrale di Tours, la santa spesso passava davanti al “Rifugio” in cui le monache di Nostra Signora della Carità, fondate nel 1641 a Caen da S. Giovanni Eudes pregavano. Questo Istituto, per volontà del fondatore, si proponeva di accogliere donne e ragazze strappate alla prostituzione, e impedire ad altre di cadervi, offrendo accoglienza, educazione cristiana e un’istruzione che le rendesse indipendenti. Il 20 ottobre 1814 Rose-Virgine chiese di entrare come postulante a Tours e nel settembre 1817 pronunciò i voti, assumendo il nome di due sante del IV e V secolo: Maria di santa Eufrasia (poi abbreviato in Maria Eufrasia). Il 26 maggio del 1825, nonostante avesse solo 29 anni, fu eletta madre superiora del convento. Uno dei suoi primi atti di governo fu l’istituzione dell’Opera delle “Maddalene”, una vera congregazione di religiose, reclutate soprattutto tra le giovani redente, soggette alla clausura sul modello carmelitano con relativa Regola e abito e residenti in un’ala distinta del convento. Ingrandì anche il monastero e migliorò il vestito, il cibo e gli appartamenti delle religiose che nel 1830 contavano 70 penitenti, 12 Maddalene e 80 orfanelle. Invitata a fondare un nuovo “Rifugio” ad Angers, vi si stabilì con alcune consorelle il 31 luglio del 1829, dedicandolo al Buon Pastore: nel 1831 venne eletta superiora della nuova comunità. Iniziò quindi a progettare una riforma che rendesse l’Ordine del Rifugio un istituto accentrato, non più una federazione di monasteri indipendenti com’era stato fino ad allora. La santa, però, trovò molte resistenze a questa impostazione del-l’Ordine sia da parte delle autorità religiose, sia dai monasteri stessi che intendevano conservare la loro autonomia. Fu il tempo che lei definì della “grande sofferenza”. Alla fine, però, realizzò il progetto. Con l’approvazione di Gregorio XVI, del 3 aprile 1835, nacque l’Istituto del Buon Pastore e lei ne fu la Madre generale. Questa struttura centralizzata si distinse dall’Ordine di Nostra Signora della Carità, del quale però continuò a mantenere lo spirito di dedizione e la Regola. La sua opera si diffuse in tutto il mondo, uscendo dall’ambito locale e impegnandosi nel campo della rieducazione femminile. Ancora oggi le autorità civili affidano alle Suore del Buon Pastore le giovani da rieducare, soprattutto nelle prigioni femminili. L’Istituto della Ca-rità del Buon Pastore si diffuse rapidamente, in America e in Africa, e le consorelle furono sempre fedeli alla consegna della fondatrice, che era solita ripetere loro: “Il nostro Istituto non deve conoscere che la via dell'amore”. La santa morì ad Angers il 24 aprile 1868 a causa di una crisi epatica e di un cancro che le si manifestò tardivamente. Le ultime settimane furono per lei piene di grandi dolori, sopportati con pazienza e in sconto dei peccati commessi. Le sue ultime parole furono: “Sento che Dio è in me. Strin-go la volontà di Dio sul mio cuore”. Alla sua morte la congregazione contava 2.760 religiose, 962 Maddalene, 14.755 allieve e bambine, divise in 110 case su 16 provincie. Beatificata da Pio XI il 30 aprile del 1933, le sue reliquie sono venerate ad Angers nella Casa Madre.

 

Data: 17/04/2014



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